Gli ambientalisti siciliani: l’osservatorio astronomico sulla Mufara, nelle Madonie, è irrealizzabile

«Viola divieti di inedificabilità assoluta e distrugge natura e paesaggio Si trovino soluzioni alternative possibili»

[9 Marzo 2023]

Di fronte a notizie stampa che definiscono «Parziali e fuorvianti»,  Cai, GRE, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers e Wwf, che il 23 aprile 2022 organizzarono nel Parco Regionale delle Madonie una manifestazione per la tutela della Mufara, ribadiscono che «Il progetto dell’osservatorio astronomico sulla Mufara è irrealizzabile per violazioni di vincoli di legge inderogabil»i.

Le associazioni ambientaliste spiegano che «Il progetto proposto si estenderebbe su una superficie di 800 metri quadri, di cui 360 per un piazzale, con 3.540 metri cubi di volume edilizio e un’altezza di oltre 13 metri fuori terra, con annessa una pista carrozzabile per l’accesso alla sommità della Mufara. Tutto questo non solo in piena zona A di tutela integrale del Parco delle Madonie, ma addirittura in area boscata e nelle fasce di tutela esterna a inedificabilità assoluta come recentemente ribadito dalla Corte Costituzionale che con la sentenza n. 135 del 26 aprile 2022 ha dichiarato illegittime le norme regionali con cui si volevano cancellare i vincoli di tutela sulle aree boscate».

E gli ambientalisti sottolineano che «Tutto questo non viene raccontato così come non si dice che a seguito della citata sentenza della Corte Costituzionale 135/2022, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, con provvedimento prot. 0015350 del 9 agosto 2022 (reso noto a ottobre del 2022) ha rilasciato, correttamente e inevitabilmente, parere negativo sulla realizzabilità dell’opera nel sito prescelto sulla Mufara. Tra l’altro l’opera sul piano giuridico è tutt’altro che strategica tanto che il progetto è stato presentato non secondo le procedure delle opere pubbliche dichiarate di interesse nazionale, ma allo Sportello Unico Attività Produttive dei comuni delle Madonie, gestito da un’altra società privata la Sosvima, come un qualunque piccolo esercizio commerciale».

Il comunicato congiunto delle associazioni smentisce anche che l’Ente Parco abbia autorizzato l’opera: «Ha solo rilasciato un parere preliminare per gli aspetti connessi alla valutazione di incidenza, mentre non ha rilasciato il nulla osta definitivo alla realizzazione dell’opera, preliminare al permesso di costruire di competenza esclusiva del Comune di Petralia Sottana. E non comprendiamo come il nulla osta e il permesso di costruire possano essere rilasciati ai sensi delle norme vigenti in un’area dichiarata a inedificabilità assoluta per legge e sentenza della Corte Costituzionale». Però Cai, GRE, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers e Wwf fanno notare che «E’ singolare poi che l’Ente Parco non abbia ritenuto di dovere controdedurre alle osservazioni di merito presentate dalle Associazioni ambientaliste nel giugno 2022, adducendo interpretazioni procedurali».

La nota ambientalista evidenzia che «Tanto è irrealizzabile il progetto di cui si discute, che per cercare di aggirare i vincoli di legge gravanti sulla sommità della Mufara, invece di cercare soluzioni alternative sul piano progettuale, nella recente legge regionale di stabilità n. 2 del 22 febbraio 2023 è stato inserito l’articolo 38, inattuabile e non pertinente, perché fa riferimento a deroghe allo statuto del parco, che riguarda l’organizzazione degli uffici, gli organi e relative attribuzioni, e non la disciplina ambientale, ed è comunque in violazione della giurisprudenza costituzionale. Disconoscendo incredibilmente un’altra sentenza della Corte Costituzionale, la n. 172 del 5 giugno 2018, che ha dichiarato incostituzionale il tentativo proprio per la Sicilia di derogare con legge regionale ai vincoli e di fatto sottrarre dalla tutela paesaggistica le opere dichiarate di interesse pubblico dalla Giunta Regionale. Con questo modo di procedere si alimenta solo il contenzioso e non la ricerca di soluzioni alternative e ragionevoli».

Le Associazioni Ambientaliste concludono ribadendo di «Non essere contrarie alla previsione di un osservatorio astronomico sulle Madonie né tanto meno alle attività di ricerca scientifica, ma vanno rispettate le leggi di tutela ambientale e paesaggistica e la Mufara va preservata da simili opere (strade, piazzali, volumi edilizi) che la distruggerebbero irrimediabilmente. Non ci sono alternative: o si cambia sito rispetto alla Mufara ubicando l’osservatorio in aree non vincolate a inedificabilità assoluta e lontano dai boschi o il progetto deve essere totalmente rivisto, eliminando dalla sommità della Mufara volumi edilizi e opere che nulla hanno a che vedere con la struttura del telescopio e salvaguardando l’integrità delle aree boscate».