Documentato per la prima volta un attacco solitario di un’orca contro uno squalo bianco (VIDEO)
Studio a partecipazione italiana: un nuovo comportamento predatorio che potrebbe avere ripercussioni sull’intera catena alimentare marina in Sudafrica
[4 Marzo 2024]
Il Team del Centro Studi Squali – Istituto Scientifico di Massa Marittima (Gr), costituito dal direttore Primo dell’università di Siena e dalla coordinatrice scientifica Francesca Romana Reinero e da V. Ricci. A. Di Bari. S Gavazzi e G Carugno, ha fatto un’importante scoperta per la ricerca e la conservazione degli squali bianchi e delle orche in Sudafrica e che sta avendo grande risalto a livello internazionale.
Il team guidato da Alison Towner e Enrico Gennari del Department of Ichthyology and Fisheries Science della Rhodes University, del South African International Maritime Institute (SAIMI), e del South African Institute for Aquatic Biodiversity (SAIAB), ha pubblicato sull’African Journal of Marine Science lo studio “Further insights into killer whales Orcinus orca preying on white sharks Carcharodon carcharias in South Africa” che fornisce le prime prove fotografiche e video delle tecniche di predazione impiegate da un maschio adulto di orca (Orcinus orca) contro un giovane squalo bianco (Carcharodon carcharias) lungo circa 2,5 metri, a Mossel Bay, in Sud Africa. Un attacco che è durato meno di 2 minuti e che è terminato con il consumo del fegato dello squalo bianco da parte dell’orca.
Secondo i ricercatori, «Un altro maschio adulto di orca, compagno di viaggio costante della prima, è stato osservato a circa 100 metri di distanza e non è stato coinvolto durante la predazione. Il giorno successivo una seconda carcassa di un diverso squalo bianco eviscerato (3,55 m) si è arenata nelle vicinanze, indicando che almeno due squali bianchi potrebbero essere stati uccisi durante l’interazione».
Il Team del Centro Studi Squali evidenzia che l’attacco dell’orca solitaria, avvenuto il 18 giugno 2023 e osservato da bordo dell’imbarcazione White Shark Africa, «Ha evidenziato per la prima volta le capacità predatorie impressionanti visto che, in due minuti, è riuscita ad avere la meglio sullo squalo bianco, non cacciando quindi in modo cooperativo (generalmente composto da più esemplari). Inoltre è stato documentato e fotografato l’uso del fegato come principale organo di interesse da parte dell’Orca, fugando tutti i dubbi precedenti. Evento importante per comprendere al meglio le dinamiche in atto, al fine di ottimizzare le forme di Conservazione necessarie alla salvaguardia delle popolazioni di squali bianchi, già probabilmente duramente confrontate con altre problematiche anche ambientali in Sudafrica».
La Towner studia orche e squali da diversi anni ma ha detto a BBC News che «Questo ci ha preso di sorpresa».
Nel 2022, un team di scienziati guidato dalla Tower aveva pubblicato d su Ecology lo studio “Direct observation of killer whales preying on white sharks and evidence of a flight response” che mostrava per la prima volta filmati girati con droni di due maschi di orca che che lavoravano insieme per cacciare i grandi squali bianchi. Le due orche, chiamate Port e Starboard perché le loro pinne dorsali sono piegate in direzioni opposte, «Mostravano una predilezione nell’estrarre e consumare il fegato degli squali». La Tower ricorda ched «Durante gli attacchi, gli squali circondavano strettamente le orche, nel disperato tentativo di evitare la predazione».
Il protagonista dell’attacco solitario allo squalo bianco documentato nel nuovo studio è Starboard che ha prima azzannato la pinna pettorale sinistra del giovane squalo e poi lo ha eviscerato dopo averlo colpito più volte».
Luke Rendell, un esperto di mammiferi marini dell’università di St Andrews, che non ha partecipato allo studio, ha detto a BBC News: «E’ stata un’osservazione davvero bella. E’ interessante che si tratti di un solo animale, e quanta abilità dimostra nell’affrontare lo squalo, sbattendolo sul fianco e afferrando la pinna pettorale per tenersi lontano da quelle grandi e pericolose mascelle. Un grande squalo bianco è una bella, grande concentrazione di cibo, quindi forse non sorprende che, dove questi squali sono presenti in numero sufficiente, alcune popolazioni [di orche] abbiano imparato a sfruttarla. Non c’è modo di sapere se il comportamento sia nuovo o sia stato semplicemente osservato per la prima volta. Ma quel che risalta davvero è quanto questi animali siano abili come cacciatori».
Questo solleva interrogativi su come questo comportamento predatorio delle orche potrebbe influenzare le popolazioni di squali nelle diverse aree. Gli scienziati non sanno cosa determina questo comportamento, ma la Towner ha dichiarato a BBC News che «Sta diventando evidente che le attività umane, come il cambiamento climatico e la pesca industriale, stanno esercitando pressioni significative sui nostri oceani. E potrebbero esserci ripercussioni sulla salute per le orche che cacciano gli squali, inclusa l’ingestione di tossine e metalli provenienti dalla carne di squalo. Le alterazioni nell’equilibrio dei predatori all’apice possono colpire anche altre specie. I pinguini africani in via di estinzione potrebbero affrontare una maggiore predazione da parte delle otarie orsine, se le otarie non vengono mangiate dagli] squali bianchi».
La Towner conclude facendo notare che «Ogni scoperta in queste interazioni [tra orche e squali è affascinante. Per la prima volta abbiamo potuto documentare l’attacco di un’orca che in soli due minuti ha ucciso ed estratto il fegato, ricco di lipidi per la sua dieta, dal grande pesce predatore, passando vicino alla barca con un pezzo di fegato in bocca. Abbiamo rivelate dinamiche di caccia solitaria da parte delle orche. Si tratta di intuizioni rivoluzionarie sul comportamento predatorio di questa specie».