Cop14 Cms: i pericoli per le specie acquatiche migratrici e le misure per tutelarle
Specie prioritarie, aree importanti per la fauna marina, scontri con le navi ed estrazione mineraria in acque profonde
[13 Febbraio 2024]
Delle specie migratrici elencate nella Convention on Migratory Species (CMS), 64 sono mammiferi acquatici, 54 sono pesci e 9 sono rettili e coprendo molte specie diverse come balene, squali e tartarughe. I loro areali migratori si estendono su fiumi, estuari, spiagge, praterie sottomarine, barriere coralline, zone costiere, oceano aperto, fosse oceaniche profonde e montagne sottomarine, solo per citarne alcuni, in tutte le zone climatiche, in tutti gli oceani e in molti sistemi idrici interni. Le minacce che devono affrontare sono molteplici e comprendono lo sfruttamento eccessivo, la perdita e il degrado degli habitat, l’inquinamento e il cambiamento climatico.
Tra gli argomenti in discussione alla 14esima Conferenza della parti della CMS (CMS COP14) in corso a Samarcanda, in Uzbekistan, ce ne sono diversi che riguardano specificamente le specie migratorie acquatiche e che includono lo sfruttamento eccessivo, l’inquinamento (compreso l’inquinamento acustico), l’estrazione mineraria in acque profonde, gli scontri con le navi e gli
Tra i fattori che determinano la perdita di biodiversità, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali è uno dei più diretti e pervasivi, poiché colpisce sia le specie target che quelle non target in tutte le regioni oceaniche. La COP14 affronta specificamente «La mortalità causata dalla pesca come aspetto chiave dello sfruttamento eccessivo delle specie marine elencate nelle Appendici CMS. Esaminerà le cause profonde ed esplorerà diversi piani d’azione per la conservazione delle specie a rischio di sfruttamento eccessivo. La COP14 prenderà in considerazione due documenti direttamente collegati al tema dello sfruttamento eccessivo delle specie migratorie marine: Bycatch e Carne selvatica acquatica e verranno presentati tre nuovi piani d’azione per specie singole (SSAP) sviluppati per le specie marine minacciate e fortemente colpite dallo sfruttamento eccessivo: Tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata) nel Sud-Est asiatico e nella regione dell’Oceano Pacifico occidentale, susa atlantica o delfino del Camerun (Sousa teuszii) e Squalo angelo Squatina squatina) nel Mar Mediterraneo..
Secondo la Lista Rossa IUCN, oltre un terzo di tutti gli squali, razze e chimere sono a rischio estinzione, soprattutto causa della pesca eccessiva. Alla CMS eevidenziano che «Una delle principali minacce alle specie migratorie marine è la mortalità indotta dalla pesca. Sebbene la gestione della pesca esuli dall’ambito della Convention on Migratory Species (CMS), la Convenzione svolge un ruolo cruciale nel garantire che le strategie per evitare o mitigare questo tipo di mortalità rimangano una priorità nelle sedi competenti. Garantisce inoltre che le parti CMS e le altre parti interessate siano dotate delle informazioni necessarie per affrontare in modo più efficace il problema della pesca eccessiva». Le Parti della COP14 prenderanno in considerazione tecniche di mitigazione per ridurre la cattura accidentale o non mirata di squali e razze nella pesca, comunemente nota come cattura accessoria. La guida sottoposta all’attenzione dei delegati è un complemento alle raccomandazioni CMS esistenti per ridurre le catture accessorie di mammiferi marini e gli impigliamenti negli attrezzi da pesca commerciale, concordate alla COP13.
Le parti della COP14 prendono in considerazione l’impatto delle attività di pesca sulle popolazioni di squali e razze in modo più olistico, facendo attenzione a includere sia le catture mirate che quelle accidentali, piuttosto che valutare esclusivamente la mortalità indotta dalla pesca con le catture accessorie. Secondo la CMS, «questo approccio incoraggia una valutazione globale dell’impatto delle attività di pesca su queste specie. Il documento COP14 e il progetto di decisione evidenziano l’importanza di considerare sia le catture mirate che quelle accidentali nel valutare l’intera portata della mortalità indotta dalla pesca.
La COP14 prenderà in considerazione la questione dello sfruttamento della carne selvatica acquatica, insieme a quella terrestre e aviaria. La CMS ricorda che «Gli animali selvatici acquatici, come i mammiferi acquatici, le tartarughe marine, i coccodrilli, gli squali e le razze, vengono cacciati o catturati opportunisticamente. La loro carne, parti del corpo e/o uova vengono consumate per la sussistenza locale o utilizzate per scopi tradizionali in tutto il mondo. In alcuni casi, questo ha portato allo sfruttamento illegale e/o non sostenibile delle specie elencate dal CMS». Per affrontare questa crescente preoccupazione, la COP12 della CMS ha istituito l’Aquatic Wild Meat Working Group (AWMWG) per migliorare la base di conoscenze della CMS e sostenere i colloqui politici internazionali su questo tema. La COP13 ha dato mandato all’ AWMWG, con diversi stakeholders, di sviluppare un piano d’azione per i Paesi dell’Africa occidentale, dove è prevalente la raccolta di carne selvatica acquatica. La bozza del West African Aquatic Wild Meat Action Plan raccomanda di «Aumentare la ricerca sui modelli di consumo e sulle strategie di gestione sostenibile, attuando politiche, promuovendo la consapevolezza e incoraggiando fonti di reddito alternative, come il turismo sostenibile».
Il Single Species Action Plan (SSAP) per la tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata) è stato sviluppato in collaborazione con una serie di organizzazioni e stakeholders ed è progettato per affrontare in modo completo il commercio e l’utilizzo di queste tartarughe nel Sud-Est asiatico e Pacifico occidentale, punta a «Integrare le azioni necessarie sia a livello nazionale che internazionale, assistendo i governi nell’adempimento dei loro impegni nell’ambito del CMS, del MOU IOSEA sulle tartarughe marine, della CITES e di altri quadri pertinenti». Adottato da 4 Stati dell’areale di distribuzione della tartaruga embricata a partire dal 2022, l’SSAP identifica azioni urgenti ad alta priorità e fornisce un quadro per la loro attuazione. Una volta adottato, sarà uno strumento essenziale per coordinare gli sforzi di conservazione, aumentare la consapevolezza e mobilitare risorse per combattere in modo più efficace il commercio e l’utilizzo delle tartarughe embricate nella regione.
Il progetto di risoluzione della COP14 raccomanda che le parti CMS adottino lo SSAP, sollecita tutti gli Stati della zona di distribuzione ad attuarne le disposizioni e invita gli Stati della zona di distribuzione che non ne fanno parte a considerarne l’adozione. Incoraggia il sostegno delle
Il SSAP per la susa atlantica (Sousa teuszii), elencata nelle appendici I e II del CMS e valutata in pericolo critico nella Lista rossa delle specie minacciate dell’IUCN, è stato sviluppato grazie al sostegno del Principato di Monaco e punta a «Mitigare le minacce indotte dall’uomo ai delfini e ai loro habitat, concentrandosi su ricerca, sensibilizzazione, sviluppo di capacità e azioni di conservazione». Con meno di 3.000 individui nelle popolazioni frammentate rimaste lungo la costa atlantica dell’Africa, la specie è messa in pericolo dall’espansione della pesca, dallo sviluppo costiero e dal degrado dell’habitat. Secondo il documento all’esame della COP14 «Le principali minacce includono le catture accessorie nella diffusa pesca con reti da posta, la caccia e la perdita di habitat, che richiedono misure di conservazione urgenti». (
Lo squalo angelo (Squatina squatina) nel Mar Mediterraneo è in grave pericolo a causa dello sfruttamento estensivo, della distruzione dell’habitat e del calo demografico e richiede urgenti misure di conservazione. Questa specie è elencata nelle Appendici I e II del CMS ed è stata approvata un’azione concertata per la specie, successivamente aggiornata ed estesa alla CMS COP13.
Per arrestare il declino dello squalo angelo, elencato nell’Appendice I, nella regione del Mar Mediterraneo, è stato sviluppato un SSAP che delinea un piano chiaro per gli Stati dell’areale di distribuzione per migliorare lo stato di conservazione della specie, evidenzia come attività prioritarie le misure legislative, la gestione della pesca, la ricerca, la sensibilizzazione e la collaborazione degli stakeholders. Il piano sottolinea «La necessità di una partecipazione attiva da parte di tutti gli Stati della bacino del Mediterraneo, nonché di organismi come la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM). Il progetto di risoluzione presentato alla COP14 raccomanda l’adozione del nuovo SSAP per gli squali angelo nel Mediterraneo ed esorta le parti, gli Stati che non ne fanno parte del CMS e tutti gli takeholderse le parti interessate a collaborare attivamente all’attuazione del piano.
La COP14 sta prendendo in considerazione una serie di «Strumenti e iniziative di conservazione basati sull’area marina volti a conservare gli habitat critici per le specie acquatiche elencate nel CMS. Queste iniziative sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo centrale della Convenzione della conservazione dell’habitat. Sostengono inoltre l’attuazione del Target 3 del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF), che mira a conservare e gestire in modo efficace il 30% delle aree terrestri, delle acque interne e delle aree costiere e marine entro il 2030, noto come obiettivo 30×30».
L’ordine del giorno comprenderà quattro punti distinti che affrontano questa importante questione:
Important Marine Mammal Areas (IMMA), misure di conservazione basate sull’area sviluppate per i mammiferi acquatici dalla IUCN Marine Mammal Protected Areas Task Force. Le Parti CMS hanno riconosciuto precedentemente l’importanza delle IMMA per la conservazione dei mammiferi acquatici e queste decisioni incoraggiano le Parti a prendere in considerazione le IMMA nell’identificazione degli habitat a rischio e nella progettazione di misure di mitigazione per minacce specificheAlla COP14 di Samarcanda le parti CMS sono invitate a «Utilizzare le IMMA nella designazione delle aree marine protette per le specie elencate nella CMS come pinnipedi, sirenidi, lontre, orsi polari e cetacei. Dalla COP13 del 2020, la creazione di nuove IMMA ha fornito un quadro aggiuntivo per proteggere molte altre specie elencate nel CMS. Le IMMA e simili misure di conservazione basate su aree possono anche fornire importanti input al prossimo accordo ai sensi dell’United Nations Convention on the Law of the Sea sulla conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica marina delle aree al di fuori della giurisdizione nazionale (Trattato BBNJ)».
Important Shark and Ray Areas (ISRA) Nell’ambito del CMS, l’iniziativa per identificare le aree importanti per squali e razze sta guadagnando slancio. Guidata dallo Shark Specialist Group della IUCN Species Survival Commission, questa iniziativa punta a individuare gli habitat critici per gli squali per migliorare gli sforzi di conservazione e gestione a livello mondiale. La CMS rammenta che «Gli squali sono il secondo gruppo di taxa marini più a rischio di estinzione a livello globale, superati solo dagli anfibi. Con oltre un terzo delle specie di squali e razze sull’orlo dell’estinzione a causa della pesca eccessiva, della perdita di habitat e dei cambiamenti climatici, la necessità di un’azione urgente di conservazione è fondamentale, in particolare per quelle specie migratrici. La lunga durata di vita di queste specie, la scarsa abbondanza naturale e l’elevata suscettibilità alle pressioni della pesca ne aggravano il rischio, rendendo inadeguate le sole misure di gestione della pesca e del commercio. Un approccio di conservazione basato sull’area è quindi essenziale per proteggere le popolazioni dalle pressioni della pesca e dai cambiamenti degli habitat, con l’obiettivo di invertire il loro declinoz.
Le ISRA sono importanti per le valutazioni di impatto ambientale e la pianificazione dello spazio marino, guidando gli sforzi di conservazione a livello internazionale, regionale, nazionale e locale. Sono fondamentali per l’istituzione e ampliamenti di Aree marine protette e per la salvaguardia delle specie vulnerabili di squali in tutto il mondo, soprattutto perché le attuali protezioni localizzate sono insufficienti dato il loro stato di conservazione in rapido declino.
Alla COP14, le parti prenderanno in considerazione un progetto di risoluzione e progetti di decisione incentrati sugli ISRA. Tra le altre raccomandazioni, questi documenti solleciteranno le Parti a «Utilizzare le ISRA nella creazione di aree protette e in altri sforzi di pianificazione dello spazio marino per sostenere la conservazione degli squali e delle razze elencati nel CMS».
Ecosistemi di fanerogame marine sono di fondamentale importanza per molte specie marine migratorie, tra cui dugonghi, tartarughe marine e squali. Svolgono un ruolo fondamentale nella produzione ittica globale, fungendo da preziosi habitat per oltre un quinto delle 25 attività di pesca più grandi del mondo. Le fanerogame marine, piante da fiore marine che si trovano nelle acque poco profonde di tutto il mondo – come la Posidonia oceanica nel Mediterraneo – , formano estese praterie sottomarine che creano habitat complessi, produttivi e biologicamente ricchi.
La CMS sottolinea che «L’importanza degli ecosistemi delle fanerogame marine come habitat produttivi e ricchi di biodiversità è stata ampiamente riconosciuta. Nel 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che proclama il 1° marzo Giornata mondiale delle fanerogame marine». Per sostenere ulteriormente gli sforzi globali volti a proteggere gli ecosistemi delle fanerogame marine, le parti CMS esamineranno un progetto di risoluzione e un progetto di decisione che evidenziano il ruolo fondamentale degli ecosistemi delle fanerogame marine per le specie migratorie e le parti CMS sono esortate a «Riconoscere gli ecosistemi delle fanerogame marine come habitat vitali per le specie marine migratorie, come dugonghi, tartarughe marine e squali, e a rafforzare gli sforzi di conservazione e ripristino di questi habitat chiave. Le parti sono inoltre incoraggiate ad attuare misure legali e normative, a impegnarsi in attività di monitoraggio e ricerca regolari e a sensibilizzare l’opinione pubblica per sostenere la conservazione delle fanerogame marine».
Scontri con le navi. La COP14 affronterà il crescente impatto degli scontri con le navi (ship strikes) della megafauna marina, compresi i mammiferi marini, le tartarughe marine, gli squali e le razze de fa notare che «Con l’aumento dell’utilizzo delle acque oceaniche globali da parte di navi commerciali, ricreative e di altro tipo, c’è una crescente necessità che le Parti intraprendano azioni per comprendere meglio e mitigare gli effetti negativi degli scontri con le imbarcazioni sulle specie marine migratorie.
Le parti CMS prenderanno in considerazione un progetto di risoluzione e un progetto di decisione sull’argomento e inee guida specifiche per gli squali balena. Il documento fornisce una panoramica del crescente impatto delle collisioni con le navili, che colpiscono in particolare le specie che trascorrono gran parte del loro tempo in superficie o in prossimità di essa, come gli squali filtratori, i mobulidi e alcune specie di cetacei, i cui comportamenti in superficie li rendono particolarmente vulnerabili a queste minacce.
Le parti CMS prenderanno in considerazione il nuovo rapporto “Limiting Global Ship Strikes on Whale Sharks: Understanding an Increasing Threat to the World’s Largest Fish” che affronta la crescente preoccupazione per gli scontri delle navi contro gli squali balena e che serve come base per la “Guidance on Reducing the Risk of Vessel Strikes for Whale Sharks (Rhincodon typus)”, che è allegata al progetto di risoluzione sulla riduzione del rischio di scontri con le navi per la megafauna marina. Lo studio è stato condotto per sostenere l’azione concertata per gli squali balena, adottata alla CMS COP13. Ha valutato il rischio di collisioni tra gli squali balena e le navi analizzando i dati di spedizione e i dati del tagging degli squali balena nei loro siti di aggregazione in tutto il mondo. Il rapporto include mappe che identificano le aree con rischi significativi di collisioni navali contro gli squali balena a livello globale. Inoltre, fornisce raccomandazioni alle parti su come ridurre l’impatto degli scontri con le navi sugli squali balena.
L’estrazione mineraria in acque profonde è il processo di recupero di depositi minerali dal fondale oceanico al di sotto dei 200 metri. Numerosi studi hanno scoperto che l’estrazione mineraria in acque profonde potrebbe avere un impatto significativo sulle specie migratorie e sulle loro prede. Come stabilito nel documento della riunione su questo argomento per la COP14, «L’estrazione mineraria in acque profonde potrebbe avere un impatto negativo sulle specie migratorie, tra cui cetacei, squali, tartarughe, sui loro habitat e sulle loro prede. Gli impatti ambientali potrebbero variare dalla distruzione dell’habitat al ferimento o alla morte di specie marine causate dalle attrezzature minerarie. Inoltre, la sedimentazione tossica, la perdita o l’alterazione dell’habitat, il rumore sottomarino e l’inquinamento luminoso possono rappresentare minacce significative».
Alla COP14, le parti prenderanno in considerazione un progetto di risoluzione e un progetto di decisione su questo tema che sollecitano le Parti a «Dare priorità alla ricerca sui potenziali effetti negativi dell’estrazione mineraria in acque profonde sui cetacei e altre specie migratorie e sui loro habitat» e chiedono alle Parti di «Astenersi da attività minerarie in acque profonde finché non saranno disponibili dati scientifici sufficienti e solidi».
La COP14 prenderà in considerazione nuove linee guida per l’osservazione della fauna marina sviluppate dal Segretariato CMS con il sostegno del Principato di Monaco, nell’ambito del Programma CMS Migratory Species Champion, per assistere le parti CMS nell’adozione di misure nazionali per regolamentare meglio le interazioni ricreative in acqua con la fauna marina, che sono cresciute in modo significativo a partire dagli anni ’90. «Sebbene le interazioni ben gestite possano aumentare la consapevolezza, sostenere la conservazione e fornire benefici economici – avverte la CMS – vi sono crescenti preoccupazioni circa il loro impatto negativo sulle popolazioni selvatiche, sui processi ecologici più ampi, sul benessere degli animali e sulla sicurezza umana».
Anche se le linee guida non coprano in modo completo tutte le potenziali interazioni in acqua, forniscono una panoramica generale delle misure già adottate da alcuni Paesi o raccomandate dagli scienziati per diverse specie elencate nella CMS e che riguardano cetacei, sirenidi, pinnipedi, tartarughe marine, squali, razze mobulidi, razze e uccelli marini. Se adottate dalla COP14, le parti CMS saranno incoraggiate a «Utilizzare queste linee guida, conducendo le proprie valutazioni di impatto e consultando esperti per adattare efficacemente le linee guida ai loro specifici contesti locali.