Gli europei più disposti a mangiare insetti sono giovani, maschi e di buona cultura
Uno studio dei ricercatori del dipartimento di Scienze veterinarie dell’università di Pisa
[18 Marzo 2019]
Secondo uno studio pubblicato su Food Research International da un team del dipartimento di scienze veterinarie dell’università di Pisa guidato da Gisella Paci e composto da Simone Mancini, Roberta Moruzzo e Francesco Riccioli, gli europei più propensi a consumare gli insetti come cibo sono giovani maschi e di buona cultura.
Per capire quali categorie di persone più disponibili ad accettare gli insetti nel proprio piatto, i ricercatori italiani hanno messo insieme e confrontato i dati provenienti da una quarantina di studi pubblicati dal 2012 ad oggi e, come spiega Mancini, che sta svolgendo alcuni progetti di ricerca sul tema degli insetti edibili, «Gli uomini fra i 20 e i 30 anni sono i consumatori più interessati, soprattutto per una questione di curiosità, e questo vale sia al livello italiano che europeo, come indicano le ricerche svolte sulle fasce di popolazione più giovani come ad esempio gli studenti universitari».
Parte il fattore curiosità, dallo studio emerge che «Le persone preferiscono comunque consumare gli insetti come ingredienti piuttosto che interi. Il disgusto provocato dal vederli gioca infatti un ruolo fondamentale, soprattutto perché nella cultura occidentale sono spesso associati all’idea di sporco e di contaminazione. Se invece gli insetti edibili sono trasformati in “polvere” e addizionati come ingrediente a un prodotto noto, la repulsione scende notevolmente».
La Paci ricorda che «Gli insetti fanno parte della dieta tradizionale e sono storicamente consumati come animali di allevamento e di cattura in Asia, Africa, Sud America e Centro America. La sfida è di capire come anche in occidente si possa accettare culturalmente questo nuovo cibo».
All’ateneo pisano fanno notare che a favore del consumo degli insetti giocherebbero molti fattori: «Numerosi studi scientifici per esempio evidenziano il loro alto valore nutrizionale come fonte proteica, di lipidi, minerali e vitamine, caratteristica che unita alle ridotte richieste di superficie, ha spinto le agenzie spaziali a studiarli come possibile cibo nelle missioni spaziali. Ma considerata la questione dell’impatto ambientale, gli insetti si candiderebbero come nutrimento del futuro anche per il nostro pianeta. Non a caso le Nazioni Unite li hanno individuati come una possibile risposta al crescente bisogno di proteine dovuto all’incremento della popolazione umana stimata in 9,7 miliardi nel 2050».
La Paci conclude: «L’interesse verso gli insetti ci riguarda direttamente dato che nei prossimi anni, specie dopo la direttiva europea sul novel food in vigore dal gennaio del 2018, troveremo sicuramente questi prodotti negli scaffali dei supermercati come già accade nel nord Europa, Belgio e Olanda in primis, e fuori l’Unione europea, nella vicina Svizzera in questa ottica sarà quindi necessario pensare ai processi di allevamento e di trasformazione in termini di investimento e di nuove strategie gestionali, il tutto unito ad un imprescindibile impegno informativo e comunicativo per aumentare l’accettabilità degli insetti nella cultura occidentale, che faccia leva sugli aspetti economici, ambientali e sociali».