Gli scimpanzé pescatori di granchi della Guinea sono in buona salute. Ma le minacce minerarie incombono (VIDEO)

La genetica come strumento di conservazione per gli scimpanzé in via di estinzione

[4 Aprile 2023]

Lo scimpanzé occidentale (Pan troglodytes verus)  è elencato come “in pericolo critico” nella Lista rossa dell’IUCN. La  Réserve naturelle intégrale du mont Nimba / Mount Nimba Strict Nature Reserve, ai confini tra Guinea, Liberia e Costa d’Avorio  patrimonio mondiale dell’UNESCO, ospita una popolazione unica di questa sottospecie che è conosciuta come scimpanzé pescatori di granchi, ma è ora minacciata dalle attività minerarie che ormai in Guinea hanno raggiunto i confini dell’area protetta.

La Guinea è ricca di minerali e ha alcuni dei depositi di ferro più ricchi al mondo. Lo studio “Genetics as a novel tool in mining impact assessment and biomonitoring of critically endangered western chimpanzees in the Nimba Mountains, Guinea”, è stato pubblicato recentemente su Conservation Science and Practice da un team internazionale di ricercatori guidato da Kathelijne Koops, un’antropologa dell’Universität Zürich che  sottolinea: «E’ fondamentale stabilire strumenti per monitorare questa popolazione di scimpanzé in via di estinzione e valutare il potenziale impatto dell’attività mineraria».

Per questo il team di ricerca internazionale, che comprendeva ricercatori svizzeri, britannici, danesi, statunitensi e guneani, ha utilizzato il censimento genetico per stimare le dimensioni della popolazione di scimpanzé, la composizione della comunità e i confini del loro areale sul fianco occidentale del massiccio del Nimba in Guinea.  La Koops evidenzia  che «Il nostro studio è il primo a utilizzare la genetica su così vasta scala per stimare il numero e la struttura della popolazione di una popolazione di scimpanzé in pericolo di estinzione nell’Africa occidentale».

Durante il lavoro sul campo, tra il 2003 e il 2018, i ricercatori hanno raccolto quasi mille campioni fecali di scimpanzé la cui analisi ha identificato un totale di 136 scimpanzé che vivono in 4 diverse comunità o gruppi sociali. Ma Christina Hvilsom, genetista della conservazione dello zoo di Copenaghen, è convinta che «Il numero effettivo di scimpanzé nell’area probabilmente supera in modo significativo questa stima minima. I neonati e i giovani non sono inclusi in modo affidabile nel campionamento fecale e alcune aree della catena montuosa rimangono sottocampionate»-

Il team ha anche scoperto una serie di eventi migratori ed elevati livelli di ascendenza condivisa e diversità genetica. In un’intervista a Mongabay, la Koops ha confermato che «Abbiamo [prove del] flusso genico tra le comunità. Dato che abbiamo campionato per così tanto tempo, abbiamo persino avuto alcuni casi in cui abbiamo campionato una femmina prima nell’area che è chiaramente al nord, e poi circa un anno dopo a sud, permettendoci di osservare la migrazione degli individui tra comunità».

Per Peter Frandsen, anche lui allo zoo di Copenaghen, «Questi risultati evidenziano l’utilità del censimento genetico per il monitoraggio temporale dell’abbondanza delle scimmie, oltre a catturare eventi migratori e misurare la diversità genetica e la vitalità della popolazione nel tempo. Ad esempio, i dati consentono di fare previsioni su come la costruzione di strade e le attività di estrazione potrebbero influenzare il movimento degli scimpanzé tra le diverse comunità o ridurre l’accesso al cibo e ai siti di nidificazione».

Infatti, i dati raccolti dallo studio aiuteranno scienziati e ambientalisti a capire dove si trovano gli scimpanzé  che potrebbero essere messi a rischio da un progetto della Société des Mines de Fer de Guinée per estrarre 450 milioni di tonnellate di minerale di ferro in 15 -25 anni. La compagnia mineraria assicura che sta adattando il progetto al terrtorio e alla ricca biodiversità, e che il suo impatto sulla catena montuosa sarà minimo. Ma, anche se il sito destinato all’estrazione mineraria, sebbene tecnicamente al di fuori della riserva naturale di Nimba, si estende su un’area che gli scimpanzé usano regolarmente. La Koops non è  per niente tranquilla: «Se [l’impresa mineraria] fosse completamente priva di mitigazioni e gli scimpanzé non potessero attraversare, allora la comunità del nord sarebbe tagliata fuori dalle comunità del sud. Questo sottolinea l’importanza di assicurarsi che ci siano corridoi per gli scimpanzé per mantenere questa connessione tra le comunità».

Quindi, la genetica si è rivelata un nuovo strumento per la protezione delle grandi scimmie. Ne è più che convinta  un’altra autrice, Tatyana Humle, senior associate di Re:wild:  «Questo studio conferma innegabilmente lo status del Nimba, patrimonio mondiale dell’UNESCO, come sito prioritario per la conservazione dello scimpanzé occidentale in grave pericolo di estinzione. Dimostra anche il valore dell’impiego di tecniche genetiche non invasive per generare dati critici sull’abbondanza, la struttura e la salute genetica della popolazione»,

La primatologa Genevieve Campbell di Re:wild, che non ha fatto parte del tem di ricercatori dello studio, osserva su Mongbay che «Gli impatti dell’estrazione mineraria possono diffondersi ben oltre l’area del progetto. Saranno costruite strade per facilitare l’accesso e la miniera porterà un afflusso di lavoratori, portando a un’ulteriore pressione sulle risorse naturali».

Gli autori dello studio avvertono che «Se gli areali i movimenti degli scimpanzé saranno ristretti o ostacolati dall’attività umana, che si tratti di estrazione mineraria, caccia o agricoltura, le risultanti sovrapposizioni di territorio potrebbero innescare battaglie mortali tra comunità rivali. La presenza di persone in aree frequentate da scimpanzé presenta anche un rischio di trasmissione di malattie, cioè zoonosi, che possono provocare una significativa mortalità degli scimpanzé».

La Campbell ricorda che «L’epidemia di Ebola del 2014 è iniziata vicino alla riserva di Nimba. Nel complesso, dato il legame noto con le epidemie pandemiche, non sembra una buona idea invadere un sito ad alta biodiversità. Il minerale di ferro è presente a livello globale, ma vogliamo comunque estrarlo in un sito Patrimonio dell’Umanità e avere un impatto su un sito unico che è anche un importante spartiacque per la regione».

Annette Lanjouw, a capo del Great apes and gibbons program dell’Arcus Foundation ha commentato: «Lo studio di mostra che ora è possibile contare gli scimpanzé con maggiore accuratezza e affidabilità utilizzando il censimento genetico. Richiede ancora la raccolta di campioni [fecali] da ogni individuo, il che non è sempre possibile da garantire. Tuttavia, è molto più affidabile e preciso rispetto alle tecniche alternative».  afferma. Queste tecniche alternative includono il conteggio dei nidi, che gli scimpanzé nel sito di studio della Guinea a volte costruiscono sul suolo della foresta invece che sugli alberi, e transetti lineari e trekking di ricognizione lungo i sentieri attraverso la foresta. L’osservazione diretta degli scimpanzé nelle montagne Nimba è impegnativa. Questo è in parte dovuto al terreno irregolare: gli scimpanzé possono oltrepassare profondi burroni attraverso le cime degli alberi, lasciando molto indietro i loro osservatori umani legati alla terra. Ma ha anche a che fare con la difficoltà di studiare le scimmie che sono ancora molto diffidenti nei confronti degli esseri umani. Ad esempio, le prove raccolte da Koops e dai suoi colleghi sul comportamento della pesca dei granchi, sono state documentate a distanza attraverso l’uso di telecamere attivate dal movimento. La Lanjouw ha detto a Mongabay che «La popolazione di scimpanzé Nimba è una roccaforte fondamentale di questa sottospecie. Il lavoro di conservazione dovrebbe tenere conto dell’intero ecosistema montano, compresa la sua funzione idrologica. Se l’habitat viene distrutto e gli scimpanzé scompaiono, non saranno l’unica specie persa. L’impatto sulle persone nella regione, così come oltre, sarà significativo».

La Koops conclude: «Per le future valutazioni dell’impatto, raccomandiamo il campionamento genetico, combinato con il fototrappolaggio, poiché questi metodi possono fornire solide linee di base per il biomonitoraggio e la gestione della conservazione. Non solo per lo scimpanzé occidentale, ma anche per altre specie di grandi scimmie in via di estinzione».

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  • Genetics as a conservation tool for endangered chimpanzees