Gli ambientalisti: dare un futuro sicuro al Parco Nazionale dello Stelvio

9 associazioni: «Bene l'ok al confronto ma chiediamo conferenza conclusiva»

[3 Ottobre 2019]

Cai, Fai, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Tci e Wwf, le 9 Associazioni ambientaliste che dal 2017 hanno dato vita all’Osservatorio sul Parco Nazionale dello Stelvio sono e restano convinte, che «Uno dei parchi storici istituiti in Italia, dopo circa 85 anni di vita (il parco nasce nel 1935), debba essere dotato finalmente di un  Piano Parco e di Norme di attuazione coordinate, che assicurino l’unitarietà dell’Area protetta e garantiscano un futuro sostenibile alle popolazioni alpine».

L’Osservatorio, pur apprezzando la disponibilità al confronto di Ugo Parolo, un deputato leghista nominato presidente del Comitato Comitato di coordinamento e di indirizzo nazionale del Parco Nazionale dello Stelvio su indicazione dalla Regione Lombardiaribadisce la richiesta della «Convocazione di una conferenza conclusiva della Valutazione Ambientale Strategica per arrivare al perfezionamento di un piano e di regole coordinate, prima che sia reso il parere motivato vincolante del Ministero dell’Ambiente (come previsto dal decreto legislativo n. 14/2016) sulle tre bozze di Piano e di Norme di Attuazione elaborate dalle due Province autonome di Trento e di Bolzano e dalla Regione Lombardia».

Inoltre, l’Osservatorio chiede a Parolo di «assicurare tempi serrati di un confronto che deve coinvolgere anche i territori e gli attori sociali e garanzie per la definizione di piani che non contemplino un aumento delle cementificazioni e di nuove invasive infrastrutture e servano a consolidare e valorizzare gli ambiti di tutela naturalistica dell’area protetta».

Infatti, le 9 associazioni sono convinte che «Nello spirito delle Linee Guida elaborate nel gennaio 2017 dallo stesso Comitato nazionale di coordinamento e di indirizzo, si debbano superare positivamente gli attuali limiti delle elaborazioni sin qui compiute, riuscendo a completare gli approfondimenti che ancora mancano, per assicurare nei fatti l’unitarietà del PN dello Stelvio su: le analisi dei valori paesaggistici e naturalistici presenti nell’area protetta alla luce anche dei cambiamenti climatici; l’omogeneità dei criteri con cui vengono individuate le zone di maggiore e minore tutela; le attività da autorizzare o vietare a seconda delle varie zone; l’integrazione tra le diverse zonizzazioni».

Il comunicato congiunto di Cai, Fai, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Tci e Wwf evidenzia che «La scommessa più rilevante, in una situazione in cui l’ambiente alpino è sottoposto a radicali cambiamenti per lo scioglimento dei ghiacciai  e del permafrost, sia proprio quella di come garantire il futuro degli insediamenti e delle attività economiche alpine, abbandonando la formula obsoleta +cemento, +infrastrutture di trasporto, +impianti di sci e +impianti per l’innevamento artificiale, dannosa per i delicati equilibri ecologici della montagna, e puntando, invece, sulla promozione e sul consolidamento di una filiera economica innovativa che assicuri lo sviluppo sostenibile del turismo verde, la ristrutturazione e rigenerazione di qualità del tessuto edilizio ed urbano, la mobilità pulita e dolce».

Pronta la risposta di Parolo su Faceboock: «Nella riunione dello scorso venerdì 27 settembre del Comitato di Indirizzo e coordinamento del Parco nazionale dello Stelvio, abbiamo deliberato all’unanimità la predisposizione di un nuovo documento tra i tre settori, da allegare al piano al fine di assicurare una lettura unitaria delle pianificazioni e degli effetti cumulati dalle varie scelte. Tutti gli Enti e i rappresentanti dei comuni e delle associazioni ambientalistiche hanno espresso la volontà e la necessità di chiudere la fase di adozione degli strumenti di piano entro pochi mesi per consentire un’adeguata programmazione con l’obiettivo strategico di coniugare tutela ambientale e sviluppo economico. Questo ulteriore documento, nato dal confronto col Ministero dell’Ambiente e con le associazioni di protezione ambientale, rafforza il concetto di unitarietà del Parco. Lo Stelvio non è mai stato così unito, come con questa nuova modalità di gestione e proprio il lavoro del Comitato, che ha portato alla definizione delle Linee guida comuni per il piano, per la comunicazione, per la ricerca scientifica, ne è un esempio concreto».

Paolo conclude: «Alla fine delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica previste per legge, in un’ottica di collaborazione e proficuo confronto, abbiamo già previsto un momento di confronto con le principali associazioni ambientalistiche per redigere un documento di analisi finale delle valutazioni che metteremo a disposizione degli Enti titolari poi procedere con le adozioni del Piano. Sono convinto che la collaborazione, nel rispetto dei ruoli, con tutti gli stakeholders sia un valore aggiunto per il Parco. Lo sforzo che tutti dobbiamo fare è immaginare un modello di sviluppo che contemperi tutte le esigenze, assicurando anche un’adeguata transizione di alcune attività per consentire alle popolazioni insediate di vivere nel Parco. Per fare questo occorre che tutti si mettano in gioco: la politica del “NO” a priori non porta da nessuna parte. Solo un confronto proattivo in un progetto serio di sviluppo sostenibile ed articolato può portare all’attuazione di un piano realmente condiviso anche dalle popolazioni locali, dopo quasi cento anni di impasse».