Antartide: catastrofico fallimento riproduttivo per i pinguini imperatore (VIDEO)

Insieme al ghiaccio marino, scomparse le colonie di pinguini imperatore nel mare di Bellingshausen

[25 Agosto 2023]

Secondo lo studio “Record low 2022 Antarctic sea ice led to catastrophic breeding failure of emperor penguins”, pubblicato su Communications Earth & Environment  da Peter Fretwell e Norman Ratcliffe del British Antarctic Survey (BAS) e dalla ricercatrice indipendente francese  Aude Boutet, «Le colonie di pinguini imperatore hanno subito un fallimento riproduttivo senza precedenti in una regione dell’Antartide dove nel 2022si è verificata la totale perdita di ghiaccio marino. La scoperta supporta le previsioni secondo le quali, sulla base delle attuali previsioni globali e i trend del riscaldamento, oltre il 90% delle colonie di pinguini imperatore saranno quasi estinte entro la fine del secolo».

Secondo i ricercatori del BAS c’è un’alta probabilità che nessun pulcino sia sopravvissuto in 4 delle 5 cinque colonie di pinguini imperatore (Aptenodytes forsteri) conosciute nel mare di Bellingshausen centrale e orientale. Gli scienziati hanno esaminato le immagini satellitari che mostravano la perdita di ghiaccio marino nei siti di riproduzione, ben prima che i pulcini sviluppassero piume impermeabili.

Al BAS spiegano che «I pinguini imperatore dipendono dal ghiaccio marino stabile e saldamente attaccato alla riva (ghiaccio “rapido”) per la maggior parte dell’anno, da aprile a gennaio. Una volta arrivati ​​al luogo di riproduzione prescelto, i pinguini depongono le uova durante l’inverno antartico, da maggio a giugno. Le uova si schiudono dopo 65 giorni, ma i pulcini non si involano fino all’estate, tra dicembre e gennaio. All’inizio di dicembre 2022, l’estensione del ghiaccio marino antartico aveva raggiunto il precedente minimo storico registrato nel 2021. La perdita più estrema è stata osservata nella regione centrale e orientale del Mare di Bellingshausen, a ovest della penisola antartica, dove nel novembre 2022 si registrava un calo del 100% perdita di ghiaccio marino».

Fretwell, autore principale dello studio, ha sottolineato che «Non avevamo mai visto i pinguini imperatore non riuscire a riprodursi, su questa scala, in una sola stagione. La perdita di ghiaccio marino in questa regione durante l’estate antartica ha reso molto improbabile la sopravvivenza dei pulcini sfollati. Sappiamo che i pinguini imperatore sono altamente vulnerabili in un clima in fase di riscaldamento e le attuali prove scientifiche suggeriscono che eventi estremi di perdita di ghiaccio marino come questo diventeranno più frequenti e diffusi».

Dal 2016, l’Antartide ha avuto i quattro anni con l’estensione del ghiaccio marino più bassa registrati dai satelliti negli ultimi 45 anni, con i due anni più bassi nel 2021/22 e nel 2022/23. Tra il 2018 e il 2022, il 30% delle 62 colonie di pinguini imperatore conosciute in Antartide sono state colpite da una perdita parziale o totale del ghiaccio marino. I ricercatori evidenziano che «Sebbene sia difficile collegare immediatamente specifiche stagioni estreme ai cambiamenti climatici, l’attuale generazione di modelli climatici prevede un declino a lungo termine dell’estensione del ghiaccio marino».

I pinguini imperatori avevano già risposto ad episodi di perdita di ghiaccio marino spostandosi in siti più stabili l’anno successivo. Ma gli scienziati affermano che «Questa strategia non funzionerà se viene colpito l’habitat del ghiaccio marino in un’intera regione».

Gli scienziati fanno notare che «Nell’era moderna, le popolazioni di pinguini imperatori non sono mai state soggette a caccia su larga scala, perdita di habitat, pesca eccessiva o altre interazioni antropiche locali. Insolitamente per una specie di vertebrati, il cambiamento climatico è considerato l’unico fattore importante che influenza il cambiamento della popolazione a lungo termine. I recenti sforzi per prevedere le tendenze della popolazione dei pinguini imperatori partendo dalle previsioni sulla perdita di ghiaccio marino hanno dipinto un quadro desolante, dimostrando che se gli attuali tassi di riscaldamento persistono, oltre il 90% delle colonie saranno quasi estinte entro la fine di questo secolo».

Le 5 colonie di pinguini studiate – Rothschild Island, Verdi Inlet, Smyley Island, Bryan Peninsula and Pfrogner Point – sono state tutte scoperte negli ultimi 14 anni utilizzando immagini satellitari ed è stato dimostrato che tutte e 5 le colonie ritornano nello stesso luogo ogni anno per riprodursi: Il solo precedente caso di fallimento riproduttivo è stato quello del 2010 nella penisola di Bryan.

Dato che le macchie marroni del guano dei pinguini risaltano chiaramente contro il bianco assoluto del ghiaccio e della neve, ora gli scienziati utilizzano abitualmente le immagini satellitari per scoprire e monitorare le colonie di pinguini imperatore. Il team autore dello studio  ha utilizzato le immagini della missione satellitare Copernicus Sentinel-2 della Commissione europea, che monitora continuamente l’area dell’Antartide dal 2018.
Negli ultimi 7anni, il ghiaccio marino attorno all’Antartide è diminuito in modo significativo. Alla fine di dicembre 2022, l’estensione del ghiaccio marino era la più bassa mai registrata nei dati satellitari iniziati 45 anni fa. Nel Mare di Bellingshausen, dove ci sono le colonie di pinguini oggetto di questo studio, il ghiaccio marino non ha iniziato a riformarsi fino alla fine di aprile 2023 e i ricercatori sottolineano che «Da allora, la deviazione dalla norma si è intensificata: al 20 agosto 2023 l’estensione del ghiaccio marino era inferiore di 2,2 milioni di km2 rispetto alla mediana del periodo 1981-2022 (17,9 milioni di km 2 ), superando significativamente il minimo invernale record del 20 agosto 2022 di 17,1. milioni di Km2 . Quest’area mancante è più grande della Groenlandia, o circa 10 volte più grande del Regno Unito».

Caroline Holmes, una scienziata climatica polare del BAS aggiunge: «Attualmente, nell’agosto 2023, l’estensione del ghiaccio marino in Antartide è ancora molto al di sotto di tutti i record precedenti per questo periodo dell’anno. In questo periodo in cui gli oceani si stanno congelando, vediamo aree che sono ancora, sorprendentemente, in gran parte prive di ghiaccio. I cambiamenti annuali nell’estensione del ghiaccio marino sono legati a modelli atmosferici naturali come l’El Niño-Southern Oscillation, la forza della corrente a getto dell’emisfero meridionale e i sistemi regionali di bassa pressione. Avremo bisogno di anni di osservazioni mirate e di modellizzazione per sapere con precisione quanto le condizioni attuali siano influenzate da questi fenomeni e dalla variabilità naturale dell’oceano. Tuttavia, gli ultimi anni di crollo dei record di ghiaccio marino e di riscaldamento del sottosuolo dell’Oceano Meridionale indicano fortemente che il riscaldamento globale indotto dall’uomo sta esacerbando questi estremi. I modelli climatici mostrano un declino del ghiaccio marino antartico sia in termini di emissioni di anidride carbonica umane attuali che previste».

Jeremy Wilkinson, un fisico del ghiaccio marino del BAS, conclude: «Questo studio rivela in modo drammatico la connessione tra la perdita di ghiaccio marino e l’annientamento dell’ecosistema. Il cambiamento climatico sta sciogliendo il ghiaccio marino a un ritmo allarmante. E’ probabile che scomparirà dall’Artico nel 2030  e in Antartide, le quattro estensioni di ghiaccio marino più basse registrate sono state dal 2016.E’ un altro segnale di avvertimento per l’umanità che non possiamo continuare su questa strada, i politici devono agire per ridurre al minimo l’impatto del cambiamento climatico. Non c’è più tempo».

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  • Emperor penguin chicks didn't survive the loss of sea ice | British Antarctic Survey