Ambientalisti e animalisti nettamente contrari alla proposta leghista

Caccia selvaggia, la legge “sparatutto” riparte alla Camera: «Gravissimo attacco alla natura»

«Aprirebbe a una deregulation dell’attività venatoria, favorendo il bracconaggio e ponendo serie minacce alla sicurezza e alla incolumità delle persone»

[27 Marzo 2024]

Dopo aver contribuito in Europa a fermare la legge sul ripristino della natura, in Parlamento le forze politiche che sostengono il Governo Meloni puntano adesso a ridurre al minimo i vincoli sulla caccia.

Riparte infatti oggi in commissione Agricoltura la proposta di legge 1548 avanzata dalla Lega (primo firmatario Bruzzone), dando linfa ai sussulti di inizio anno.

Un’ampia coalizione ambientalista e animalista – composta dalle associazioni Enpa, Lac, Lav, Leidaa, Lipu, Lndc animal protection, Oipa, Federazione nazionale Pro natura, Wwf Italia – è tornata dunque a intervenire sul tema, chiedendo «al Parlamento e al Governo di bocciare  la proposta di legge», anche in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione.

La proposta di legge rappresenta infatti «un gravissimo attacco alla natura e agli uccelli selvatici e che, se approvata, attiverebbe una nuova procedura d’infrazione da parte della Commissione europea nei confronti dell’Italia per la violazione della direttiva Uccelli», sottolineano le associazioni.

In particolare, la pdl propone pratiche che sono vietate dalla direttiva Uccelli quali l’allungamento della stagione venatoria oltre i limiti consentiti, mettendo così a rischio gli uccelli migratori che già da gennaio sono impegnati nel viaggio verso i luoghi di riproduzione; inoltre, la creazione di Istituti regionali sulla caccia, al fine di sostituire i pareri dell’Ispra e permettere il varo di calendari venatori ancora più favorevoli ai cacciatori; poi la caccia 7 giorni su 7, con l’abolizione delle giornate di silenzio venatorie, i calendari emanati con legge per bypassare i ricorsi al Tar, l’esclusione dalla tutela della legge 157 degli uccelli da richiamo e infine il mantenimento della licenza di porto di fucile per chi pratica il bracconaggio in periodi vietati.

«Da oggi riparte l’iter della vergogna – concludono le associazioni ambientaliste e animaliste – una proposta che smontando l’impianto della legge 157, aprirebbe a una deregulation dell’attività venatoria, con un impatto devastante sulla natura e la fauna selvatica, favorendo il bracconaggio e ponendo serie minacce alla sicurezza e alla incolumità delle persone».