1 specie su 9 di uccelli si è estinta. Potrebbero essere 1.430 specie, il 12%, il doppio della stima precedente
Le estinzioni nascoste degli uccelli. Il più grande evento di vertebrati causato dall’uomo è stata la colonizzazione delle isole
[21 Dicembre 2023]
Secondo lo studio “Undiscovered bird extinctions obscure the true magnitude of human-driven extinction waves”, pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori svedesi, britannici e tedeschi guidato da Rob Cooke dell’UK Centre for Ecology & Hydrology (UKCEH) e della Göteborgs universitet, «Gli esseri umani hanno spazzato via circa 1.400 specie di uccelli – il doppio di quanto si pensasse in precedenza – con importanti implicazioni per l’attuale crisi della biodiversità».
Commentando lo studio su Nature, Jamie Wood, ecologo terrestre dell’università di Adelaide, ha sottolineato che «La portata globale di queste estinzioni precedentemente non rilevate probabilmente sarà uno shock per molti. La cosa che fa riflettere è che questa stima in realtà potrebbe essere conservativa».
All’UKCEH ricordano che «Prima, molte delle isole del mondo erano paradisi incontaminati, ma l’arrivo di persone in luoghi come Hawaii, Tonga e nelle Azzorre ha portato, nel corso del tempo, a impatti di vasta portata, tra cui la deforestazione, la caccia eccessiva e l’introduzione di specie invasive. Di conseguenza, le specie di uccelli sono state spazzate via».
Anche se a partire dal 1500 sia stata registrata la scomparsa di molte specie di uccelli, la nostra conoscenza del destino delle specie estinte si basa sui fossili e questi dati sono limitate perché, con il passare del tempo, le ossa leggere degli uccelli si disintegrano e questo, dicono i ricercatori, «Nasconde la reale portata delle estinzioni globali».
Dallo studio viene fuori che nel corso della storia umana moderna, a partire dal tardo Pleistocene circa 130.000 anni fa, si sarebbero estinte 1.430 specie di uccelli – quasi il 12% –e la stragrande maggioranza di loro si è estinta direttamente o indirettamente a causa delle attività antropiche.
Il nuovo modello di estinzione degli uccelli è stato realizzato combinando estinzioni documentate, reperti fossili e stime di estinzioni non ancora scoperte in 1.488 isole. Quando ha stimato le estinzioni non ancora scoperte Il team di ricercatori ha preso in considerazione una serie di fattori. Le stime utilizzate sono sta modellate sulle estinzioni note e sull’entità del lavoro di ricerca nelle diverse regioni del mondo rispetto alla Nuova Zelanda, l’unico Paese in cui si ritiene che la fauna aviaria preumana sia completamente conosciuta, con resti ben conservati di tutti gli uccelli. Minori sono gli studi in una regione, più incompleta si prevede che sarà la documentazione fossile e maggiore sarà il numero stimato di estinzioni non ancora scoperte. Cooke, modellista ecologico all’UKCEH dice che «Il nostro studio dimostra che c’è stato un impatto umano sulla diversità aviaria molto più elevato di quanto precedentemente riconosciuto. Gli esseri umani hanno rapidamente devastato le popolazioni di uccelli attraverso la perdita dell’habitat, lo sfruttamento eccessivo e l’introduzione di ratti, maiali e cani che razziavano i nidi degli uccelli e competevano con loro per il cibo. Dimostriamo che molte specie si sono estinte prima che venissero documentate per iscritto e non hanno lasciato traccia, perdute dalla storia. Gli esseri umani hanno avuto un impatto molto più ampio sulla diversità degli uccelli di quanto si pensasse in precedenza».
Un altro autore dello studio, Søren Faurby dell’Università di Göteborg, fa notare che «Queste estinzioni storiche hanno importanti implicazioni per l’attuale crisi della biodiversità. Il mondo potrebbe non solo aver perso molti uccelli affascinanti, ma anche i loro vari ruoli ecologici, che probabilmente includevano funzioni chiave come la dispersione dei semi e l’impollinazione. Questo avrà avuto effetti dannosi a cascata sugli ecosistemi quindi, oltre all’estinzione degli uccelli, avremmo perso molte piante e animali che dipendevano da queste specie per la sopravvivenza».
Le specie di uccelli attualmente viventi sono poco meno di 11.000, osservazioni e fossili dimostrano che dal tardo Pleistocene si sono estinte 640 specie di uccelli, il 90% delle quali su isole abitate da esseri umani. Si va dall’iconico Dodo (Raphus cucullatus) di Mauritius all’alca impenne (Pinguinus impennis) del Nord Atlantico fino alla meno conosciuta upupa gigante (Upupa antaios) di Sant’Elena. Ma i ricercatori hanno stimato che ci siano state altre 790 estinzioni sconosciute, per un totale di 1.430 specie perdute. e Cooke afferma che «E’ probabile che solo circa 50 di queste specie si sarebbero estinte naturalmente».
Gli scienziati sono convinti che il loro studio abbia scoperto il più grande evento di estinzione di vertebrati causato dall’uomo nella storia, avvenuto durante il XIV secolo, e stimano che «570 specie di uccelli andarono perdute dopo l’arrivo degli uomini nel Pacifico orientale, comprese le Hawaii e le Isole Cook – quasi 100 volte il tasso di estinzione naturale». Ma ritengono che ci sia stato anche un importante evento di estinzione nel IX secolo a.C., causato soprattutto dall’arrivo degli esseri umani nel Pacifico occidentale, comprese le Fiji e le Isole Marianne, nonché nelle Isole Canarie nell’Atlantico, ed evidenziano che è in corso un altro gigantesco evento di estinzione in corso, iniziato a metà del XVIII secolo, da quando «Oltre all’aumento della deforestazione e alla diffusione di specie invasive, gli uccelli hanno dovuto affrontare ulteriori minacce provocate dall’uomo quali il cambiamento climatico, l’agricoltura intensiva e l’inquinamento».
Cooke ha detto a Nature che «L’introduzione di roditori e animali domestici probabilmente portò alla perdita di specie ben documentate durante questo periodo, come il corvo beccolargo (Corvus impluviatus), che un tempo viveva nelle Hawaii».
Lo studio “iucn_sim: a new program to simulate future extinctions based on IUCN threat status”, pubblicato nel novembre 2020 su Ecogeography da alcuni dei ricercatori che hanno pubblicato anche il nuovo studio su Nature Communications avvertiva che nelle prossime centinaia di anni corriamo il rischio di perdere fino a 700 specie di uccelli in più, il che rappresenterebbe una decimazione di specie senza precedenti causata dell’uomo. Ma Cooke conclude: «Sta a noi decidere se ulteriori specie di uccelli si estingueranno o meno. La recente conservazione ha salvato alcune specie e ora dobbiamo aumentare gli sforzi per proteggere gli uccelli, con il ripristino dell’habitat guidato dalle comunità locali».