I gatti sono stati addomesticati 10.000 anni fa in Mesopotamia
La genetica rivela come l'invenzione dell'agricoltura abbia legato strettamente i gatti agli esseri umani
[6 Dicembre 2022]
Gli esseri umani che si stabilirono nella Mezzaluna Fertile, le aree del Medio Oriente intorno fiumi Tigri ed Eufrate che poi vennero chiamate Mesopotamia, furono probabilmente i primi a trasformarsi da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori, svilupparono stretti legami con i gatti che mangiavano i roditori e che servivano ai primi contadini come controllori dei parassiti nelle prime civiltà contadine umane.
Il nuovo studio “Genetics of randomly bred cats support the cradle of cat domestication being in the Near East”, pubblicato su Heredity da un team internazionale di ricercatori guidato da Nashwa E. Waly della facoltà di medicina veterinaria dell’università egiziana di Assuit, ha scoperto che «Questa transizione dello stile di vita per gli esseri umani è stato il catalizzatore che ha innescato il primo addomesticamento dei gatti al mondo, e quando gli esseri umani hanno iniziato a viaggiare per il mondo, hanno portato con sé i loro nuovi amici felini».
L’autrice senior dello studio, Leslie Lyons, veterinaria genetista felina dell’università della California- Davis e dell’università del Missouri, ha raccolto e analizzato il DNA di gatti all’interno e nei dintorni della Mezzaluna Fertile, così come in tutta Europa, Asia e Africa, confrontando quasi 200 diversi marcatori genetici e spiega che «Uno dei principali marcatori del DNA che abbiamo studiato erano i microsatelliti, che mutano molto rapidamente e ci danno indizi sulle recenti popolazioni di gatti e sugli sviluppi della razza negli ultimi 100 anni. Un altro marcatore chiave del DNA che abbiamo esaminato erano i polimorfismi a singolo nucleotide, che sono cambiamenti a base singola in tutto il genoma che ci danno indizi sulla loro storia antica di diverse migliaia di anni fa. Studiando e confrontando entrambi i marcatori, possiamo iniziare a ricostruire la storia evolutiva dei gatti».
La Lyons ha aggiunto che «Mentre cavalli e bovini hanno visto vari eventi di addomesticamento causati dagli esseri umani in diverse parti del mondo in tempi diversi, lamia analisi della genetica felina nello studio supporta fortemente la teoria secondo cui i gatti sono stati probabilmente addomesticati per la prima volta solo nella Mezzaluna fertile, prima della migrazione con gli esseri umani di tutto il mondo. Dopo che i geni felini sono stati trasmessi ai gattini attraverso le generazioni, la composizione genetica dei gatti nell’Europa occidentale, ad esempio, è ora molto diversa dai gatti nel sud-est asiatico, un processo noto come “isolamento per distanza”».
La Lyons conferma scientificamente quello che molti pensano: «Possiamo effettivamente riferirci ai gatti come semi-addomesticati, perché se li lasciassimo liberi in natura, probabilmente continuerebbero a cacciare i parassiti e sarebbero in grado di sopravvivere e accoppiarsi da soli grazie ai loro comportamenti naturali. A differenza dei cani e di altri animali domestici, durante il processo di addomesticamento non abbiamo cambiato molto il comportamento dei gatti, quindi i gatti dimostrano ancora una volta di essere un animale speciale».
Lyons, che ha svolto ricerche sulla genetica felina per più di 30 anni, ha detto che «Studi come questo supportano anche il mio biettivo di ricerca più ampio di utilizzare i gatti come modello biomedico per studiare le malattie genetiche che colpiscono sia i gatti che le persone, come la malattia del rene policistico, la cecità e il nanismo. La genetica comparata e la medicina di precisione svolgono un ruolo chiave nel concetto di “One Health”, il che significa che qualsiasi cosa possiamo fare per studiare le cause delle malattie genetiche nei gatti o come trattare i loro disturbi può essere utile per un giorno curare gli esseri umani con le stesse malattie. Sto costruendo strumenti genetici, risorse genetiche che alla fine aiutano a migliorare la salute del gatto. Quando si costruiscono questi strumenti, è importante ottenere un campione rappresentativo e comprendere la diversità genetica dei gatti in tutto il mondo, in modo che la nostra cassetta degli attrezzi genetica possa essere utile per aiutare i gatti di tutto il mondo, non solo in una regione specifica».
Durante la sua lunga carriera, la Lyons ha lavorato con allevatori di gatti e collaboratori di ricerca per sviluppare database di DNA felino completi dei quali possa beneficiare la comunità scientifica, compreso il sequenziamento del genoma dei gatti proveniente da tutto il mondo. Nello studio “Cats – telomere to telomere and nose to tail”, pubblicato nel 2021 su Trends in Genetics, la Lyons ha scoperto che «La struttura genomica del gatto è più simile a quella umana di quasi tutti gli altri mammiferi non primati» e sottolinea che «I nostri lavori hanno contribuito a fermare la migrazione e la trasmissione di malattie genetiche ereditarie in tutto il mondo, e un esempio è la malattia del rene policistico, poiché il 38% dei gatti persiani aveva questa malattia quando abbiamo lanciato per la prima volta il nostro test genetico nel 2004. Ora quella percentuale è diminuita in modo significativo grazie ai nostri sforzi e il nostro obiettivo generale è eradicare le malattie genetiche dai gatti lungo la strada».
Attualmente, l’unico trattamento praticabile per la malattia del rene policistico ha effetti collaterali dannosi, inclusa l’insufficienza epatica. La Lyons sta lavorando con i ricercatori dell’università della California – Santa Barbara per sviluppare una sperimentazione terapeutica basata sulla dieta per coloro che soffrono della malattia e conclude: «Se questi test avranno successo, potremmo essere in grado di testarli sugli esseri umani come alternativa più naturale e più sana all’assunzione di un farmaco che può causare insufficienza epatica o altri problemi di salute. Il nostro lavoro continuerà ad aiutare, ed è bello farne parte».