Dietro la Grande Barriera Corallina si nasconde una struttura geologica enorme
E’ formata da alghe calcificanti, potrebbe svelare molti segreti dell’oceano e del clima
[29 Agosto 2016]
Un team di ricercatori australiani delle università di Sidney, James Cook e Queensland ha scoperto un enorme barriera dietro la Grande Barriera Corallina che è stata «nascosta in bella vista» per decenni e pubblicano i dettagli di questa incredibile scoperta nello studio “New constraints on the spatial distribution and morphology of the Halimeda bioherms of the Great Barrier Reef, Australia”..
So Coral Reefs i ricercatori spiegano che le mappe ad alta risoluzione del fondo marino create dagli aerei della Marina hanno rivelato un enorme campo di tumuli a forma di ciambella. Ognuno dei quali è tra i 600 e i 1.000 piedi di diametro, e alcuni sono a 30 metri di profondità, secondo i dati forniti dalla Royal Australian Navy».
Robin Beaman, un geologo marino della James Cook University, sottolinea: «Sapevamo di queste strutture geologiche nel nord della Grande Barriera Corallina a partire dagli anni ‘70 e ’80, ma mai prima d’ora era stata rivelata la vera natura della loro forma, dimensione e vasta estensione. Il fondale del mare più profondo dietro le barriere coralline familiari ci ha stupiti».
Questi tumuli sono stati scoperti da aerei equipaggiati con Laser Airborne Depth Sounder (LiDAR), un tipo di radar imaging che utilizza il laser al posto delle onde radio. Le strutture sono state costruite da Halimeda , un tipo comune di alghe verdi che dopo la morte si trasforma in scaglie di calcare. Nel corso del tempo queste scaglie di calcare si accumulano in mucchi simili a barriere coralline conosciuti come bioherms. Secondo i ricercatori, «Gli oltre 6.000 Km2 di fondo marino intorno alla Grande Barriera Corallina che sono stati mappati, stanno rivelando l’entità di questo campo di bioherms di Halimeda».
Il principale autore dello studio, Mardi McNeil, della Queensland University of Technology, sottolinea che «Questo è tre volte più grande di quanto precedentemente stimato, si estende dallo Stretto di Torres fino a poco a nord di Port Douglas. Formano chiaramente un significativo habitat inter-barriera corallina che si estende su una superficie superiore rispetto alle barriere coralline adiacenti».
La presenza di questa massiccia barriera pone molte domande sul passato e il futuro degli oceani della Terra. Jody Webster, dell’universotà di Sydney, ha detto che «Le rivelazioni riguardo all’estensione del campo di bioherm sollevano domande ancora più pressanti sulla sua vulnerabilità al cambiamento climatico. Quanto un organismo calcificante come le Halimeda può essere influenzato dall’acidificazione e dal riscaldamento degli oceani?. Le bioherms di Halimeda ne sono state influenzate, e se sì in che misura?»
Ma Beaman fa notare che la scoperta ha aperto anche molte altre nuove strade per la ricerca: «Per esempio, che cosa ci raccontano clima del passato e cambiamenti ambientali sulla Grande Barriera Corallina su questo lasso di tempo di 10 mila anni i sedimenti delle bioherms spessi 10-20 metri? E, quale è il modello a scala più fine della vita marina moderna trovato all’interno e intorno alle bioherms, ora che abbiamo capito la loro vera
Per comprendere meglio questi processi, i ricercatori sperano di effettuare in futuro carotaggi dei sedimenti ed esplorazioni del fondale della zona con veicoli subacquei autonomi, per svelare i processi biologici e chimici e fisici di queste strutture. Meno del 15% degli oceani della Terra più profondi di 200 metri sono stati mappati utilizzando moderne tecniche di rilevamento.