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Un cielo senza rondini. Il killer è il pesticida più usato? [VIDEO]

Dopo il collegamento con il declino delle api i ricercatori pensano anche a quello dei vertebrati
 |  Natura e biodiversità

In Olanda le popolazioni degli uccelli insettivori più comuni, rondini comprese, sono in declino nelle aree agricole con alti livelli dell’insetticida neonicotinoide imidacloprid. A confermarlo è lo studio “Declines in insectivorous birds are associated with high neonicotinoid concentrations” pubblicato su Nature da un team di biologi olandesi della Radboud Universiteit Nijmegene e del  Sovon Centre for Field Ornithology, che analizza dettagliatamente i trend delle popolazioni locali di uccelli  rispetto a diversi fattori ambientali, tra i quali anche le concentrazioni di imidacloprid nelle acque superficiali.

Il principale autore dello studio, Hans de Kroon dell’Institute of Water and Wetland Research, sottolinea che «questo è il primo studio che mette in relazione i possibili effetti nocivi indiretti dell’imidacloprid, attraverso la catena alimentare, per i vertebrati. L’imidacloprid che è l'insetticida più usato nei sistemi agricoli in tutto il mondo, spiega il declino meglio di altri fattori, come l'utilizzo del territorio».

I biologi olandesi hanno messo insieme i dati provenienti dalle Commissioni distrettuali dell’acqua olandesi con i sondaggi suistematici degli uccelli realizzati da associazioni come Sovon   prima e dopo che l'imidacloprid  fosse stato o introdotto nel 1995 nei Paesi Bassi.  Ruud Foppen di Sovon  evidenzia che «Il declino delle specie di uccelli  nei terreni agricoli è iniziato prima del 1995, ma le differenze locali di questo declino che abbiamo stabilito dopo l'introduzione del imidacloprid non si vedono nei censimenti fettuati prima di quel periodo».

Insomma, secondo lo studio, «maggiore è la concentrazione di imidacloprid nell'acqua di superficie, maggiore è la diminuzione del numero di uccelli». Per  le 15 specie di uccelli oggetto dello studio le popolazioni sono diminuite  in media del 3,5% all'anno in zone con più di 20 nanogrammi di imidacloprid per litro. Una concentrazione che è ampiamente superata in molte zone dell’Olanda.

L'imidacloprid è utilizzato in agricoltura e orticoltura per il trattamento di  sementi e bulbi e viene spruzzato nelle coltivazioni in serra ed in campo aperto. E’ ormai noto che colpisce il sistema nervoso centrale degli insetti, disorientandoli e paralizzandoli, fino ad ucciderli. E 'uno dei probabili killer delle api e di altri insetti impollinatori, ma ora sembra avere un effetto micidiale anche su vertebrati come gli uccelli insettivori come storni, rondini e usignoli.

I ricercatori non sanno ancora esattamente cosa provochi il declino dei volatili: potrebbe essere la carenza di prede o l’avvelenamento da parte di insetti contaminati dal pesticida, oppure una combinazione di entrambi. Per altre specie che si cibano di semi l’assunzione di  imidacloprid potrebbe avvenire in questo modo. Non è nemmeno chiaro se il pesticida influisca sul successo riproduttivo delle specie più comuni di avifauna olandese o se comporti un aumento diretto della mortalità o di entrambi i problemi.

Kroon comunque spiega che «i neonicotinoidi sono stati sempre considerati come tossine selettive. Ma i nostri risultati suggeriscono che possono influenzare l'intero ecosistema. Questo studio dimostra quanto sia importante avere buoni insiemi di dati sul campo ed analizzarli con rigore. Grazie alla nostra partnership con organizzazioni come Sovon, si possono scoprire effetti ecologici che altrimenti sarebbero trascurati».

La rete di monitoraggio dell’avifauna olandese è delle più fitte del mondo  e  Foppen aggiunge: «Abbiamo deciso di osservare specie comuni di insettivori, come ad esempio lo storno e la  rondine comune perché non erano disponibili dati sufficienti su questi uccelli per analizzarne le densità ed i trend numerici.  La maggior parte degli uccelli si ciba intorno a canali, siepi e margini dei campi. Molti insetti che sono importanti per gli uccelli trascorrono parte del loro ciclo vitale in acqua. I biologi hanno confrontato questi insiemi di dati con un database che registra i cambiamenti dell’uso del suolo».

Le conclusioni dei ricercatori non sembrano lasciare dubbi: «Abbiamo esaminato molto attentamente gli altri fattori che potrebbero riguardare il declino di questi uccelli. La nostra analisi mostra che, sulla base dei dati, l’imidacloprid è di gran lunga il miglior fattore esplicativo delle differenze nelle tendenze tra le aree».

Redazione Greenreport

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