I mari più caldi fanno dimenticare le cose ai pesci

Non sono solo le persone ad essere stordite dal caldo, ma se vivi su una barriera corallina piena di predatori, potrebbe essere mortale

[25 Agosto 2023]

Quest’estate, la maggior parte dei mari e degli oceani del mondo è stata eccezionalmente calda, il nuovo studio “Impact of ocean warming on a coral reef fish learning and memory”, pubblicato su PeerJ da Mayara Silveira,  Heloysa Araujo-Silva e Ana Luchiari dell’Universidade Federal do Rio Grande do Norte, dall’australiana Jennifer Donelson della James Cook University  e dal neozelandese Mark McCormick dell’University of Waikato,  suggerisce per la prima volta che «Le alte temperature dell’acqua possono causare perdita di memoria nei pesci della barriera corallina e persino renderli incapaci di apprendere».

Ciò potrebbe avere risultati letali: i pesci tropicali vivono in ambienti complessi e si trovano costantemente di fronte a decisioni da prendere: cosa mangiare, chi combattere, dove andare. Per chi vive circondato da predatori, ogni mossa potrebbe significare vita o morte.

Intervistata dal New York Times, l’ittiologa Luchiari ha spiegato che «L’abilità cognitiva dei pesci è molto importante per la loro sopravvivenza. Molto è stato fatto per capire come il caldo può uccidere i pesci, ma c’è relativamente poca ricerca su come il caldo influenza l’apprendimento e la memoria nei pesci tropicali che riescono a sopravvivere alle alte temperature. Il processo decisionale nell’ambiente naturale è molto importante, è qualcosa che devi fare ogni giorno. Se decidi in modo sbagliato, sei esposto al rischio».

Molti cambiamenti ambientali, tra i quali l’acidificazione e il basso livello di ossigeno, possono stressare i pesci. Dato che l’acqua più calda contiene meno gas disciolto, temperature più elevate possono far diminuire i livelli di ossigeno nell’acqua e, senza abbastanza ossigeno, come gli esseri umani, i pesci diventano un po’ irrequieti.

Simon Morley, un ecofisiologo ittico del British Antarctic Survey che non è stato coinvolto nello studio, conferma: «Quando fa troppo caldo, le funzioni cerebrali cominciano a indebolirsi e le persone fanno cose che sono considerate strane perché la loro capacità di pensare viene meno. Lo stesso vale per i pesci. Questo studio mette in luce che il comportamento potrebbe essere alterato dagli impatti dei cambiamenti climatici».

Per studiare come le acque più calde influenzano la memoria dei pesci tropicali, i ricercatori hanno studiato le castagnole spinose (Acanthochromis polyacanthus), una delle specie più diffusa nelle barriere coralline e che, nonostante le loro piccole dimensioni, sono fortemente territoriali e aggressive e scacciano intrusi molto più grandi di loro, attaccando anche gli scienziati che fanno snorkeling per studiarle. La Luchiari spiega ancora che «La loro aggressività deriva in parte dalla necessità di difendere le alghe di cui si nutrono.

Le castagnole hanno bisogno di sapere molto per vivere bene in questo ambiente».

Proprio per questo, l’alto rischio di perdita di memoria per le castagnole le ha rese un argomento interessante per lo studio e i ricercatori hanno progettato un labirinto con una ricompensa in un corridoio. Per circa due settimane prima che iniziasse l’addestramento nel labirinto, 3 gruppi di pesci sono stati gradualmente esposti a temperature diverse: 28 – 28,5 gradi Celsius per il gruppo di controllo, 30 – 30,5° C per il secondo e da 31,5 a 32° C per il terzo. I ricercatori hanno scelto i 32 gradi Celsius come limite perché, in un esperimento precedente, i pesci esposti all’acqua a 34° C avevano iniziato a sperimentare effetti fisici potenzialmente letali.

Dopo 5 giorni passati ad addestrare le castagnole spinose a nuotare nel labirinto e ad associare un’etichetta blu alla loro ricompensa, i ricercatori hanno sospeso l’esperimento e hanno ritestato i pesci 5 giorni dopo per vedere quali gruppi riuscivano a ricordare come trovare la targhetta e la loro ricompensa nel labirinto.

Il gruppo di controllo è andato bene, ricordando velocemente come raggiungere la ricompensa nel labirinto. I pesci del gruppo moderatamente caldo non sono andati altrettanto bene: «Sebbene abbiano imparato a destreggiarsi rapidamente nel labirinto durante l’addestramento, 5 giorni dopo ogni prova della loro esperienza era scomparsa», dicono i ricercatori

In p un precedente studio, la Luchiari aveva scoperto che le castagnole spinose potevano ricordare le esperienze per almeno 15 giorni, quindi l’incapacità di ricordare il labirinto dopo soli 5 è sorprendente.

Ma i pesci del gruppo più caldo hanno fallito su tutti i fronti: non sono riusciti nemmeno a imparare a percorrere il labirinto, impiegando più o meno lo stesso tempo per percorrerlo durante l’intero esperimento.

La Luchiari evicenzia che «A temperature più elevate non si comportano nella maniera giusta. In un ambiente naturale, non troveranno riparo, non riconosceranno i loro vicini o non troveranno cibo facilmente».

Secondo i ricercatori «E’ urgentemente necessaria una comprensione approfondita degli effetti dello stress da calore, della cognizione e della forma fisica perché la cognizione può essere un fattore chiave che determina le prestazioni degli animali nello scenario previsto dei cambiamenti climatici. Sapere come le diverse specie rispondono al riscaldamento può portare a previsioni migliori delle future dinamiche della comunità e, poiché è specie-specifico, potrebbe individuare le specie vulnerabili/resilienti».

Lo studio conclude:  Gli impatti negativi del riscaldamento sulla cognizione dei pesci evidenziano la necessità di comprendere quanto possano essere ampi questi effetti, che oltre a interferire con la fisiologia degli animali, possono implicare diverse conseguenze dannose per le dinamiche della comunità. Oltre a ciò, sono urgentemente necessari modi per mitigare l’aumento della temperatura dell’acqua».