Gli ippopotami riconoscono gli amici (e i nemici) dalla voce
Una scoperta che potrebbe essere utile per la salvaguardia degli ippopotami e per evitare i conflitti con gli esseri umani
[25 Gennaio 2022]
Gli ippopotami selvatici sono creature rumorose, rissose e molto pericolose e i loro richiami viaggiano per lunghe distanze attraverso laghi e fiumi. Ma finora la funzione precisa dei forti “clacson” di questi mega-erbivori era rimasta un mistero.
Il nuovo studio “Voice-mediated interactions in a megaherbivore”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori francesi dell’ Equipe de Neuro-Ethologie Sensorielle ENES/CRNL delle università di Saint-Etienne e Lyon e portoghesi dell’Universidade de Lisboa che studia gli ippopotami nella Reserva Especial Maputo, in Mozambico, rivela «I caratteristici clacson consentono ai grandi mammiferi di distinguere l’amico dal nemico». Il tean franco-portoghese dice che «Gli animali possono probabilmente riconoscere gli individui dalle loro “voci”».
Il principale autore dello studio, Nicolas Mathevon, dell’ ENES/CRNL è uno dei più noti studiosi di suoni emessi dagli animali di tutto il mondo, dalle foche leopardo alle iene e ricorda che «Gli ippopotami hanno un ampio repertorio vocale, inclusi grugniti, soffi a mantice, strilli e “clacson”, ma si sa molto poco della loro comunicazione sociale. Nei loro richiami ci sono informazioni sull’identità dell’individuo – quindi hanno “voci” – e sono in grado di riconoscersi l’un l’altro dalle loro voci. Questa capacità di riconoscimento supporta le relazioni sociali tra gli individui».
Secondo lo studio, il clacson è il richiamo più comune fatto dagli ippopotami e anche il più rumoroso n visto che è udibile fino a 1 km di distanza. Per capire come funzionano questi richiami, i biologi hanno registrato i clacson degli ippopotami e li hanno trasmessi dalla riva dei laghi per vedere come rispondevano gli altri individui, scoprendo che gli ippopotami potevano distinguere amici, vicini e estranei dalle loro voci. Secondo i ricercatori, oltre a distinguere l’amico dal nemico (o, almeno, gli ippopotami sconosciuti), questi mega-erbivori possono probabilmente distinguere tra individui, anche se nonne possono esserne assolutamente certi.
Nonostante sembrassero oziare sull’acqua, i grandi mammiferi stavano chiaramente prestando molta attenzione a ciò che li circondava e hanno risposto immediatamente alla trasmissione dei clacson registrati dagli scienziati.
Lo studio rammenta che «Gli individui negli animali territoriali spesso reagiscono in modo meno aggressivo a un individuo conosciuto proveniente da un territorio vicino che a un estraneo (“effetto caro nemico”). A volte si osserva l’opposto ed è il vicino ad essere più fortemente respinto (“vicino cattivo”). I nostri esperimenti suggeriscono che negli ippopotami l’arrivo di un individuo estraneo è percepito come più minaccioso di quello di un vicino». Infatti, gli animali hanno risposto in modo più aggressivo ai clacson degli ippopotami sconosciuti, con richiami più rapidi, più forti e più frequenti, spesso accompagnati da manifestazioni territoriali di irrorazione di feci.
«In breve – si legge nello studio – In breve, abbiamo dimostrato che gli ippopotami usano il riconoscimento vocale per gestire le loro relazioni tra i gruppi, una strategia già osservata in altri grandi mammiferi dove la competizione è intensa e che limita i combattimenti fisici con conseguenze spesso irreparabili.
I ricercatori fanno notare che «Mentre il trasferimento di animali in via di estinzione per mantenere le popolazioni al di sotto dei livelli critici è sempre più comune, i nostri risultati suggeriscono che dovrebbero essere prese precauzioni durante tali trasferimenti di ippopotami. Prima di trasferire un gruppo di ippopotami in un nuovo sito, una potenziale precauzione potrebbe essere quella di trasmettere la loro voce da un altoparlante a distanza dai gruppi già presenti in modo che si abituino a loro e che così il loro livello di aggressività diminuisca gradualmente. Si potrebbe anche considerare di far ricollocare gli animali abituati alle voci dei loro nuovi vicini».
Mathevon conclude: «E’ importante saperne di più sulla biologia e sul comportamento degli ippopotami per evitare conflitti uomo-animale. Il nostro studio evidenzia che i gruppi di ippopotami sono entità territoriali che si comportano in modo meno aggressivo verso i vicini che verso gli estranei. La conoscenza potrebbe anche aiutare la conservazione. Gli ippopotami non sono ancora in pericolo in natura, ma il loro numero sta precipitando rapidamente. Sono una fonte di conflitto animale-umano, con gli ippopotami che causano centinaia di morti umane all’anno».