Associazioni, sindaci e partiti chiedono l’annullamento delle concessioni per due centrali
Biomasse e Parco del Matese: i due ambientalismi, le rinnovabili e la politica in Molise
Legambiente: «In piazza anche chi non fatto niente per il Matese e chi prima voleva gli impianti»
[23 Ottobre 2014]
Ieri, al grido di “Questa battaglia la vinceremo noi” a Campobasso c’è stata una manifestazione per chiedere alla Regione Molise di revocare e annullare l’autorizzazione per due centrali a biomasse.
Al corteo, dichiaratamente apartitico, oltre agli 8 sindaci dei Comuni che si oppongono al progetto di realizzazione delle due centrali a biomasse hanno però partecipato diversi esponenti politici, come il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Antonio Federico e i consiglieri comunali Michele Durante e Simone Cretella. Tra le tante associazioni presenti spiccava la presenza di Libera Molise, Mamme per la Salute e l’Ambiente Onlus e Fare Verde.
Alla conclusione del corteo, il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, ha ricevuto i sindaci ribadendo che la sospensione della decisione sul via libera alle centrali a biomasse durerà fino al 5 novembre, poi tutto verrà valutato dal Tar.
Assente al corteo anti-biomasse (e molto criticata) Legambiente Molise che ha spiegato il perché della sua decisione di non partecipare alla manifestazione con una lettera aperta al Parco del Matese.
«In questo contesto di allarme ambientale – scrive il Cigno Verde Molisano – in molti si chiedono per quale motivo proprio noi, che da trent’anni ormai siamo in prima linea per difenderti e valorizzarti con l’istituzione di un parco, non ci siamo fatti vivi al presidio contro le ormai famigerate centrali a biomasse. Tu già sapevi, e senz’altro non ti sei meravigliato, che da sempre siamo favorevoli alla realizzazione degli impianti alimentati con fonti energetiche rinnovabili (eolico, fotovoltaico o biomasse che siano). Lo siamo sempre stati e lo siamo ancora, convinti che solo con lo sviluppo di queste fonti di energia e la riduzione dell’uso dei combustibili fossili si può sperare di contrastare efficacemente il cambiamento climatico in atto. In particolare le biomasse sono da considerare una delle fonti energetiche più importanti per il raggiungimento in Italia degli obiettivi di riduzione dei gas serra fissati dall’Unione Europea».
Secondo Legambiente Molise, «Le biomasse inoltre rappresentano una grande opportunità per l’agricoltura e l’ambiente, anche perché concorrono all’integrazione del reddito agricolo, alla valorizzazione dei suoi sottoprodotti che altrimenti sarebbero trattati come rifiuti tout court». Gli ambientalisti ricordano che «Non siamo però per la produzione di energia ad ogni costo e dovunque, come sappiamo che esistono differenze importanti sui rischi nell’impiego delle diverse fonti di energia (per esempio tra il cippato e la pollina). È per questo che non ci siamo schierati per il no senza se e senza ma ed è per questo chiediamo (da sempre) che la Regione metta mano alla propria normativa in materia e si doti di un piano energetico. Vedi, caro Matese, purtroppo, ti sei ritrovato in una famiglia dove per troppi anni un padre distratto ha trascurato i propri figli e non si è minimamente preoccupato di stabilire delle efficaci regole di comportamento che potessero renderli forti, mettendoli al riparo da attacchi esterni, anche da coloro che nel proprio camino bruciano qualsiasi cosa e usano anche pellet di dubbia provenienza, da chi sversa nel Biferno e non solo nel Biferno, con scarichi abusivi, da chi abbandona rifiuti ingombranti, da chi ha costruito selvaggiamente e da chi ti ha violato e ferito scavandoti fino nel profondo per estrarre materiale da costruzione».
Legambiente sferra un duro attacco alla classe politica molisana, compresi alcuni degli esponenti che erano in piazza a protestare: «Per troppi anni coloro che avrebbero dovuto ripararti da tutto questo non l’hanno mai fatto, ora un’intera popolazione scende in campo e si mobilita; questo è un buon segno, ma adesso è ora di passare dalla “protesta contro” alla protesta corale perché la Regione vari finalmente norme efficaci di programmazione del territorio e in materia di produzione di energia, che definisca le possibilità di localizzazione, le tipologie di impianti e i livelli di produzione in ordine alla riduzione delle emissioni di gas serra secondo gli obiettivi europei. Per troppo tempo la Regione ha colpevolmente evitato questi passi, giustificando le preoccupazioni dei cittadini. Certo, caro Matese, fa specie notare tra quanti ora protestano, la presenza di chi in passato poteva operare e non ha operato, oppure, addirittura, si è dato da fare attivamente per la realizzazione di quegli impianti che ora dice di non volere. Sarà un caso ma spesso sono le stesse persone che hanno preferito speculare e fare affari su iniziative industriali inquinanti e fallimentari sul piano economico, ma vantaggiose per pochi, lasciando morire intere comunità, condannandole alla marginalità e allo spopolamento e che non hanno mai mosso un dito per la tua difesa, per promuovere le tue ricchezze e le tue bellezze».
Il Cigno Verde conclude: «Per questo siamo convinti (da sempre) che solo una politica di sviluppo basata sulla tutela del territorio possa garantire un futuro alle nostre comunità, e per questo chiediamo (da sempre) l’istituzione di quel Parco del Matese, che pure tanti cittadini chiedono da anni e che segna il confine tra il disordine, l’oblio, la marginalità, lo spopolamento, la disoccupazione e la bellezza, la tutela, la valorizzazione, la conservazione, lo sviluppo sostenibile e l’orgoglio e l’emozione di condividere con il mondo intero i tuoi profumi, i tuoi sapori, la tua cultura».