Dall’Appennino un’occasione di un rilancio sostenibile per l’intero Paese
[23 Ottobre 2013]
Si avvicina la data del via agli “Stati generali delle comunità dell’Appennino”, l’appuntamento di approfondimento su cultura, economia, ambiente della catena montuosa spina dorsale del Paese, organizzato da Slow Food Italia con il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna e l’Apt Servizi Emilia Romagna, che si terrà dall’8 al 10 novembre prossimi, a cavallo delle due regioni tra Bagno di Romagna, Santa Sofia e Badia Prataglia.
«Una tre giorni importante – ha sottolineato, presentando l’iniziativa, l’assessore regionale all’ambiente e energia Anna Rita Bramerini – per elaborare nuove idee e soluzioni che contribuiscano a promuovere e rilanciare il territorio montano integrando settori complementari; non solo quello ambientale, ma anche agroalimentare e ricettivo, e in particolare la tutela e fruizione del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, uno dei tanti valori aggiunti del nostro territorio e di quello contiguo emiliano-romagnolo. La Regione Toscana sta portando avanti l’inserimento nel Paer della strategia regionale per la biodiversità al fine di assicurarle cogenza, copertura finanziaria ma soprattutto la necessaria integrazione, sia con la programmazione delle aree protette che con le altre politiche regionali di tutela ambientale».
Durante convegni e seminari si metteranno a confronto i protagonisti della vita, della cultura, del tessuto agro-pastorale e produttivo della catena montuosa, per individuare problematiche comuni, proposte, istanze da sottoporre al mondo politico e alle istituzioni e per rilanciare un’area che può essere al centro di un nuova idea di sviluppo locale legato al territorio. I documenti che saranno prodotti in novembre costituiranno la base per l’elaborazione di un vero e proprio Manifesto della montagna, che sarà presentato al Governo in Umbria a dicembre.
«Il Parco – ha ricordato il presidente del Parco Luca Santini – nel ventesimo anno della sua istituzione non può che farsi promotore di un progetto di alto valore sociale, culturale e ambientale per sostenere e tutelare ogni iniziativa a vantaggio delle popolazioni che vivono nell’area protetta e lungo i suoi confini tra Emilia Romagna e Toscana. E’ necessario far emergere l’importanza strategica del territorio, perché capace di creare, mantenere e gestire risorse fondamentali come l’acqua, l’aria e la sua biodiversità. L’obiettivo è quello di lavorare per salvaguardare la montagna e creare opportunità per gli abitanti, le imprese e l’ambiente stesso».
Tra le azioni strategiche dell’ “Appennino che verrà-Stati generali delle comunità dell’Appennino”, anche la promozione di Accordi agroambientali d’area per la tutela della biodiversità in aree agro-silvo-pastorali vaste e omogenee di elevato valore naturalistico. «Occorre porre all’attenzione nazionale le criticità di questo ampio territorio che al momento non ha voce. La crisi morde, perciò vanno cercate soluzioni partendo dalle proprie radici, creando nuove occasioni di lavoro per i giovani in modo da rivitalizzare i territori abbandonati», ha concluso Sonia Chellini, presidente di Slow Food Umbria e coordinatrice del progetto.