Bioenergia per salvare gli uccelli delle praterie
Consentirebbe di rendere produttive aree oggi in perdita e farebbe aumentare la presenza di specie di avifauna fino all’8%
[3 Dicembre 2021]
Lo studio “Growing grasses in unprofitable areas of US Midwest croplands could increase species richness”, pubblicato su Biological Conservation da Jasmine Kreig del Bredesen Center dell’università del Tennessee, Esther Parish ed Henriette Jager dell’Oak Ridge National Laboratory ha dimostrato che l’utilizzo di terreni agricoli meno redditizi per coltivare colture bioenergetiche come il pànico verga (Panicum virgatum), una delle specie dominanti delle praterie di erba alta nell’America settentrionale, potrebbe alimentare non solo l’energia pulita, ma anche avere ricadute benefiche sulla biodiversità.
I ricercatori ricordano nello studio che «Gli Stati Uniti hanno un grande potenziale per coltivare colture energetiche perenni , ma poiché queste colture vengono coltivate raramente negli attuali territori agricoli, non è chiaro come la biodiversità possa essere influenzata. Nel tempo, con l’aumento dell’agricoltura, molte specie delle praterie sono diminuite».
La Kreig ha sviluppato e convalidato modelli di distribuzione delle specie per 28 specie di uccelli in tutto lo Iowa e ne è venuto fuori che la coltivazione di erbe delle praterie autoctone potrebbe anche aiutare l’avifauna, aumentando la diversità delle specie dal 3% minimo fino all’8% ricorvertendo a praterie di panico verga gli acri coltivati a mais/soia che attualmente hanno un basso ritorno sull’investimento.
I ricercatori statunitensi hanno esaminato appezzamenti di terra nel Midwest Usa responsabili di una perdita economica di circa 110 milioni di dollari all’anno dal 2013 al 2016 e dicono che «Se circa il 3% di queste aree fosse convertito in panico verga, potrebbero generare circa 7,6 milioni di tonnellate di materiale vegetale secco da utilizzare nei biocarburanti e nei bioprodotti».
Inoltre, lo studio fa notare che «Le aree non redditizie tendevano a trovarsi lungo i corsi d’acqua, il che suggerisce che l’istituzione di riserve rivierasche come potenziali aree cuscinetto può avvantaggiare la biodiversità aviaria, migliorando al contempo la qualità dell’acqua e riducendo i costi inutili per gli agricoltori».
La Jager conclude: «Trovare modi per coltivare colture economicamente vantaggiose che aiutino anche a ripristinare l’habitat per le specie di uccelli delle praterie è una vittoria per tutti. Questa è un’opportunità per raggiungere sia gli obiettivi per le energie rinnovabili che quelli di conservazione».