La green economy ha fame di numeri
Approvato il Ddl ambiente, Orlando: « È Agenda verde ». Arriva la contabilità ambientale
In dirittura d’arrivo spunta l’idea di un Comitato per il capitale naturale
[15 Novembre 2013]
Nella lunga storia di rimpalli del ddl ambientale collegato alla Legge di Stabilità – prontamente ribattezzato dal ministro Orlando l’Agenda verde del governo – la sorpresa arriva all’ultimo secondo, con l’inserimento di un nuovo articolo, mai discusso prima nelle bozze: è il numero 31, ed istituisce il Comitato per il capitale naturale.
Si tratta di un articolo ancora «in fase di studio», come riferisce il ministero dell’Ambiente, ma potrebbe risultare una mossa determinante per colmare una lacuna decisiva che si protrae da anni nel nostro Paese. L’Italia, infatti, manca di una seria contabilità ambientale: un’assenza che mina alla base la sostenibilità (e l’intelligenza) di ogni politica industriale degna di questo nome. Senza risorse, infatti, non c’è industria. Ogni manifattura, a sua volta, produce scarti che vanno gestiti. Il throughput dei flussi di materia e di energia è ciò che mantiene in vita i nostri processi economici, ed è una follia politica non saperne decifrare qualità, quantità, movimenti. Un’infermità per la programmazione che potrebbe adesso ridursi.
«Le questioni ambientali – spiega il ministero dell’Ambiente – entrano a pieno titolo nel processo decisionale economico e finanziario del Paese. Viene istituito infatti senza alcun costo per la spesa pubblica il Comitato per il capitale naturale con l’obiettivo di integrare i costi ambientali nel processo di preparazione del Documento di economia e finanza (Def) e degli altri atti di governo in materia di programmazione finanziaria e di bilancio. Il Comitato fornirà al Governo gli strumenti utili per la migliore comprensione degli effetti dello stato delle risorse naturali e dell’ambiente, sulla performance economica del Paese e sul benessere degli individui, individuando in particolare le conseguenze economiche e sociali derivanti dalla mancata prevenzione degli impatti e dei danni ambientali delle attività produttive».
Prima con l’Ispra, poi con l’Istat, la contabilità ambientale si era nel corso degli anni timidamente affacciata nel contesto italiano, ma mai in modo definitivo. Certamente, non con caratteri di sistematicità. Adesso, se la norma verrà effettivamente resa operativa nel corso dell’iter parlamentare che il ddl sulle Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali dovrà seguire, sembra ci sarà un’inversione di rotta. «Entro il 28 febbraio di ogni anno – conclude infatti il ministero – il Comitato consegna al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze un rapporto sullo stato del capitale naturale del Paese, corredato delle informazioni e dei dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie seguendo le metodologie definite dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea». Se sarà reso disponibile un quadro dettagliato e affidabile del capitale naturale e dei costi ambientali della nostra economia, internalizzarne le esternalità negative e ancor più immaginare l’imposizione di standard che limitino lo sfruttamento delle risorse naturali non sarebbe più mera fantasia.
Per quanto riguarda il resto dei contenuti espressi dall’Agenda verde ci riserviamo di formulare giudizi più puntuali non appena il testo approvato nel Consiglio dei ministri odierno verrà reso pubblicamente consultabile: nel mentre rimangono valide le considerazioni espresse su queste pagine pochi giorni fa, comprese quelle riguardanti lo stop alla moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori – anticipata da greenreport – che sembra sia stata confermata.
La conoscenza della realtà è prerogativa essenziale per un’azione coerente: casi eclatanti – ma sistematicamente ignorati – come quelli riguardati la contabilità legata ai rifiuti, con statistiche disomogenee quanto schizofreniche, non sono più accettabili e vanno sanati. L’impulso innovatore del Comitato potrebbe essere determinante, se ben congeniato, ed è questa un’opportunità da saper sfruttare.