Gli smilodonti dai denti a sciabola e i lupi terribili soffrivano di osteocondrosi
Avevano malattie articolari e ossee come quelle dei gatti e dei cani domestici
[19 Luglio 2023]
Secondo lo studio “Subchondral defects resembling osteochondrosis dissecans in joint surfaces of the extinct saber-toothed cat Smilodon fatalis and dire wolf Aenocyon dirus”, pubblicato su PLOS ONE dallo svedese Hugo Schmökel della Evidensia Academy e dagli statunitensi Aisling Farrell e Mairin Balisi di La Brea Tar Pits and Museum, National History Museums of Los Angeles County, tra gli smilodonti (Smilodon fatalis), grandi felini dai denti a sciabola, e gli enocioni o lupi terribili (Aenocyon dirus) dell’Era Glaciale c’era un’alta incidenza di malattie ossee articolari.
La Brea Tar Pits è l’unico sito di scavo urbano dell’era glaciale costantemente attivo e questo lo una finestra unica sulla scienza attiva, nel quale i fossili vengono scoperti, preparati, ricercati ed esposti in un unico luogo. All’esterno, i visitatori possono osservare gli scavi che portano alla luce fossili di piante e animali dell’era glaciale che sono stati intrappolati e conservati nelle infiltrazioni di bitume. All’interno del Museo, scienziati e volontari puliscono, riparano e identificano quei fossili. I migliori esemplari vengono esposti e sono disponibili per la ricerca: dai felini dai denti a sciabola ai bradipi giganti, dai lupi terribili ai mammut e mastodonti, ai microfossili di piccoli animali e piante. Queste collezioni costituiscono una risorsa senza pari per comprendere i cambiamenti ambientali a Los Angeles e nel pianeta durante gli ultimi 50.000 anni di storia della Terra.
Fondato nel 1936, il Raymond M. Alf Museum of Paleontology l’unico museo Usa accreditato a livello federale situato esclusivamente all’interno di un campus di una scuola, The Webb Schools. Il museo, Situato a Claremont, nel sud della California, al confine con le contee di Los Angeles e San Bernardino, è l’unico al mondo che coinvolge gli studenti delle scuole superiori in tutti gli aspetti delle sue attività, compresa la ricerca scientifica. Il museo ospita quasi 200.000 fossili, il 95% dei quali sono stati raccolti dal personale del museo, studenti delle scuole superiori e volontari. La collezione si concentra sulla paleontologia della California meridionale e degli Stati Uniti occidentali e ogni anno viene vista da oltre 20.000 visitatori con visite guidate e ospita programmi educativi fuori sede innovativi e contenuti virtuali in streaming live.
La Balisi curatrice della collezione paleontologica al Raymond M. Alf Museum of Paleontology , sottolinea che «Questo studio si aggiunge alla crescente letteratura sulla paleopatologia dello smilodonte e del lupo terribile, resa possibile dalle dimensioni ineguagliabili dei campioni di grandi dimensioni custoditi al La Brea Tar Pits & Museum. Questa collaborazione tra paleontologi e veterinari conferma che questi animali, sebbene fossero grandi predatori, che sono vissuti in tempi difficili e ora si sono estinti, condividevano disturbi comuni con i cani e i gatti nelle nostre stesse aree dove vivono oggi».
L’osteocondrosi è una malattia ossea dello sviluppo nota per colpire le articolazioni dei vertebrati, compresi gli esseri umani e diverse specie domestiche, ma non è documentata a fondo nelle specie selvatiche e i casi pubblicati sono piuttosto rari. In questo studio, Schmökel e colleghi identificano i segni di questa malattia nelle ossa fossili degli arti di Smilodon fatalis e Aenocyon dirus risalenti a circa 55.000 a 12.000 anni fa.
I ricercatori hanno esaminato oltre 1.000 ossa degli arti dei felini dai denti a sciabola e oltre 500 ossa degli arti di lupi terribili del tardo Pleistocene, trovando in molte ossa «Piccoli difetti coerenti con una specifica manifestazione della malattia ossea chiamata osteocondrosi dissecante (OCD). Questi difetti sono stati osservati principalmente nelle articolazioni della spalla e del ginocchio, con un’incidenza pari al 7% delle ossa esaminate, significativamente superiore a quella osservata nelle specie moderne».
Lo studio si è limitato ad analizzare le ossa estratte da un singolo sito di fossili, quindi ulteriori studi su altri siti potrebbero rivelare modelli nella prevalenza di questa malattia e da lì i ricercatori potrebbero far luce su aspetti della vita di questi animali. Schmökel, Farrell e Balisi concludono: «Non è chiaro, ad esempio, se questi problemi articolari avrebbero ostacolato le capacità di caccia di questi predatori. Inoltre, questo disturbo è comunemente visto nei moderni cani domestici che sono altamente consanguinei, quindi è possibile che l’elevata incidenza della malattia in questi animali fossili possa essere un segno della diminuzione delle popolazioni mentre queste antiche specie si avvicinavano all’estinzione».