I dati satellitari sui suoli aiutano a prevedere gli sciami di locuste
Si possono prevedere i luoghi di riproduzione delle locuste fino a 9 settimane in anticipo
[19 Maggio 2021]
Nel 2019-2020, l’Africa orientale ha vissuto la sua peggiore invasione di locuste del deserto in oltre 40 anni. L’Onu e i suoi partner hanno trattato più di 17.000 Km2 di territori infestati dalle locuste in 10 Paesi, utilizzando diversi metodi di eradicazione, nonostante questo le locuste del deserto hanno divorato interi raccolti, causando una grave insicurezza alimentare nel Corno d’Africa e acuendo quella nello Yemen dovuta alla guerra.
Con la crescita e la migrazione delle locuste, i ricercatori finanziati dalla NASA hanno lavorato per prevedere meglio quando e dove sarebbero apparsi gli sciami. Nello studio “Detecting Desert Locust Breeding Grounds: A Satellite-Assisted Modeling Approach” pubblicato il 27 marzo su Remote sensing da un team di ricercatori dell’università dell’Alabama – Huntsville, della NASA e della Fao, il team ha dimostrato che «Esaminando l’umidità e la composizione del suolo, si possono prevedere i siti di riproduzione ottimali per l’85% delle volte».
Il principale autore dello studio, Lee Ellenburg, responsabile della sicurezza alimentare e dell’agricoltura per il programma SERVIR della NASA, spiega: «Abbiamo esaminato l’umidità e la consistenza del suolo perché sono componenti fondamentali per il ciclo di vita delle locuste. Essenzialmente, stiamo identificando dove si riproducono le locuste».
Al NASA Earth Observatory dicono che «Il momento più efficace per sradicare le locuste del deserto ( Schistocerca gregaria ) è quando gli insetti sono nelle fasi delle uova e di ninfa, un periodo in cui stanno ancora sviluppando le ali e hanno una mobilità limitata. Le femmine tendono a deporre le uova in terreni caldi, umidi e sabbiosi-argillosi a una profondità compresa tra 10 e 15 centimetri sotto la superficie. In circa due o quattro mesi, le locuste maturano e sviluppano le ali, a quel punto diventa difficile trovarle ed eliminarle. Gli adulti possono volare per più di 150 chilometri (90 miglia) al giorno; gli sciami possono persino attraversare il Mar Rosso, come hanno fatto nel 2019-2020. Solo un chilometro quadrato di uno sciame di locuste può contenere fino a 80 milioni di locuste adulte».
Le mappe elaborate dalla NASA mostrano varie condizioni di umidità e tessitura del suolo, caratteristiche chiave dei potenziali siti di riproduzione, prima che si verificassero le grandi infestazioni nell’Africa orientale nel 2020. L’ombra più scura indica l’umidità e la consistenza del suolo ottimali (un mix ideale di sabbia e argilla) per la riproduzione delle locuste. L’ombra più chiara indica aree con cattive condizioni di riproduzione. I punti bianchi mostrano le osservazioni di sciami di locuste registrate dalla piattaforma Locust Hub della Fao nelle settimane successive alle misurazioni del suolo.
Ellenburg sottolinea che «Conoscendo il ciclo di vita delle locuste e le temperature nella regione, siamo potuti tornare indietro nel tempo e stimare quando quelle locuste si stavano schiudendo e quali erano le condizioni del suolo. Abbiamo scoperto che possiamo rilevare le condizioni di riproduzione ottimali e prevedere con precisione dove appariranno gli sciami fino a 9 settimane prima»
La mappa del 17 aprile 2020 mostra le condizioni del suolo che poi è stata sovrapposta a quella sulle osservazioni di locuste del 18 giugno 2020, quando le infestazioni sono aumentate in Kenya. Altre tre mappe mostrano la progressione delle infestazioni di locuste che inizia intorno all’Arabia Saudita, migra verso l’Eritrea e l’Etiopia, per poi concentrarsi in Kenya. I dati sull’umidità del suolo sono stati modellati utilizzando il Land Information System della NASA , mentre i dati sulla texture del suolo provengono dall’International Soil Reference and Information Center.
Durante le infestazioni di locuste, il team di ricerca ha condiviso i dati sul suolo con Fao e PlantVillage che ha creato un’applicazione di crowdsourcing per consentire agli staff dei governi e a cittadini formati di catalogare gli avvistamenti di locuste. PlantVillage ha utilizzato i dati sull’umidità del suolo per stabilire la priorità delle aree per il rilevamento.
Ora, il team di SERVIR sta lavorando per integrare suoi prodotti per la condizione del suolo nel FAO locust support dashboard, che include altri fattori rilevanti come i modelli del vento, le temperature e la vegetazione e Catherine Nakalembe, una ricercatrice per la sicurezza alimentare di SERVIR e NASA Harvest conclude: «L’obiettivo è quello di essere meglio preparati per la prossima grande invasione di locuste. Una volta identificati i terreni di riproduzione ottimali, gli addetti possono spruzzare pesticidi e somministrare regolatori della crescita degli insetti nell’area per uccidere le uova e le ninfe. Se questo dovesse accadere di nuovo entro due anni, non vogliamo essere impreparati perché abbiamo informazioni confuse. Questi dataset satellitari e le informazioni a terra ci aiutano a tracciare, comprendere e fornire i necessari avvertimenti precoci su quanto potrebbero essere cattive le condizioni».