Caccia, Lipu: rischio di procedura di infrazione Ue molto concreto se Regioni e ministero non agiranno correttamente
«Dal prossimo anno inevitabile la riduzione della stagione venatoria e delle specie cacciabili»
[31 Gennaio 2022]
A Bruxelles è terminato il processo di revisione delle date di migrazione degli uccelli – il cosiddetto Documento KC (Key concepts) – un lungo processo tecnico-scientifico svolto dalla Commissione europea, che, dice la LIPU/BirdLIfe Italia, «Ha portato alla definizione dei periodi di migrazione pre riproduttiva degli uccelli, essenziali per la loro piena tutela e dunque per la stesura dei calendari venatori in merito alle date di chiusura della caccia».
Un annuncio che arriva nel giorno della chiusura della stagione venatoria 2021/22 che per la Lipu è stata «Segnata dalle vittorie ambientaliste di numerosi ricorsi e da persistenti atti di bracconaggio».
L’associazione ambientalista spiega che «Il nuovo Documento scientifico europeo conferma le date di migrazione italiane, a lungo contestate dal mondo venatorio, e anzi in vari casi le rafforza sotto il profilo della protezione degli uccelli, come ad esempio per il tordo bottaccio e l’alzavola, il cui inizio della migrazione è anticipato di 10 giorni. Il risultato complessivo del lavoro della Commissione europea prevede dunque che, a partire dalla prossima prossima stagione venatoria, la caccia dovrà essere chiusa entro il 31 dicembre per tutte le specie di tordi ed entro il 10 gennaio per tutte le specie di uccelli acquatici, anche considerando il rischio di confusione tra specie non cacciabili e specie cacciabili».
Giovanni Albarella, responsabile del settore caccia e antibracconaggio della Lipu, è soddisfatto: «Messo finalmente un punto sui periodi di caccia – ora è fondamentale risolvere la questione della caccia alle delle specie in cattivo stato di conservazione, cominciando dal divieto di caccia su moriglione, pavoncella e tortora selvatica. La stagione venatoria 2021/22 è stata caratterizzata dai numerosi ricorsi al Tar promossi dalle associazioni ambientaliste che hanno visto vittoriose le nostre ragioni, costringendo quasi tutte le Regioni che avevano inserito queste specie nei loro calendari venatori a fare dietrofront rispetto alla loro cacciabilità di queste tre specie. Ridurre i tempi di caccia ed escludere le specie in cattivo stato di conservazione dalla lista delle specie cacciabili (come ad esempio, oltre alle citate, anche pernice bianca, coturnice e allodola) è l’imperativo a cui si dovranno adeguare le Regioni, con l’indispensabile vigilanza del ministero della Transizione ecologica. In alternativa, la denuncia alla Commissione europea sarebbe inevitabile e molto alta sarebbe la probabilità che l’Europa attivi una procedura di infrazione contro l’Italia, per chiara e reiterata violazione della Direttiva Uccelli»