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Gravissimo pericolo per consumatori e animali. allentamento dei controlli di prevenzione e repressione

Consumo di carni di selvaggina: Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf contro le linee guida del governo

Un sostegno allo spaccio clandestino di "selvaggina" e al bracconaggio organizzato
 |  Natura e biodiversità

Secondo Enpa, Lav, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia e Wwf Italia, con la scusa di dare indicazioni sul corretto uso alimentare delle carni degli animali uccisi dai cacciatori, «Siamo di fronte ad un nuovo, subdolo e pericoloso, attacco di cacciatori (e bracconieri) a danno dei soggetti più deboli e ignari: bambini e animali».

Le associazioni animaliste e ambientaliste si riferiscono al fatto che il 14 dicembre il ministero della salute intende portare all’approvazione, «senza alcun confronto preventivo con le associazioni e le forze di polizia, in sede di Conferenza Permanente Stato Regioni e Province Autonome le "Linee guida in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica e di controllo ufficiale" che vogliono equiparare l’autoconsumo alla cessione di queste carni a feste di paese, a scuole e a ristoranti "chiusi al pubblico"».

Le 5 associazioni denunciano «La pessima ipotesi di accordo, in gestazione dal 2015, che si configura come un vero e proprio "condono preventivo" della macellazione clandestina di animali selvatici, produrrebbe, come drammatica conseguenza, opposta a quanto dichiarato, un abnorme allentamento dei controlli di prevenzione e repressione dei reati in danno alla salute umana e in sostegno allo spaccio clandestino di "selvaggina" e al bracconaggio organizzato. I documenti in questione prefigurano, infatti, la possibilità per i cacciatori (e i bracconieri) di cedere la "selvaggina" alle feste di paese, a ristoranti "chiusi al pubblico" e alle scuole assimilando la loro "manipolazione e preparazione" all'autoconsumo! Un'aberrazione dal punto di vista della valutazione del rischio alimentare».

Per questo, Enpa, Lav, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia e Wwf Italia chiedono al Governo «lo stop immediato di queste "linee guida” e l'attivazione di un tavolo nazionale di confronto con le associazioni e con le forze di polizia che quotidianamente, e da decenni, sono impegnate a contrastare le diffuse illegalità presenti in Italia in questo settore a danno di persone e animali. In autoconsumo, infatti, sono a rischio al massimo poche persone, cosa del tutto incomparabile con le centinaia di partecipanti ad una festa di paese o alle migliaia di bambini di una scuola. Per non parlare della proposta di istituire una nuova fattispecie di ristorante che, dichiarandosi "chiuso al pubblico" e "in festa privata", dovrebbe essere equiparabile all’autoconsumo: un raggiro vero e proprio per quello che per definizione è un esercizio pubblico».

Ambientalisti e animalisti fanno notare che, in questa ipotesi di linee guida, anche l'obbligo della tracciabilità delle carni destinate al consumo alimentare sarebbe incontrollabile: «Come sarebbe possibile, infatti, effettuare controlli sulla carne fornita da cacciatori (e bracconieri) a feste di paese e a scuole se già "manipolata, preparata, porzionata"? Così come per il ristoratore che si limiterebbe a fornire solo il "servizio di cottura" a cacciagione fornita direttamente da cacciatori (e bracconieri) partecipanti alla "festa privata" di un ristorante "a porte chiuse" al pubblico».

Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf concludono: «Una proposta che confligge palesemente con regolamenti comunitari e legislazione nazionale vigente, getta una pesante ombra di discredito sugli "esperti" che l'hanno elaborata, aumenta il rischio sanitario, già presente, all'ennesima potenza e con lo stratagemma di assimilare all'autoconsumo la cessione di "selvaggina" manipolata e porzionata da cacciatori (e bracconieri) a feste, scuole e ristoranti "chiusi al pubblico" va oltre ogni perversa immaginazione. In un Paese, l'Italia, che sul bracconaggio ha una procedura d'infrazione ed è continuamente sotto la lente d'ingrandimento della Commissione europea per gravità e diffusione del fenomeno illegale».

Redazione Greenreport

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