Il Partido dos Trabalhadores e i parlamentari indigeni: è incostituzionale e annunciano battaglia in Senato

Brasile: i deputati approvano il disegno di legge che attacca le popolazioni indigene

Greenpeace: PL 490, un incentivo al genocidio indigeno. Survival International: fermiamo il più grave attacco ai diritti indigeni da decenni

[1 Giugno 2023]

Nonostante la vittoria alle presidenziali di Lula, la Câmara dos Deputados del Brasile è ancora pesantemente condizionata dai deputati della  lobby della bancada ruralista che il 30 maggio hanno nuovamente sferrato un attacco contro i popoli indigeni e l’ambiente. approvando quello che Greenpeace Brasil definisce «L’oltraggioso Projeto de Lei 490/2007, che tenta di legalizzare la fantasiosa tesi del Marco Temporal». Come spiega Survival International: «Con 283 voti a favore e 155 contrari, la Camera dei Deputati brasiliana ha approvato un disastroso progetto di legge che minaccia la sopravvivenza dei popoli indigeni del Paese: si tratta del più grave attacco ai diritti indigeni da decenni».

Danicley Aguiar, portavoce della campanha de Amazônia di Greenpeace Brasil, «L’approvazione della PL 490 da parte della Camera dei Deputati viola la Costituzione del 1988. L’approvazione della PL 490 corona gli sforzi della bancada ruralista  per relativizzare i diritti indigeni e forzare l’apertura dei territori tradizionali all’agribusiness e ad altre attività economiche non in grado di coesistere con la foresta, ignorando il desiderio di riparazione storica ai popoli originari espresso dalla società negli articoli 231 e 232 della Costituzione del 1988. In pieno  XXI secolo, non possiamo tollerare che un pugno di deputati compromessi con la reazione continui a lavorare per invertire la volontà della maggioranza dei brasiliani. Basta! La bancada ruralista deve capire che qualsiasi attacco ai diritti degli indigeni è un attacco alla democrazia».

La deputata Célia Xakriabá del Partido Socialismo e Liberdade – la prima deputata indigena dello Stato di Minas Gerais – ha denunciato durante il dibattito alla Camera: «Il PL 490 intende uccidere la donna più anziana dell’umanità, che è la Terra».

Un’altra deputata indigena. Juliana Cardoso del Partido dos Trabalhadores (PT)  aveva chiesto il  ritiro del disegno di legge dall’ordine del giorno e ha denunciato: «Questo è il progetto della morte, del ritardo e della regressione; è il progetto della perversità, del profitto al di sopra della vita umana. Nel Paese i nostri indigeni sono stati storicamente e vergognosamente sfruttati, ridotti in schiavitù, massacrati e assassinati dall’invasione del 1500. Ora, questo progetto di morte vuole porre fine, ancora una volta, ai diritti acquisiti e vuole promuovere l’ingiustizia e legalizzare la violenza. Oltre ad essere un crimine contro le popolazioni indigene, il progetto consentirà e faciliterà un aumento significativo della deforestazione e comprometterà gli obiettivi climatici a livello globale. Questo è un progetto che elimina i diritti costituzionali del nostro popolo. Non ci occupiamo solo dei diritti dei popoli indigeni, ma dell’ambiente e della vita sulla Terra. Il testo apporta violazioni in tutti gli articoli. Ci sono 14 articoli che violano non solo la vita delle popolazioni indigene, la mia gente, ma anche la questione ambientale. Non ci sono condizioni perché si apra le porte a persone che non sono indigene, in modo che possano fare profitti lì, nelle centrali idroelettriche, nelle miniere, nella speculazione fondiaria contro le popolazioni indigene. Non uccidere il rapporto con la gente, con la Mata Atlântica, a causa del vostro rapporto con il denaro».

Ora, il PL 490 passa all’esame del  Senado Federal, dove  gli ambientalisti e gli indios sperano che venga bocciato e Aguiar evidenzia che «Per questo è fondamentale che il presidente della Camera, Rodrigo Pacheco, garantisca un iter adeguato, facendo in modo che il progetto sia inoltrato alle apposite commissioni tecniche. “I senatori devono, insieme alla società, dibattere sui problemi di questo progetto, riconoscerne l’incostituzionalità e respingerlo».

Il PL 490, oltre a stabilire il Marco Temporal  ende praticamente impraticabile la delimitazione delle Terras Indígenas  e apre i territori tradizionali anche allo sfruttamento economico da parte di popolazioni non indigene, relativizzando l’usufrutto esclusivo riconosciuto alle popolazioni indigene dall’articolo 231 della Costituzione federale.

In sintesi, il progetto di legge prevede: Il Marco Temporal, tesi che sostiene che solo i popoli che le  occupavano nel giorno della promulgazione della Costituzione Federale, il 5 ottobre 1988, avrebbero diritto alle loro terre (il che escluderebbe gli indios scacciati b con la forza dalle loro terre ancestrali); Un “contratto di cooperazione” tra popolazioni indigene e non, affinché possano svolgere attività economiche nelle Terras Indígenas; Contatti con popoli in isolamento volontario  “per mediare azioni statali di pubblica utilità”, violando la volontà di questi popoli indigeni riguardo alle modalità di interazione con la società brasiliana. Inoltre, il testo prevede che le parti interessate potranno contestare la demarcazione delle Terras Indígenas in qualsiasi fase del processo di demarcazione amministrativa, oltre a proteggere gli invasori autorizzandone l’espulsione solo dopo la conclusione del processo di demarcazione.

Anche il Wwf Brasil «Considera questi e altri cambiamenti nell’MP 1154 come importanti battute d’arresto, un tentativo di invertire la rotta da parte del Congresso che ignora il valore sociale, culturale ed economico dell’agenda socio-ambientale. Ma il Senato può ancora evitare tale smantellamento. i senatori potrebbero ricollocare il Brasile nel ruolo di protagonista mondiale nella lotta al cambiamento climatico e nella tutela delle popolazioni indigene, con giustizia sociale e sviluppo sostenibile».

Greenpeace Brasil avverte; «Se approvato, questo progetto promuoverà più violenza contro le popolazioni indigene e la distruzione delle risorse naturali necessarie per vivere secondo i loro usi e costumi. La farsa del Marco Temporal si concretizza attualmente in due diverse sedi: alla Camera dei Deputati, nella forma di PL 490, e al Supremo Tribunal Federal (STF), con la sentenza, prevista per il 7 giugno, di un ricorso per la reintegrazione di possesso presentato dal governo di Santa Catarina (SC) contro il popolo Xokleng, con riferimento alla Terra Indígena Ibirama-Laklãnõ. A giudizio dell’STF, il Marco Temporal è l’argomento principale per il governo di SC per continuare a cercare di limitare il diritto originario del popolo Xokleng al suo territorio tradizionale, dal quale è stato espulso per tutto il XX secolo e combatte da più di 70 anni per riaverlo.  Chiedere agli Xokleng, e a tanti altri popoli in tutto il Brasile, di essere nei loro territori tradizionali il 5 ottobre 1988 significa ignorare l’intero processo di espansione della fronteira agropecuária, che è stato in gran parte segnato dalla violenza di agenti pubblici e privati a scapito delle popolazioni indigene, generalmente espulse dai loro territori tradizionali a colpi di arma da fuoco».

Anche per Survival International, Se la proposta sarà approvata, centinaia di territori indigeni, casa di oltre un milione di persone, potrebbero essere distrutti segnando anche la fine di decine di tribù incontattate. Tutto ciò viola direttamente la Costituzione brasiliana e la legge internazionale, ma la potente lobby del settore agroindustriale non se ne preoccupa. Il voto del Senato potrebbe arrivare in qualsiasi momento».

Per questo l’organizzazione che difende i popoli in digeno chiede a tutti di scrivere subito ai senatori brasiliani per «esortali a votare contro questa assurda e pericolosa proposta di legge».

Il leader della maggioranza di governo alla Camera, José Guimarães (PT), ha preso posizione contro il progetto di legge e ha l’impegno del governo Lula per l’ambiente e dei popoli indigeni e ha rivelato di essersi impegnato per 48 ore per  cercare di rinviare la votazione sul progetto: «Ho fatto uno sforzo particolare per cercare consenso e questa questione non andasse ai voti. Non capisco come si sia potuto votare. attraverso un disegno di legge. su una questione che, per me, è una clausola ferrea della Costituzione. Se fosse una proposta di modifica della Costituzione, bene, potremmo discuterne. Ma un disegno di legge non può cambiare ciò che è nell’art. 231 della nostra Costituzione. L’articolo 231 della Costituzione federale stabilisce i criteri per la delimitazione delle terre tradizionalmente occupate dalle popolazioni indigene e non menziona un Marco Temporal. I criteri sono: le terre che abitano stabilmente; quelle utilizzati per le loro attività produttive; quelle essenziali alla conservazione delle risorse ambientali necessarie al loro benessere; e quelle necessarie alla loro riproduzione fisica e culturale, secondo i loro usi, costumi e tradizioni».

Per la deputata Erika Kokay (PT), «E’ molto cinico difendere questo progetto, che permette di entrare, senza autorizzazione, nei territori indigeni, che permette di rivedere terre già omologate, che stabilisce il lasso di tempo, che è la legittimazione dell’espropriazione. E vogliono dirci che questo progetto è per difendere le popolazioni indigene. Hanno sangue indigeno sulle mani.Qui stanno perpetrando qui un attacco senza precedenti contro le popolazioni indigene».

Anche per la  Kokay «Il progetto viola la Costituzione brasiliana e non dovrebbe nemmeno essere stato presentato. Legittimizza la rapina che è stata fatta nei territori indigeni. E’ come se gli indigeni, sradicati dal loro territorio prima del 1988, fossero resi invisibili. Ma non possiamo vedere il sangue indigeno nelle mani di coloro che pensano di poter togliere territori, di coloro che pensano di poter assoggettare i popoli indigeni a ciò che abbiamo visto con gli Yanomami, di coloro che pensano di poter far dragare i bambini dalle loro macchine minerarie illegali, come è successo nel territorio degli Yanomami. Siamo qui in difesa della nostra brasilidade. Siamo qui in difesa dei punti di riferimento della civiltà».