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Grande Mekong: nel 2020 scoperte 240 specie sconosciute alla scienza (VIDEO)

Scimmie fantasma, serpenti iridescenti e tritoni coccodrillo scoperte dal Wwf in Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam
 |  Natura e biodiversità

Il Wwf ha pubblicato il rapporto “News species discoveries in the Greater Mekong 2020” nel quale illustra ed elenca la scoperta di ben 224 nuove specie di piante vascolari e animali vertebrati nella regione del Grande Mekong: 155 piante, 16 pesci, 17 anfibi, 35 rettili e un mammifero precedentemente sconosciuti alla scienza e trovati dai ricercatori nel 2020,

La regione del Grande Mekong nel sud-est asiaticosi estende in Cambogia, Laos, Vietnam, Myanmar e  Thailandia ed è un hotspot mondiale della biodiversità. Ospita alcune delle specie più iconiche e in via di estinzione del pianeta: la tigre, l'elefante asiatico,la saola, la pitta di Gurney e il pesce gatto gigante del Mekong. Inoltre, in quest’are vengono scoperte frequentemente nuove specie, cosa che ha attirato l'attenzione globale sulla regione, insieme alla preoccupazione per il futuro di queste specie a causa dei grandi progetti infrastrutturali, dighe e crescita della popolazione umana.

Il Wwf sottolinea che «Con l'aggiunta delle scoperte del 2020, le specie totali di piante vascolari, pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi descritte nella regione dal 1997 sono ora 3.007.

Una sequela di scoperte che sembra non avere fine e il 2020 ha portato addirittura al sorprendente ritrovamento, del quale greenreport.it ha già dato conto, di una “nuova” specie di scimmia, il Popa langur, con cerchi bianchi spettrali intorno agli occhi, e di un pesce delle caverne che ha richiesto la creazione di un genere completamente nuovo. Ma anche per classificare il primo bambù succulento del mondo si è diovuto coniare un nuovo genere. Ha fatto scalpore anche la scoperta di un serpente iridescente scavatore che ha uno schema delle scaglie non sovrapposte. E pi rane di tutte le forme, tritoni coccodrillo e bicolori, fiori bellissimi…

K. Yoganand, regional lead for wildlife and wildlife crime del Wwf Greater Mekong, ha detto alla Reuters che «Queste specie sono straordinari e meravigliosi prodotti di milioni di anni di evoluzione, ma sono sotto un'intensa minaccia, con molte di loro che si stanno estinguendo anche prima di essere descritte».

Queste scoperte, accuratamente identificate e registrate da esperti naturalisti e tassonomi, sono state raccolte nel rapporto del  Wwf Greater Mekong secondo il quale «Dimostrano che la regione è ancora una prima linea per l'esplorazione scientifica e un hotspot della diversità delle specie. Tuttavia, queste scoperte sono anche un chiaro promemoria di ciò che potremmo perdere se gli insediamenti umani e le attività di sviluppo nella regione continueranno a distruggere l'ambiente naturale. Molte specie si estinguono prima ancora di essere scoperte, spinte verso la scomparsa dalla distruzione dell'habitat, dalle malattie diffuse dalle attività umane, dalla predazione e dalla concorrenza delle specie invasive importate e dagli impatti devastanti del commercio illegale e insostenibile di fauna selvatica».

Uno degli autori del rapporto, Thomas Ziegler, dell’Aktiengesellschaft Cologne Zoological Garden e coordinatore dello zoo tedesco per i progetti di salvaguardia della natura e della biodiversità in Vietnam, ricorda che «La scoperta e la descrizione di nuove specie è solo il primo passo. Anche i tratti ecologici, la distribuzione e la dimensione della popolazione devono essere studiati con urgenza per valutare lo stato di conservazione di una specie. In particolare, le specie che si trovano solo in aree geografiche molto ristrette necessitano del nostro sostegno concertato perché sono fortemente vulnerabili alle minacce dirette causate dall'uomo e affrontano maggiori rischi di estinzione. A questo proposito, lo studio del grado di endemismo e delle minacce esistenti è importante quanto il lavoro di scoperta. Sfortunatamente, per molte specie, questi dati sono completamente sconosciuti e dobbiamo sviluppare la capacità dei giovani ricercatori di contribuire a colmare queste lacune di conoscenza. Una migliore comprensione della copertura dell'area protetta delle specie minacciate aiuterà notevolmente la definizione delle priorità di conservazione della fauna selvatica trascurata. Tuttavia, molte specie non sono ancora incluse nella Lista Rossa dell’IUCN e molte delle attuali valutazioni sono obsolete. La protezione dell'habitat è indispensabile, ma spesso questo non avviene abbastanza rapidamente. In questo caso, l’"One Plan Approach", sostenuto dall'IUCN, è molto promettente, poiché collega misure di conservazione in situ ed ex situ e diverse competenze per la migliore protezione possibile. Le specie con un areale limitato che sono minacciate da un'imminente estinzione possono essere ospitate da strutture locali o zoo, fungendo da moderne "Arce di Noè", dove è possibile stabilire programmi e reti di allevamento di conservazione. Parallelamente, la conservazione della natura in natura è il nostro obiettivo finale, in modo che quest'arca abbia una terra dove possa attraccare in seguito».

Ziegler  conclude: «La conservazione della natura è stata sostenuta da agenzie governative e non governative, ma è necessario un maggiore sostegno. La crisi del Covid-19 ha chiarito che l'uomo non può intervenire impunemente nella natura, nelle sue reti, nelle catene alimentari e nella biodiversità. In un mondo sempre più globalizzato, dobbiamo fare un passo indietro e riconsiderare i nostri comportamenti. Se impariamo a utilizzare le risorse naturali in modo più attento e sostenibile, l'attuale crisi potrebbe aiutarci a compiere progressi fondamentali nella conservazione della fauna selvatica e dei luoghi selvaggi. Rapporti di sensibilizzazione dell’opinione pubblica come questo del Wwf sono quindi cruciali per informare le persone sulla ricca diversità delle specie del nostro pianeta, un dono prezioso e limitato. Dobbiamo tutti imparare a essere più attenti e a convivere con tutte le altre creature del nostro pianeta, invece di sfruttarle ed estirparle. Questa è la conclusione più importante di questo rapporto, che mette in luce uno degli hotspot di biodiversità più ricchi del mondo e il suo disperato appello a una migliore conservazione».

Redazione Greenreport

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