Gli animali migratori imparano dall’esperienza

Le cicogne giovani utilizzano rotte conosciute e sicure, quelle più anziane percorsi nuovi e più veloci

[6 Marzo 2024]

Lo studio “Learning shapes the development of migratory behavior”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da Ellen Aikens dell’università del Wyoming (UW) e da Elham Nourani, Wolfgang Fiedler e Andrea Flack del Max-Planck-Instituts für Verhaltensbiologie (MPI-AB), tutti dell’Exzellenzclusters Kollektives Verhalten dell’Universität Konstanz, dimostra che «Gli animali migratori affinano il loro comportamento man mano che invecchiano», suggerendo che «l’apprendimento esperienziale è una parte importante del successo della migrazione».

I team guidato da Ellen Aikens dell’UW e del MPI-AB  sottolinea che «Sebbene la genetica e il comportamento sociale siano fattori importanti che modellano le migrazioni degli animali, anche le informazioni acquisite attraverso l’esperienza individuale sembrano contribuire a modellare i movimenti migratori».

La ricerca della Aikens, all’intersezione tra comportamento animale e scienza data science è possibile grazie alle nuove risorse offerte dall’informatica avanzata e dalla scienza dei dati. Lo studio ha comportato un monitoraggio tecnicamente sofisticato, tra il 2013 e il 2020, di oltre 250 cicogne bianche in cinque aree riproduttive nella Germania meridionale e in Austria e  ricercatori dicono che «I dati di tracciamento raccolti non solo hanno individuato i percorsi migratori delle cicogne, ma hanno anche misurato i tempi e il ritmo delle singole cicogne, oltre a stimare la quantità di energia utilizzata dalle cicogne durante il volo». Il team ha scoperto che, «Mentre le giovani cicogne si prendevano il tempo necessario per esplorare nuovi posti durante la migrazione, le loro migrazioni diventano più veloci man mano che invecchiano».

La Aikens, la cui ricerca negli ultimi anni ha fornito approfondimenti sugli spostamenti degli animali selvatici di grossa taglia nel Wyoming occidentale, conferma che «Durante la loro prima migrazione, i giovani uccelli percorrono rotte che richiedono più tempo ma costano meno energia. Man mano che gli uccelli invecchiano e acquisiscono maggiore esperienza, gli individui più anziani smettono di esplorare nuovi luoghi e, invece, si muovono più rapidamente e direttamente, con conseguente maggiore dispendio energetico durante il volo migratorio. Durante la migrazione primaverile, gli individui hanno inventato nuove scorciatoie durante la transizione dalla prima infanzia all’età adulta, suggerendo una dipendenza dalla memoria spaziale acquisita attraverso l’apprendimento».

Ogni cicogna ha progressivamente raddrizzato la sua rotta migratoria per trovare modi più diretti per spostarsi tra le destinazioni durante la migrazione primaverile verso i luoghi di riproduzione e nidificazione estivi e i ricercatori dicono che «I risultati potrebbero avere implicazioni per una varietà di altre specie di animali migratori. Sebbene l’informazione sia stata ampiamente trascurata, dato che valuta cosa modella il comportamento migratorio, ottenere informazioni e utilizzarle per affinare in modo incrementale il comportamento migratorio attraverso l’apprendimento potrebbe svolgere un ruolo importante nel risparmiare energia e tempo».

Un’altra autrice dello studio, Andrea Flack del MPI-AB, aggiunge: «Quando pensiamo alla migrazione degli animali, di solito pensiamo al tempo e all’energia come ai fattori più influenti. Ma i paesaggi attraverso i quali gli animali migrano sono complessi e dinamici, e quando gli animali imparano a sfruttare le condizioni favorevoli, risparmiano tempo ed energia. Il nostro studio dimostra che ottenere informazioni e utilizzarle per affinare gradualmente il comportamento è un potente motore della migrazione permanente».

Gli scienziati statunitensi e tedeschi non sottovalutano l’importanza della genetica e delle informazioni culturalmente ereditate nelle migrazioni degli animali, ma concludono che «Le nuove scoperte indicano l’esperienza individuale come un altro fattore chiave. Sia che la prima migrazione sia guidata dalla genetica o sia il risultato del seguire individui informati, l’apprendimento nel corso della vita rappresenta un meccanismo aggiuntivo e complementare che modella la migrazione degli animali».