Legambiente chiede maggiori chiarimenti
Costa Concordia, rischi di inquinamento con le operazioni di traino del relitto?
[13 Maggio 2014]
Dal recente incontro dell’Osservatorio per il recupero della Costa Concordia è emersa la notizia per la quale secondo i dati illustrati da Costa e dal consorzio, non ci sarebbero rischi di sversamenti di idrocarburi e sostanze inquinanti durante il traino del relitto, che non richiederebbe quindi particolari interventi di svuotamento o messa in sicurezza. Ma il responsabile Mare di Legambiente, Sebastiano Venneri, fa notare che «Questa decisione della Costa sembra contrastare con le teorie fino ad ora ipotizzate da più parti, sulla necessità di svuotare preventivamente i cassoni. Siamo perplessi e preoccupati e per questo ci associamo all’Osservatorio per il recupero della Costa Concordia nel chiedere maggiori garanzie, a partire dalla ricognizione a mezzo di robot per un monitoraggio preciso della situazione, e per valutare con cognizione come proseguire l’intervento. E’ bene ricordare che all’interno della nave si trovano ancora oltre 100 tonnellate di carburante che non è stato possibile aspirare durante le operazioni di svuotamento, che sono ora miscelate a altre sostanze inquinanti. Si tratta di una vera bomba ecologica che deve essere gestita con attenzione e competenza».
L’incontro dell’Osservatorio per il recupero della Costa Concordia svoltosi ier a Firenze ha fatto il punto su due aspetti importanti del piano di recupero del relitto: il cronoprogramma e il piano di trattamento e recupero delle acque contenute nelle scafo. Prima è stato però esaminato l’incidente al cassone orizzontale S13, in corso di trasferimento a Genova per le indispensabili misure di controllo e ripristino della totale funzionalità operativa in attesa della rimessa in opera. «Un incidente inaspettato e certo da non ripetere, hanno detto Franco Porcellacchia di Costa e Stefano Girotto del consorzio Titan-Micoperi – ma che ha insegnato molto per il prosieguo in sicurezza del lavoro di aggancio degli altri cassoni».
Il cronoprogramma proposto da costa prevede il rigalleggiamento della Concordia tra il 18 e il 20 luglio prossimi (in piena stagione turistica), date di cui l’Osservatorio si è limitato a prendere atto. La presidente dell’Osservatorio Maria Sargentini ha però sottolineato che «L’aggiornamento del piano delle acque interne era stato invece richiesto anche in vista della scadenza del 20 maggio, data indicata dall’Osservatorio per l’avvio delle operazioni del trattamento».
Secondo i dati illustrati da Costa e dal consorzio Titan/Micoperi per quanto riguarda i serbatoi del carburante, l’integrità delle casse è tale da garantire da garantire la tenuta e l’assenza di sversamento degli idrocarburi residui durante il traino, quindi Costa Crociere «Non riscontra necessità di intervento». L’Osservatorio ha però chiesto e ottenuto «Una ricognizione a mezzo di robot per un monitoraggio preciso della situazione, e per valutare con cognizione come proseguire l’intervento» ed evidenzia che «Per quanto riguarda le acque presenti nei volumi liberi in galleggiamento, stimate tra i 140mila e i 159mila metri cubi, il piano prevede l’aspirazione di circa 4mila metri cubi in due aree specifiche a livello del ponte C, una a prora e una a poppa, che presentano le maggiori concentrazioni inquinanti. Lo scopo di questa operazione, sottolinea Sargentini, sarà di alleggerire tali concentrazioni (in particolare di ftalati e idrocarburi) in vista dell’inevitabile sommovimento e scambio con acque esterne al momento dell’azione di rigalleggiamento, mantenendo il peso necessario all’equilibrio dello scafo».
Ieri in tarda serata la presidente Sargentini, aveva precisato in merito alle sue affermazioni riportate dalle agenzie di stampa che «L’autorizzazione alla cosiddetta “fase WP7”, rilasciata dallo stesso Osservatorio il 5 maggio scorso, va considerata in relazione ai soli cassoni installabili con il numero totale di catene previste dal progetto; e laddove le stesse risultino perfettamente allineate. Di tali condizioni dovrà essere fornita preventiva attestazione all’Osservatorio. Per l’installazione dei cassoni che non presentino le condizioni sopraindicate, dovrà essere acquisito, prima della stessa, altro nulla osta da parte dell’Osservatorio dietro presentazione di specifiche analisi di rischio da parte di Costa e del Consorzio Titan-Micoperi».