Accolto il ricorso contro il nuovo decreto per uccidere l’orsa Jj4. Trovato morto l’orso M62
M62 morto probabilmente in un combattimento con un altro maschio. LNDC: «Continuiamo a chiederci perché vuole a tutti i costi uccidere JJ4»
[2 Maggio 2023]
Il 30 aprile la Provincia autonoma di Trento (PAT) ha annunciato che «La carcassa di un orso è stata rinvenuta da un gruppo di escursionisti in una zona impervia tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino. Si tratta dell’esemplare M62. L’animale appare in stato di decomposizione. La sua identità è confermata dalle marche auricolari che gli erano state applicate nel novembre 2021. A stabilire le cause della morte sarà l’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, al quale sarà consegnato l’esemplare. Il recupero è stato curato dal Corpo forestale trentino».
In un successivo comunicato la PAT ha aggiunto che Le ferite sulla carcassa di M62, ritrovato morto sul gruppo del Brenta – sopra il lago di Molveno – sono probabilmente da attribuire all’attacco di un maschio di orso adulto (…). Gli scontri tra plantigradi possono avvenire durante l’intero arco dell’anno; nella stagione degli amori, che è già iniziata, questo rischio aumenta».
Ma a tenere banco è ancora il destino dell’orsa Jj4. «E’ di nuovo salva – annuncia LNDC Animal Protection – il Tar di Trento si è pronunciato a seguito del nuovo decreto presentato dal Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, per uccidere la madre di tre cuccioli di cui tutti gli italiani parlano. Non contento di aver visto sospendere dal Tar di Trento le precedenti ordinanze di abbattimento, Fugatti ci ha provato di nuovo e ha emesso pochi giorni fa un nuovo decreto per uccidere JJ4 contro il quale LNDC Animal Protection si è scagliato immediatamente facendo nuovamente ricorso al Tar per chiederne la sospensione. La richiesta di LNDC Animal Protection è stata ascoltata».
La presidente di LNDC Animal Protection, Piera Rosati, sottolinea: «Fugatti emette ordinanze di abbattimento e noi continuiamo a richiederne la sospensione. Ma lui continua a insistere. Continuiamo a chiederci perché vuole a tutti i costi uccidere JJ4. L’orsa è ormai rinchiusa al Casteller e non costituisce alcun pericolo. Inoltre la Provincia di Trento è in attesa di conoscere i pareri tecnici sul trasferimento all’estero dell’animale e sull’idoneità delle strutture. Quindi qual è davvero il problema? Cosa sta cercando di dimostrare andando contro l’intera Nazione che guarda con preoccupazione alla vicenda? Pensa davvero così di conquistare il suo elettorato in vista delle elezioni di ottobre? Noi continuiamo a difendere tutti gli orsi trentini e non molleremo la presa finché non sapremo che sono al sicuro e che il progetto Life Ursus sarà gestito come avrebbe sempre dovuto essere».
Gli animalisti evidenziano che «Negli anni sono stati commessi troppi errori che gli orsi hanno pagato a caro prezzo. Ma LNDC Animal Protection non è rimasta a guardare e si è sempre battuta per salvare la vita degli orsi, caso dopo caso. L’Associazione negli ultimi anni ha intrapreso molte azioni legali a tutela degli orsi trentini. Ha seguito tutte le precedenti vicende giudiziarie che hanno riguardato JJ4 e in passato ha combattuto anche per evitare la prigione a vita per M49, purtroppo ancora detenuta al Casteller. Ha inoltre promosso il ricorso che ha portato all’annullamento definitivo, ad opera del Consiglio di Stato, delle “linee guida” emanate dalla Provincia autonoma di Trento, ad integrazione del PACOBACE, che prevedevano l’abbattimento tout court di ogni esemplare giudicato “problematico”».
Michele Pezone e Paolo Letrari, che hanno curato il ricorso della LNDC, concludono: «Il Presidente ha chiaramente affermato che non si può ricorrere all’abbattimento se vi è la possibilità di trasferimento dell’orsa in altre strutture e ha ordinato alla PAT e anche al Ministero dell’Ambiente di depositare entro il giorno 11 maggio tutta la documentazione utile per fare questo tipo di valutazione. Inoltre il Presidente ha finalmente chiarito un concetto fondamentale, e cioè che non si può gestire il mantenimento numerico degli orsi a colpi di ordinanze contingibili o di decreti di abbattimento, perché questa è una pratica contro legge. Il 25 maggio si terrà l’udienza collegiale innanzi al TAR di Trento, nella quale insisteremo per la definitiva conferma del provvedimento di sospensione».