Grazie al CRISPR trovato l’antidoto al veleno dell’amanita falloide?
I ricercatori cinesi potrebbero aver svelato il mistero di come uccidono i funghi mortali
[18 Maggio 2023]
Lo studio “Identification of indocyanine green as a STT3B inhibitor against mushroom α-amanitin cytotoxicity”, pubblicato su Nature Comminications da un team di ricercatori cinesi della Sun Yat-sen University e dell’università di Sydney e guidato da Bei Wang del Laboratory of Metabolism and Aging, School of Pharmaceutical Sciences dello Shenzhen Campus della Sun Yat-sen University, ha utilizzato un metodo che era stato sviluppato alcuni anni fa da Wang per trovare un antidoto al veleno delle meduse e grazie alla tecnologia di modifica genetica ha creato un pool di cellule umane, ciascuna con diverse mutazioni genetiche, e le hanno esposte alla micidiale tossiana dell’amanita falloide, scoprendo che «La tossina α-amanitina non poteva entrare nelle cellule prive di una versione funzionale di un enzima chiamato STT3B e la sopravvivenza cellulare è aumentata».
Poi i ricercatori hanno passato al setaccio migliaia di composti chimici per trovarne uno che bloccasse l’azione di STT3B e lo hanno scoperto nel verde indocianina (ICG), un colorante sviluppato dalla Kodak negli anni ’50 e utilizzato nell’imaging medico, ad esempio, per visualizzare i vasi sanguigni negli occhi e il flusso sanguigno nel fegato. Gli scienziati sottolineano che «Il verde indocianina non è stato ancora testato come antidoto negli esseri umani, ma se somministrato ai topi, ha ridotto le morti». Solo il 50% circa dei topi trattati con verde indocianina è morto per avvelenamento da α-amanitina, rispetto al 90% di quelli che non sono stati trattati.
Commentando i risultati dello studio su Nature, Helge Bode, un chimico dei prodotti naturali del Max-Planck-Institut für terrestrische Mikrobiologie ha detto: «E’ fantastico. L’α-amanitina è davvero uno dei composti più pericolosi che abbiamo in natura».
Ricercatori di tutto il mondo si sono detti entusiasti di questo nuovo metodo per trovare antidoti e il tossicologo Jiří Patočka dell’Jihočeská univerzita v Českých Budějovicích, ha evidenziato che «E’ molto moderno. Esperimenti simili potrebbero identificare antidoti per le tossine batteriche che causano la sepsi, che attualmente è difficile da trattare».
La Food and Drug Administration Usa e l’European Medicines Agency hanno già approvato l’utilizzo nell’imaging del verde indocianina e questa sostanza chimica è nota per essere sicura a determinati dosaggi, quindi Wang e il suo team sperano di poter presto iniziare a testarla sulle persone, anche se trovare finanziamenti potrebbe essere difficile e i test dovranno fare affidamento su persone che ingeriscono accidentalmente le amanite falloidi. Il tossicologo portoghese Félix Carvalho dell’Universidade do Porto ha fatto notare su Nature che «Il tempismo sarà fondamentale in questi studi. I ricercatori hanno trattato i topi con verde indocianina a partire da quattro ore dopo che gli animali sono stati esposti all’α-amanitina, ma la maggior parte delle persone che mangiano amanite falloidi non si presenta in ospedale per 24-48 ore, dopo che è chiaro che la loro condizione è grave. Allora potrebbe essere troppo tardi».
Ma Patočka è entusiasta dei progressi medici che questo metodo potrebbe apportare: «Dovrebbero esserci più studi scientifici come questo».