Gli elefanti anziani più a rischio cambiamento climatico. A repentaglio il futuro degli elefanti africani
Cooperazione internazionale e coinvolgimento della comunità, fondamentali per garantire la sopravvivenza degli elefanti
[5 Febbraio 2024]
Lo studio “Dynamic modeling of African elephant populations under changing climate and habitat loss across the Greater Virunga Landscape”, pubblicato recentemente su PLOS Sustainability and Transformation da Simon Nampindo, direttore del WCS Uganda Program della Wildlife Conservation Society (WCS), e da Timothy Randhir, del Department of environmental conservation dell’università del Massachusetts – Amherst, è il primo a indagare su come il cambiamento climatico colpisce gli elefanti africani e di mostra che «Gli elefanti più anziani avranno possibilità di sopravvivenza notevolmente ridotte, il che non solo ridurrà drasticamente la capacità complessiva della specie di resistere ai cambiamenti climatici, ma invierà effetti a catena in tutto il paesaggio circostante».
Il team ha anche modellato possibili scenari di mitigazione, che WCS sta già attuando
Il Greater Virunga Landscape (GVL) è un’area di 15.700 chilometri quadrati di savane, montagne e laghi in Uganda, Rwanda e Repubblica Democratica del Congo (RDC) che ospita la fauna terrestre più grande dell’Africa, con 7 parchi nazionali, 3 riserve di foreste tropicali e 3 riserve naturali, 3 delle quali sono siti del patrimonio mondiale Unesco, che coprono l’88% dell’area.
Nel GVL vive anche una popolazione di elefanti africani il cui numero è diminuito così precipitosamente nel corso dell’ultimo secolo e che ora sono elencati come in pericolo critico di estinzione nella Lista Rossa dell’International Union for the Conservation of Nature (IUCN). Gli elefanti sono dei d veri e propri ingegneri ambientatli: svolgono un ruolo chiave nel modificare e sostenere i loro territorio disperdendo i semi delle piante di cui si nutrono, abbattono alberi creando radure e arricchiscono la fertilità del suolo con il loro sterco. Hanno anche un ruolo importante in molte culture africane.
All’UMass Amherst fanno notare che «Ad oggi, pochi studi si sono concentrati sulle dinamiche dell’ambiente, sui cambiamenti climatici, sulla demografia degli elefanti e su come il cambiamento dell’habitat influenza gli elefanti nel lungo periodoz. Per avere un quadro più chiaro di come potrebbe essere il futuro degli elefanti e di cosa possiamo fare per garantire al meglio la loro sopravvivenza, i ricercatori hanno costruito un modello dinamico dei sistemi e Napindo spiega che «Questo modello può esaminare tutte le diverse dinamiche ambientali e demografiche all’interno di un sistema. Per la prima volta siamo in grado di avere una visione completa di come potrebbe essere il futuro per gli elefanti africani di fronte al cambiamento climatico».
Nampindo e Randhir hanno costruito il loro modello utilizzando dati sul numero di elefanti, cambiamenti storici nel territorio e diversi scenari futuri di cambiamento climatico che rappresentano 1,6º, 2,8º e 4,3º Celsius di riscaldamento nei prossimi 80 anni. Infine, hanno tracciato l’effetto che ciascuno degli scenari climatici avrebbe avuto su 5 fasce di età degli elefanti: sotto i 10 anni, 11 – 30, 31 – 40, 41 – 50 e più di 50 anni, perché, come dice Randhir «Qualsiasi impatto su una classe di età ha un effetto comunitario su tutta la popolazione».
Nampindo sottolinea che «Abbiamo scoperto che gli elefanti più anziani saranno fortemente colpiti dal riscaldamento in ogni scenario. Gli elefanti sono matriarcali: i loro leader sono le femmine più anziane, e le mandrie dipendono dalla loro saggezza, dalla loro lunga memoria e dalla capacità di superare in astuzia i predatori e, se andranno perse a causa del cambiamento climatico, questo causerà caos anche nei branchi più giovani e sopravvissuti, come modificare i profili genetici e le strutture della mandria. Ci saranno anche effetti a catena nel territorio del GVL».
E Randhir aggiunge che «Questo modello non solo ci dice quali sono le minacce, ma possiamo anche usarlo per dirci quali possibilità politiche saranno più efficaci per aiutare gli elefanti africani a sopravvivere».
Nel caso di una specie come l’elefante, che migra oltre i confini nazionali, è particolarmente importante anche capire come politiche diverse potrebbero influenzare i futuri branchi, in modo che le agenzie di gestione della natura possano coordinare le loro risposte.
In particolare, Nampindo e Randhir ritengono che «Sia necessaria una strategia di gestione coordinata della GVL a livello nazionale, regionale e locale per affrontare le minacce del bracconaggio. Gli sforzi anti-bracconaggio ben finanziati sono essenziali», ma sottolineano anche «L’importanza dei programmi e dell’istruzione guidati dalla comunità nelle città e nei villaggi in prima linea dove l’interazione uomo-elefante è comune. Anche il territorio GVL deve essere gestito in modo appropriato per ridurre l’impatto della frammentazione degli habitat, degli incendi e delle specie invasive».
Nampindo fa notare che «Questi risultati sono molto importanti per la WCS. Se riusciamo a fare un buon lavoro nel proteggere gli elefanti, i nostri sforzi si ripercuoteranno su altre specie, come i leoni e i gorilla di montagna».
Randhir conclude: «Più in generale, la cosa più interessante di questo modello dinamico di sistema è che può essere adattato a qualsiasi specie migratoria che si sposta oltre i confini politici, dai pesci agli uccelli ai leoni».