Cooperazione Cina Africa per la protezione dell’ambiente e della fauna selvatica
Wwf: lo sviluppo sostenibile, venga incluso nella cooperazione sino-africana
[17 Marzo 2015]
Xu Qinghua, il vice-segretario generale del Consiglio della Cina per la cooperazione internazionale in materia di energia ed ambiente, ha chiesto di «Intensificare l’attuale cooperazione Cina Africa in materia di ambiente e sviluppo» ed ha aggiunto che «La Cina è disposta a condividere la sua esperienza preziosa nello sviluppo sostenibile con i Paesi dell’Africa. Questo rafforzerà la capacità dell’Africa di proteggere la sua ricca biodiversità attraverso una migliore governance ambientale».
Xu è intervenuto ad un seminario preparatorio del Forum di cooperazione Cina-Africa ed ha ricordato che negli ultimi 10 anni circa 400 funzionari ambientali di 30 Paesi africani sono stati in Cina e che questo «Ha di fatto rafforzato la comprensione reciproca tra la Cina e l’Africa su un gran numero di questioni ambientali. La cooperazione sino-africana è basata su una cooperazione win-win che offre delle opportunità alle due parti. La cooperazione Cina-Africa è una forma di collaborazione tra Paesi in via di sviluppo, perché la Cina è il più grande Paese in via di sviluppo, mentre l’Africa è il più grande gruppo di Paesi in via di sviluppo». .
Al seminario di Nairobi ha partecipato anche il direttore del Wwf Africa , Fred Kumah, che ha sottolineato che «Il mondo è attualmente unito nell’elaborare un programma di sviluppo sostenibile post-2015. Anche la cooperazione sino-africana in materia di sviluppo sostenibile completa questo programma. Il Wwf dialogherà con i partner interessati per vigilare sul fatto che uno sviluppo sostenibile, fondamentale per l’ambiente, venga incluso nella cooperazione sino-africana. Questo permetterà alle generazioni future di continuare a beneficiare delle risorse naturali della Cina e dell’Africa».
Intanto il segretario diplomatico e politico del ministero degli esteri del Kenya, Purity Muhindi, ha detto che la Cina e il suo Paese hanno identificato già diversi campi di cooperazione bilaterale, basati su vantaggi per i cittadini senza compromettere la qualità dell’ambiente, che poi, aggiungiamo noi, sarebbe il contrario di quanto avvenuto con la rapidissima ed inarrestabile crescita cinese avvenuta a discapito dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Ma il tasto dolente della credibilità ambientale cinese in Africa si chiama bracconaggio, visto che gran parte delle zanne di elefanti e dei corni dei rinocerontii uccisi illegalmente finiscono in Cina. Ma ora Pechino si è impegnata a lottare contro il bracconaggio e al forum di Nairobi la segretaria del ministero dell’ambiente e delle risorse naturali ed idriche del Kenya, Judi Wakhungu, ha annunciato che la Cina quest’anno ha inviato per la prima volta suoi uomini in Kenya per fermare i presunti autori del traffico d’avorio. Tra Nairobi e Pechino sono anche in corso negoziati per la distribuzione di attrezzature per proteggere la vita selvatica. La Wakhungu ha ricordato che Kenya ed Africa hanno già collaborato nel quadro dell’operazione Cobra 11 contro il crimine internazionale contro la fauna selvatica che è servita a scoprire una buona parte del commercio illegale di prodotti derivati da animali protetti gestito da organizzazioni mafiose.