Cetacei in via di estinzione in un’area del Mediterraneo destinata alle trivellazioni di gas e petrolio
Nella Fossa Ellenica trovati capodogli, zifi, grampi, stenelle e steni. Se non si metteranno regole al traffico navale i capodogli si estingueranno
[30 Ottobre 2023]
Era noto che diverse specie di cetacei popolano la Fossa Ellenica al largo della Grecia in estate, ma fino ad ora si sapeva poco sui loro spostamenti invernali. Questa mancanza di informazioni è stata utilizzata per giustificare delle indagini sismiche alle ricerca di idrocarburi in inverno che potrebbero danneggiare i cetacei.
Lo studio “Summer and winter surveys of deep waters of the Hellenic Trench, Greece, provide insights into the spatial and temporal distribution of odontocetes”, pubblicato su ESR – Endangered Specie Researc da un team di ricercatori dei Greenpeace Research Laboratories dell’università di Exeter e di Greenpeace Grecia, Marine Ecological Research e Pelagos Cetacean Research Institute ha scoperto che Capodogli – a rischio di estinzione a livello regionale – e almeno altre 4 specie di cetacei in via di estinzione vivono tutto l’anno in quest’area del Mediterraneo destinata all’esplorazione di petrolio e gas.
I ricercatori hanno utilizzato due navi di Greenpeace per effettuare rilievi visivi e acustici di vaste aree della Fossa Ellenica, compresi due blocchi destinati alle indagini sismiche e alla potenziale esplorazione di petrolio e gas (Creta occidentale e Creta sud-occidentale). L’area potrebbe anche essere interessata dalla proposta del nuovo gasdotto EastMed, che collegherebbe le riserve di gas del Mediterraneo orientale alla Grecia.
Le indagini sismiche nelle 2 concessioni marine a ovest e sud-ovest di Creta sono iniziate nel novembre 2022 e sono state completate nel febbraio 2023 per conto di ExxonMobil e HelleniQ Energy (ex ELPE). Secondo la pianificazione dell’EDEFEP, la prima perforazione esplorativa è prevista per l’inizio del 2025.
Nel sommario dello studio si legge che «Il Mar Mediterraneo fornisce l’habitat ai cetacei minacciati a livello globale. La Fossa Ellenica è un’importante area per i mammiferi marini, che fornisce l’habitat principale ai capodogli Physeter macrocephalus e agli zifi Ziphius cavirostris . Le indagini hanno caratterizzato la distribuzione di queste specie nelle aree vicine alla costa (<2000 m di profondità). Lo scarso sforzo di indagine nelle acque più profonde durante l’inverno ha consentito di ipotizzare che non sia un habitat importante in inverno. Abbiamo utilizzato il monitoraggio acustico passivo da sistemi trainati per documentare i cetacei durante l’estate e l’inverno, coprendo 18.366 km di tracciato al largo del Peloponneso e di Creta. Abbiamo confermato la presenza acustica di 5 odontoceti: capodogli (n = 49 incontri; profondità media (x): 3360 m; portata (R) : da 1250 a 4210 m), zifi (n = 4; x: 3070 m; R: da 1970 a 3770 m), grampi Grampus griseus (n = 5; x : 3340 m; R: da 2250 a 4440 m), Stenella striata Stenella coeruleoalba (n = 2; x: 2980 m; R: 2490-3470 m) e steno Steno bredanensis (n = 1; 3650 m). Abbiamo anche incontrato 224 delfinidi non identificati, incluso una potenziale pseudorca (3020 m). Abbiamo confermato che queste specie sono presenti nella Fossa Ellenica durante tutto l’anno. Dato l’impatto delle molteplici minacce sui capodogli e sui globicefali nella Fossa Ellenica, suggeriamo che i politici seguano l’approccio precauzionale nella gestione delle attività umane nell’area. Le indagini sismiche in corso, l’estrazione di idrocarburi e la navigazione incontrollata potrebbero avere effetti potenzialmente negativi su queste specie a livello di popolazione e consigliamo cautela nel consentire tali attività in futuro».
La principale autrice dello studio, Kirsten Thompson di Biosciences e dei Greenpeace Research Laboratories dell’università di Exeter, ricorda che «Il Mediterraneo è uno dei mari più trafficati del pianeta e balene e delfini sono già minacciati dalle collisioni con le navi, pesca eccessiva, catture accessorie (cattura accidentale), inquinamento dovuto a sostanze chimiche e plastica e cambiamenti climatici. Anche il rumore è una minaccia importante. Alcune specie di cetacei, ad esempio gli zifi, sono note per essere particolarmente vulnerabili al rumore prodotto dall’uomo, che proviene da fonti quali motori navali, sonar militari e “air guns” utilizzate per rilevare petrolio e gas. Queste minacce combinate potrebbero colpire le popolazioni di balene e delfini che fanno affidamento sulla Fossa Ellenica come habitat chiave. Le acque meno profonde della Fossa Ellenica sono state designate come Important Marine Mammal Area. Sulla base dei nostri risultati, è chiaro che le indagini sismiche e l’estrazione di petrolio e gas lungo la Fossa sarebbero completamente in contrasto con la loro conservazione».
Un coautore dello studio, il direttore del Pelagos Cetacean Research Institute Alexandros Frantzis, sottolinea che «Abbiamo già dimostrato che, se non verranno adottate misure (corsie di navigazione e /o creazione di aree da evitare) vengono lungo tutta la Fossa Ellenica, le collisioni con le navi, da sole, porteranno all’estinzione la popolazione di capodogli del Mediterraneo orientale in pochi decenni. Da 9 anni cerchiamo di convincere le autorità greche ad affrontare questo problema in collaborazione con l’International Maritime Organisation, senza risultati concreti. D’altra parte, la popolazione locale di zifi, dopo decenni di ripetuti spiaggiamenti di massa dovuti all’uso dei sonar militari, sta diminuendo così come le stenelle striate che popolano la Fossa Ellenica. se aggiunte alle pressioni e alle minacce antropiche già esistenti, le indagini sismiche e l’esplorazione di gas e petrolio nell’area saranno il “colpo di grazia” per le popolazioni locali di cetacei».
Kostis Grimanis, di Greenpeace Grecia, ha aggiunto: «Questa importante ricerca dimostra chiaramente che balene e delfini in via di estinzione vivono tutto l’anno in un’area del Mediterraneo di enorme importanza ecologica. La scelta di proseguire con le trivellazioni di petrolio e gas in quelle acque non solo sarà dannosa per la nostra lotta collettiva contro la crisi climatica, ma anche per i nostri sforzi collettivi per conservare e proteggere quelle specie iconiche della biodiversità marina».
Greenpeace Grecia conclude. «In un momento in cui, dopo incendi catastrofici e inondazioni senza precedenti, abbiamo scoperto che la Grecia è davvero vulnerabile alla crisi climatica, la possibilità di estrarre idrocarburi assesterà un altro duro colpo alla ricca biodiversità marina del Paese, ed è per questo che non è solo assurdo ma anche criminale. Per l’ennesima volta chiediamo al governo greco di cancellare i permessi concessi per l’estrazione mineraria nei territori di Creta e nel resto del territorio».