Come parlano i funghi. Ife, micelio e impulsi elettrici

Secondo uno studio, comunicano tra loro usando fino a 50 "parole"

[8 Aprile 2022]

Lo studio “Language of fungi derived from their electrical spiking activity”, pubblicato su Royal Society Open Science da Andrew Adamatzky dell’Unconventional Computing Laboratory (UWE) di Bristol, potrebbe rivoluzionare la nostra percezione e conoscenza dei funghi che, da organismi silenziosi e relativamente autonomi diventerebbero comunicatori, Infatti, grazie all’analisi matematica dei segnali elettrici che i funghi si inviano apparentemente l’un l’altro,  Adamatzky ha identificato «Modelli che presentano una sorprendente somiglianza strutturale con il linguaggio umano».

Già studi precedenti suggerivano che i funghi potessero inviare impulsi elettrici attraverso le ife, le loro lunghe strutture filamentose sotterranee, in modo simile a come le cellule nervose trasmettono informazioni negli esseri umani. Gli studi avevano anche dimostrato che la frequenza di attivazione di questi impulsi aumenta quando le ife dei funghi che digeriscono il legno entrano in contatto con il loro cibo, aumentando la possibilità che i funghi utilizzino questo “linguaggio” elettrico per condividere informazioni su cibo o pericolo con altri funghi distanti da loro o con partner connessi con le ife, come alberi.

Ma Adamatzky  si è chiesto se questo svilupparsi di attività elettrica tra i funghi avesse qualcosa in comune con il linguaggio umano e per questo ha analizzato i modelli dei picchi elettrici generati da 4 specie di funghi: fungo fantasma (Omphalotus nidiformis), fungo dell’olmo (Flammulina velutipes), Schizophyllum commune e Cordyceps militaris. Per riuscirci, ha inserito minuscoli microelettrodi nei substrati colonizzati dal micelio di tutte e 4 le specie.

Intervistato da The Guardian, Adamatzky ha sottolineato che «Non sappiamo se esiste una relazione diretta tra i modelli dei picchi nei funghi e il linguaggio umano. Forse no. D’altra parte, ci sono molte somiglianze nell’elaborazione delle informazioni nei substrati viventi di diverse classi, famiglie e specie. Ero solo curioso di fare un confronto». Ed è così che ha scoperto che questi picchi spesso si raggruppavano in treni di attività, simili a vocabolari contenenti fino a 50 parol, e che la distribuzione di queste “fungal word lengths” corrispondeva strettamente a quelle delle lingue umane.

Gli Schizophyllum commune, che crescono su legno in decomposizione e i cui corpi fruttiferi assomigliano a onde ondulate di corallo fitto – hanno prodotto  le “frasi” più complesse di tutte. Adamtzky suggerisce che «Le ragioni più probabili di queste ondate di attività elettrica sono il mantenimento dell’integrità dei funghi – analogamente ai lupi che ululano per mantenere l’integrità del branco – o la segnalazione ad altre parti del loro micelio di nuove fonti di sostanze attrattive  e repellenti. C’è anche un’altra opzione: non si stanno dicendo nulla. Le punte di propagazione del micelio sono caricate elettricamente e, quindi, quando le punte cariche passano in una coppia di elettrodi differenziali, viene registrato un picco nella differenza di potenziale». Ma lo scienziato è convinto che «Qualunque cosa rappresentino questi “eventi di picco”, non sembrano essere casuali».

Ma alcuni scienziati restano scettici e Dan Bebber, professore associato di bioscienze all’università di Exeter e del Fungal biology research committee della British Mycological Society, ha detto a The Guardia: «Questo nuovo documento rileva schemi ritmici nei segnali elettrici, di una frequenza simile agli impulsi di nutrienti che avevamo già scoperto. Sebbene interessante, l’interpretazione come linguaggio sembra in qualche modo eccessivamente entusiasta e richiederebbe molte più ricerche e di testare criticamente l’ipotesi prima di vedere “Fungus” su Google Translate».