Gli uccelli migratori arrivano in anticipo, colpa delle temperature primaverili più calde
Analizzati dati che risalgono fino a 300 anni fa. I migratori su lunga distanza sono più in difficoltà
[29 Dicembre 2016]
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Animal Ecology e sostenuto dal Natural environment research council britannico, gli uccelli migratori stanno raggiungendo le loro zone di riproduzione estive in media circa un giorno prima per ogni grado di aumento della temperatura globale.
Lo studio realizzato da un team di ricercatori dell’università di Edimburgo ha esaminato centinaia di specie in tutti i cinque continenti e si spera che aiuterà gli scienziati a prevedere come le diverse specie potranno rispondere ai futuri cambiamenti ambientali causati dal riscaldamento globale.
Per gli uccelli migratori è vitale arrivare nei loro siti di riproduzione estivi nel momento giusto: anche un paio di giorni d anticipo possono significare la rinuncia alla massima disponibilità di risorse vitali come il cibo e i luoghi di nidificazione. Arrivare in ritardo significa invece compromettere la nidificazione, la cova e l’allevamento della prole e le possibilità di sopravvivenza dei pulcini.
La ricerca riguarda sia le specie che migrano su lunghissime distanze, come la rondine e la balia nera, e quelle con migrazioni più brevi, come la pavoncella e la ballerina bianca, che iniziano la migrazione in risposta a stimoli come la modifica delle temperature stagionali e la disponibilità di cibo, cercando di capire come sia cambiato il loro comportamento migratorio nel tempo e con l’aumento delle temperature. I ricercatori hanno esaminato i dati sulle migrazioni di specie risalenti quasi 300 anni, utilizzando anche note di appassionati e scienziati dilettanti, comprese quelle del famoso naturalista americano del XIX secolo, Henry David Thoreau.
A quanto pare, gli uccelli che compiono lunghe migrazioni sono meno sensibili alle temperature in aumento, ma possono essere più in difficoltà di altre specie ad arrivare al momento giusto nei loro siti di nidificazione.
Takuji Usui, della school of biological sciences dell’università di Edimburgo, ha spiegato a BBC News che «Molte specie animali e vegetali stanno alterando i tempi delle attività legate all’inizio della primavera, come la fioritura e l’allevamento. Ora abbiamo dettagliato il modo in cui stanno cambiando i tempi della migrazione e come questo cambiamento vari tra le specie. Queste intuizioni possono aiutare a predire quanto gli uccelli migratori riusciranno tenere il passo con il cambiamento delle condizioni nei loro luoghi di riproduzione».