È salpata la campagna oceanografica Ecorest, per esplorare le profondità di Tirreno, Ionio e Adriatico
Monitorare la salute degli ecosistemi marini profondi e ripristinare gli habitat più vulnerabili
[29 Marzo 2024]
“Gaia Blu”, la nave oceanografica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), è salpata dal porto di Crotone, in Calabria, per la campagna oceanografica “ECOREST” che durerà fino al 15 maggio, quando la m nave approderà al porto di Napoli. ECOREST esplorerà fondali e habitat sottomarini profondi in 3 aree strategiche: Tirreno meridionale, Ionio settentrionale ed Adriatico meridionale.
A bordo di Gaia Blu ci sono ricercatori e tecnologi di diversi Istituti di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar, Cnr-Isp, Cnr-Irbim), dell’Università “Aldo Moro” di Bari, dell’irlandese University of Galway, e di centri di ricerca nazionali e internazionali quali la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” e l’ Institut Français de Recherche pour l’Exploitation de la Mer (Ifremer).
La prima parte della spedizione durerà fino all’11 aprile e sarà focalizzata su siti a largo di Santa Maria di Leuca (Lecce) e nel Canyon di Bari, che ospitano coralli profondi, e sul sito a largo di Monopoli, che ospita un banco ad ostriche profonde.
Federica Foglini, ricercatrice del Cnr-Ismar che coordina la prima parte della spedizione, evidenzia che «La campagna oceanografica “Ecorest” ci permetterà di acquisire nuove conoscenze sui reef marini profondi, habitat che sono particolarmente vulnerabili. Lo faremo in vari modi: attraverso l’acquisizione di immagini e video di questi ecosistemi marini profondi; il campionamento non distruttivo di coralli; nonché azioni volte a risanare tali ambienti, in linea con la nuova legge sul ripristino della natura (Nature Restoration law), quali la rimozione di marine litter e il posizionamento degli “ecoreef”, che ci permetteranno di avere un monitoraggio continuo di tali aree”.
La seconda parte di navigazione nel Golfo di Napoli (4-15 maggio) è orientata allo studio dei coralli profondi del Canyon Dohrn e di una foresta sottomarina popolata da coralli neri.
Paolo Montagna (Cnr-Isp), coordinatore della seconda parte della spedizione, fa notare che «La campagna, inoltre, permetterà di testare le nuove dotazioni tecnologiche installate a bordo della nave oceanografica “Gaia Blu” del Cnr per condurre ricerche scientifiche multidisciplinari, e alcune attività continueranno azioni intraprese durante la precedente campagna PIONEER esplorando i fondali al largo di Crotone».
I ricercatori sottolineano che «I vari habitat saranno documentati in modo innovativo per mezzo di un robot sottomarino (Remotely Operated Vehicle – ROV) dotato di videocamere ad alta risoluzione e bracci meccanici, che fornirà una caratterizzazione completa degli habitat profondi e delle specie di elevato valore ecologico che li compongono. Per la prima volta in Europa, inoltre, sarà messa in campo una strategia di ripristino attivo di questi habitat profondi, sia attraverso operazioni di rimozione dei vari rifiuti antropogenici rinvenuti – quali attrezzi di pesca abbandonati, oggetti e sacchetti di plastica- sia attraverso il posizionamento di “ecoreef”, cioè strutture artificiali stampate in 3D per favorire l’insediamento di nuovi coralli in aree in cui gli habitat risultano danneggiati. Gli ecoreef saranno attrezzati con telecamere che andranno a costituire nuovi sistemi di osservazione del fondale marino nell’ambito della rete osservativa EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and water column Observatory), a cui il Cnr partecipa, costituita da osservatori sottomarini dislocati in vari siti europei per il monitoraggio di ecosistemi marini profondi».
In questo modo, la spedizione contribuisce al raggiungimento di obiettivi strettamente interconnessi tra loro di progetti e attività nazionali e internazionali che mirano allo studio e monitoraggio della biodiversità marina ed al ripristino di habitat profondi, quali il progetto europeo “Life Dream” (Deep REef restoration And litter removal in the Mediterranean sea), le attività degli Spoke 1 e 2 del National Biodiversity Future Center (NBFC), uno dei 5 centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera istituito nell’ambito del Pnrr e coordinato dal Cnr, e il progetto PRIN “Glide” (Global change Impact on Deep Sea Ecosystems).