Alluvione nel sud del Brasile: 45 morti. Il governo sblocca i fondi per l’emergenza
[27 Dicembre 2013]
In Europa e in Italia siamo stati colpiti duramente dalla tempesta di Natale (un evento “normale”, secondo i meteorologi) ma il bilancio delle vittime delle piogge torrenziali che hanno colpito gli Stati del Minas Gerais e dello Espirito Santo, nel sud-est del Brasile negli stessi giorni è stato molto più pesante: almeno 45 morti, secondo la Protezione Civile brasiliana. Il maltempo ha fatto 278 vittime nello Espirito Santo e 18 nel Minas Gerais e più di 60.000 persone hanno dovuto abbandonare le loro case a causa di inondazioni e frane solo nello Espirito Santo, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza in 52 delle 78 città dello Stato di emergenza anche in 25 città del Minas Gerais.
Il governatore di Espirito Santo, Renato Casagrande, ha detto che la tempesta, che ha imperversato per diversi giorni, «E’ stata la peggiore catastrofe naturale della storia dello Stato».
Il governo federale brasiliano si sta sforzando di accelerare il versamento degli aiuti di emergenza e ieri è stato pubblicato un decreto presidenziale che chiede lo sblocco immediato degli aiuti per le catastrofi naturali, superando ogni intoppo burocratico.
Il decreto è stato pubblicato due giorni dopo che la presidente Dilma Rousseff aveva visitato lo Stato di Espirito Santo, si tratta di un atto temporaneo che deve essere approvato dal Congresso federale prima di essere promulgato definitivamente, intanto però permette ai due Stati ed alle città colpite di chiedere l’aiuto federale senza dover presentare da subito un progetto di ricostruzione a Brasilia.
Questa deroga speciale è valida solo in caso di grandi catastrofi ed ha l’obiettivo di sbloccare i fondi necessari ad aiutare gli sfollati che sembrano destinati ad aumentare, visto che continuerà a piovere anche nei prossimi giorni nel Minas Gerais ed Espirito Santo.
Durante la sua visita alle zone colpite la Rousseff ha detto di non aver mai visto tanta acqua e che «La priorità è salvare le persone a rischio per evitare più morti».