Capo Poro: il Comune ordina l’immediata sospensione dei lavori e la riapertura del sentiero

La nuova chiusura denunciata da Legambiente, il Parco Nazionale aveva dato il nulla-osta

[29 Aprile 2022]

La nuova chiusura del sentiero che da Galenzana porta a Capo Poro era stata denunciata nei giorni scorsi da Legambiente Arcipelago Toscano anche con delle foto e il rappresentante delle associazioni ambientaliste nel Consiglio Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano aveva  chiesto spiegazioni e interventi, notando tra l’altro che la cartellonistica del “cantiere” non pare proprio quella prevista dalle vigenti diposizioni di Legge.

La vicenda era finita prima su Elbareport e poi su Il Tirreno  e oggi, con un comunicato stampa, il Comune di Campo nell’Elba, nel cui territorio ricade l’area, rende noto che «Con un provvedimento a firma del Responsabile dell’Area Tecnica Edilizia e Urbanistica del Comune di Campo nell’Elba Carlo Alberto Ridi ieri è stato intimata al proprietario l’immediata sospensione dei lavori e di lasciare libero il passaggio che conduce al Faro di Capo Poro. Con questo provvedimento sarà di nuovo possibile accedere al faro e alle postazioni militari. Luoghi che erano diventati inaccessibili dopo che la società SCAT srl proprietaria dell’area interessata e della quale è legale rappresentante il Geometra Giorgio Vinai aveva posto due recinzioni di cantiere lungo il sentiero 139 sia dal lato proveniente da Punta Bardella che dal lato proveniente da Colle Palombaia/Monte Cenno. Nell’atto l’ufficio tecnico richiede una serie di integrazioni e il parere della Soprintendenza per il sentiero provvisorio ed alternativo già autorizzato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano».

Il sindaco del Comune di Campo nell’Elba, Davide Montauti, evidenzia che «Capo Poro è un luogo simbolico che deve rimanere accessibile per la mia Comunità e per quanti vorranno visitare un luogo di bellezza unica. Quando fu venduto dal Demanio nel 2016, nessuno chiese al Comune di esercitare il diritto di prelazione. Di sicuro non avremmo lasciato un luogo che è una testimonianza storica del nostro territorio in mano ad un  privato. A Capo Poro c’è un pezzo di memoria importante, la batteria militare, i bunker, la stazione vedetta e quello che resta degli edifici  sono la testimonianza della guerra che ha segnato i nostri luoghi. Il faro è simbolo e punto di riferimento anche ideale per una Comunità. Abbiamo scritto alla Soprintendenza ponendo   una serie di quesiti e abbiamo  chiesto di mettere per Batteria di Capo Poro lo stesso vincolo  già presente sulla batteria dell’Enfola che presenta le stesse caratteristiche storico/culurali. Stiamo aspettando la risposta».

Legambiente Arcipelago Toscano esprime grande soddisfazione per la decisione del Comune di Campo nell’Elba di riaprire il sentiero per Capo Poro, ricordando che «Ricade nella Zona B del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e nella Zona speciale di conservazione (Zsc, Direttiva Habitat) e Zona di protezione speciale (ZPS, Direttiva Uccelli) di Monte Capanne – Promontorio dell’Enfola».

Secondo il Cigno Verde isolano, «Il Sindaco Montauti mette così un punto fermo in una vicenda di colonizzazione del territorio segnata di abusi e violazioni, con interventi dei Carabinieri Forestali che hanno portato a multe e denunce ma che non hanno fermato chi vuole privatizzare sentieri e boschi, chi ha chiuso sentieri pubblici storici e ne ha realizzati ex novo o ampliati altri senza permesso per trasformarli in autostrade di accesso a Galenzana».

Ora Legambiente chiede anche al Parco Nazionale di «Ritirare i nulla-osta concessi e di bloccare ogni tipo di attività nell’area di Galenzana/Capo Poro fino a che non saranno risolti i contenziosi messi in atto dalla proprietà. L’atto del Comune mette fine a una prepotenza intollerabile e dovrebbe essere da esempio anche per le altre istituzioni coinvolte».