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Caccia e richiami vivi: la Corte Costituzionale boccia la Regione Lombardia

No agli ostacoli ai controlli degli organi di vigilanza
 |  Natura e biodiversità

Dopo il  ricorso del Governo, la Corte Costituzionale, con la  sentenza n. 126 pubblicata il 24 maggio 2022, ha dichiarato illegittime due disposizioni approvate nel maggio 2021 dal Consiglio Regionale della Lombardia con le quali  veniva di fatto proibito agli organi di vigilanza di manipolare i richiami vivi usati durante la caccia, per verificare la regolarità e la non contraffazione degli anelli metallici identificativi degli uccelli impiegati come richiami e veniva abolita la banca dati regionale dei richiami vivi da utilizzare nella caccia da appostamento.

Esultano Lega Abolizione Caccia, LAV, LIPU, Wwf ed ENPA che nel 2021 avevano presentato un dettagliato esposto ai ministeri competenti, evidenziando «L’ipotesi di violazione delle normative statali e comunitarie per il contrasto all’uccellagione».

In un comunicato congiunto le associazioni ricordano che «Numerose operazioni condotte dai Carabinieri forestali e dalle Polizie Provinciali hanno infatti dimostrato che attraverso la falsificazione e la contraffazione degli anellini identificativi apposti al tarso dell’animale, è possibile mascherare richiami vivi che sono invece il prodotto di catture illecite in natura, anziché provenire da allevamenti autorizzati. E’ stato pertanto sventato un implicito aiuto al bracconaggio, che era stato ideato con l’idea di porre un ostacolo all’operato degli organi di polizia giudiziaria e alle guardie venatorie volontarie».

Redazione Greenreport

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