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Federcaccia contro Legambiente: «Ormai su discutibili posizioni animaliste»

Dure critiche al Cigno Verde per i due dossier su fauna selvatica e bracconaggio in Italia
 |  Natura e biodiversità

Due documenti pubblicati recentemente da Legambiente sulla conservazione della fauna selvatica e il bracconaggio in Italia non sono piaciuti per niente a Federcaccia che ha dato incarico al syuo Ufficio Studi e Ricerche di predisporre  due documenti di controdeduzioni.

Sembra la goccia che ha fatto traboccare il vaso dei sempre più tesi rapporti tra la più attiv a e diffusa associazione ambientalista italiana e la più grande associazione venatoria: in un comunicato Federcaccia  precisa di non aver mai fatto mistero «Di aver riconosciuto in passato a Legambiente nazionale un approccio non ideologico alla gestione della fauna, che la distingueva in molti casi dalle associazioni di ispirazione animalista quali LAC, LAV, ENPA, LIPU e altre, rendendola un interlocutore credibile e non estremista sulle questioni faunistico ambientali con cui dialogare evitando l’inutile “muro contro muro” che nel nostro Paese, a differenza di altre realtà europee, ha sempre caratterizzato i rapporti fra caccia e tutela ambientale presentandole falsamente come inconciliabili».

Ma le continue critiche e denunce di Legambiente contro provvedimenti regionali – ispirati da Federcaccia e altre associazioni venatorie – quasi sempre poi bocciati da TAR, governo e Unione europea, sembrano aver fatto indispettire Federcaccia che ora scrive; «Purtroppo, nell’ultimo periodo questo atteggiamento pragmatico e non fondamentalista che la distingueva dal triste panorama dell’ambientalismo italiano sembra essere stato messo da parte e le ultime uscite pubbliche di Legambiente nazionale sono dello stesso tenore di quelle delle altre associazioni anticaccia, che propongono continue interpretazioni faziose e spesso prive di riscontri oggettivi sullo stato della fauna italiana e sui fattori di rischio per questa, tra i quali la caccia è per loro uno dei principali da limitare fortemente se non eliminare».

La stroncatura dei dossier di Legambiente appare però più propagandistica e difensivistica che concreta e si espone a sua volta a critiche, come quella di voler sminuire l’intollerabile e diffusissimo bracconaggio praticato spesso da cacciatori con tanto di tesserino e a volte iscritti a Federcaccia, che comunque conclude: «I due documenti cui facciamo riferimento hanno la pretesa dell’oggettività dei contenuti, ma utilizzano il classico metodo dell’emotività nella comunicazione, presentando dati di fatto parziali o volutamente confusi, da cui discendono affermazioni che intendono colpire l’opinione pubblica in modo ideologico anticaccia».

Peccato che si sorvoli sui molti provvedimenti politico/ideologici votati dalle regioni su pressioni di Federcaccia e sulla contiguità ideologica di molti cacciatori con politici che appoggiano le frange venatorie più estremiste.

Redazione Greenreport

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