
Confermato il declino dei dugonghi della Grande Barriera Corallina. Colpa del cambiamento climatico

Il nuovo rapporto “Distribution and abundance of dugong and large marine turtles in Moreton Bay, Hervey Bay and the southern Great Barrier Reef” del Centre for Tropical Water & Aquatic Ecosystem Research (TropWATER) della James Cook University (JCU) rivela un declino a lungo termine delle popolazioni di dugonghi (Dugong dugon) lungo la Grande Barriera Corallina, che si estende da Mission Beach a Bundaberg, e Hervey Bay nel Great Sandy Strait. Alla JCU spiegano che «Le indagini aeree condotte nel 2022 confermano che questa tendenza al declino persiste da quasi due decenni, nonostante il rinomato status globale dell’Australia come ospite della più grande popolazione mondiale di questi mammiferi marini vulnerabili».
Il rapporto fa parte di una serie di indagini aeree condotte ogni 5e anni per monitorare la distribuzione e l'abbondanza dei dugonghi lungo la costa del Queensland. Il ricercatore capo per i dugonghi, Chris Cleguer della JCU TropWATER, sottolinea che «Il rapporto mostra una chiara tendenza al declino dal 2005, con un calo annuo stimato della popolazione del 2,3% da Mission Beach a Bundaberg. Abbiamo osservato un calo nel numero complessivo dei dugonghi, con l'area più preoccupante che è la sezione meridionale della Grande Barriera Corallina dalle Whitsundays a Bundaberg. In modo allarmante, abbiamo osservato pochissimi cuccioli in questa regione e solo due coppie madre-cucciolo avvistate nell’area di Gladstone. Il nostro rapporto rafforza l’urgenza di affrontare le minacce contro i dugonghi».
Sebbene la popolazione complessiva sia in calo, l’indagine aerea del 2022 ha confermato aree con un elevato numero di dugonghi in alcune regioni, tra le quali Hinchinbrook, l’area di Townsville e Shoalwater Bay.
I rilievi aerei dei dugonghi nella Grande Barriera Corallina sono uno dei progetti più importanti di monitoraggio della barriera corallina finanziati dalla partnership tra il Reef Trust del governo australiano e la Great Barrier Reef Foundation. La ministra dell'ambiente e dell'acqua, Tanya Plibersek, ha detto che «Il governo è impegnato a porre fine al declino della biodiversità. Questa ricerca, purtroppo, traccia un quadro chiaro di ciò che già sappiamo: è necessario fare di più per affrontare il declino delle specie in Australia, anche nella Grande Barriera Corallina. Voglio vedere questa maestosa creatura sulla via della guarigione. Ecco perché stiamo ripristinando importanti ecosistemi di blue carbon, come lle praterie marine che i dugonghi chiamano casa, e investendo 1,2 miliardi di dollari per proteggere la Grande Barriera Corallina. Stiamo anche sostenendo il governo del Queensland per eliminare gradualmente le reti da posta nella Grande Barriera Corallina, che rappresentano una grave minaccia per le popolazioni di dugonghi»."
Il direttore del monitoraggio e del reporting integrato della Great Barrier Reef Foundation, Charlie Morgan, ha ricordato che «La Grande Barriera Corallina ospita una delle popolazioni di dugonghi più grandi del mondo. La condizione e il comportamento delle singole specie marine come i dugonghi possono dirci molto sulla salute dell'ecosistema nel suo insieme, quindi la notizia che il numero di questi iconici animali marini sta diminuendo è un altro segno che la barriera corallina ha bisogno del nostro aiuto per proteggerla dalla crescente impatti del cambiamento climatico».
Hervey Bay, situata a sud della Grande Barriera Corallina, ha mostrato il tasso stimato più significativo di declino della popolazione pari al 5,7% all’anno tra il 2005 e il 2022. Questi risultati sono collegati a eventi di alluvioni consecutivi all’inizio del 2022, con conseguente estesa perdita della formazione di fanerogame marine, privando i dugonghi della loro fonte di cibo primaria. Cleguer.< conferma che «Gli habitat delle fanerogame marine sono molto sensibili agli eventi meteorologici estremi come i cicloni e le inondazioni, e spesso le praterie sane possono deteriorarsi nel giro di settimane o mesi dopo un evento. E’ molto probabile che alcuni dugonghi siano morti di fame, mentre altri si sarebbero trasferiti negli habitat vicino a Gladstone in cerca di cibo. Abbiamo scoperto che i dugonghi rimasti trovarono rifugio proprio nel cuore della Hervey Bay, dove resistevano ancora sacche di piante più profonde. Il caso di Hervey Bay serve da avvertimento su ciò che potrebbe continuare a verificarsi nelle future condizioni climatiche, sottolinea l’urgenza di preservare e comprendere gli habitat delle fanerogame marine, in particolare quelli delle acque più profonde».
Dopo i risultati del rapporto di Cleguer e del suo team, il Department of climate change, energy, the environment and water (DCCEEW) ha dato finanziamenti per riesaminare Hervey Bay per valutare il recupero dei dugonghi in quest'area. Secondo i ricercatori della della JCU TropWATER, «Il declino dei dugonghi a Hervey Bay può essere collegato a eventi di inondazioni consecutive all’inizio del 2022, con conseguente perdita di fanerogame marine e privazione dei dugonghi della loro fonte di cibo primaria». Per questo si sono consultati con i proprietari tradizionali lungo la costa del Queensland. Il rapporto analizza come le nuove tecnologie e i saperi comunitari potrebbero essere utilizzate dai ranger indigeni nella gestione delle zone marittime.
Cleguer fa notare che «Questa consultazione ha confermato che i proprietari tradizionali sono molto desiderosi di essere informati sui risultati delle indagini e sulle opportunità di essere attivamente coinvolti nel monitoraggio futuro. Formando i proprietari tradizionali nelle zone marittime potremmo avere un monitoraggio su scala più regolare e più preciso. Questo potrebbe aiutare a rilevare i cambiamenti nella dimensione della popolazione per consentire ai manager di intervenire più rapidamente».
Il direttore della JCU TropWATER e leader del National Environment Science Program Marine and Coastal Hub, Damien Burrows, ha concluso evidenziato la nota esperienza di TropWATER nella ricerca sulle fanerogame marine e sui dugonghi, con un forte impegno nel preservare questi ecosistemi vitali e la megafauna: «Abbiamo oltre quarant'anni di ricerche approfondite che coprono sia gli habitat dei dugonghi che delle fanerogame marine, dal Queensland meridionale a Shark Bay nell'Australia occidentale. I nostri ricercatori stanno esplorando tecnologie innovative come droni, intelligenza artificiale, valutazioni delle condizioni corporee, e-DNA e approcci genomici per migliorare il nostro monitoraggio e far avanzare la nostra ricerca sui dugonghi e sulle fanerogame marine, comprese le loro interconnessioni. Stiamo anche collaborando attivamente con i proprietari tradizionali nelle zone marittime, fornendo alle comunità gli strumenti necessari per monitorare efficacemente sia i dugonghi che le fanerogame marine».
