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I parchi dopo l'estate

In questi giorni soprattutto nei Parchi e nelle aree protette si registrano molte belle iniziative di pulizia delle spiagge e raccolta plastiche in mare e fiumi. È la conferma di una grave condizione ambientale, ma anche di una encomiabile e crescente mobilitazione popolare in difesa dell’ambiente.
Quando la stagione estiva lascerà il posto a quella politico istituzionale, attualmente alle prese soprattutto con poltrone e porti, ci aspettano in particolare proprio nei Parchi e territori protetti i problemi irrisolti che producono rovinosamente sporcizia e inquinamento. E la ripartenza non riguarda prima di tutto e soprattutto le leggi vecchie o nuove, che non sono alla base di questa situazione.
Perché alla base dei nostri guai c’è una gestione politica che ha ritenuto colpevolmente e spesso irresponsabilmente – vedi il caso province – che al governo del territorio dovessero provvedere non le rappresentanze istituzionali (Stato, regioni ed enti locali) ma quelle di categoria.
È quanto non hanno ancora capito quei parlamentari che non hanno trovato di meglio che riproporre la legge, fortunatamente non approvata nella passata legislatura, da cui si dovrebbe ripartire. È davvero così difficile e complicato capire, anche guardando alle iniziative richiamate in corso sulle spiagge, che parchi e istituzioni – insomma la politica, quella seria e non propagandistica – devono ripartire da iniziative come quelle a cui hanno messo mano il Parco di San Rossore, quelli dei territori terremotati e parecchi altri. E sarebbe l’ora lo capissero anche quelle rappresentanze che spesso non hanno trovato di meglio che prendersela demagogicamente con la troppa politica, anziché con le troppe bischerate.
