I russi all’attacco di Greenpeace: l’Arctic Sunrise costretta ad abbandonare la rotta del Mare del Nord
[26 Agosto 2013]
L’Arctic Sunrise , la nave rompighiaggio di Greenpeace, ha deciso di allontanarsi dalla Northern Sea Route (Rotta del Mare del Nord) dopo la minaccia della guardia costiera russa di ricorrere all’uso della forza e delle armi.
Gli ambientalisti spiegano che «questa mattina la guardia costiera russa è salita a bordo dell’Arctic per una “ispezione” obbligatoria, a seguito di una protesta pacifica. Quattro membri della guardia costiera russa sono saliti a bordo della nave senza alcun permesso dopo che un gruppo di attivisti aveva aperto dei banner “Save the Arctic” sui gommoni vicini alla nave Geolog Dmitry Nalivkin. Questa nave è stata noleggiata dalla compagnia Rosneft, di proprietà dello stato russo e dal gigante americano Exxon Mobil».
Christy Ferguson, la campaigner di Greenpeace a bordo dell’ Arctic Sunrise ha detto: «Siamo qui per conto di quasi 4 milioni di persone che vogliono conoscere i rischi che si nascondono dietro le trivellazioni di petrolio nell’Artico, ma le autorità russe continuano a voler bloccare ogni nostra azione. La nostra protesta è interamente sicura e pacifica, mentre l’esplorazione artica costituisce una minaccia enorme al fragile ecosistema Artico e alle specie animali che vi dimorano».
Il 21 agosto il governo russo aveva negato all’Arctic Sunrise il permesso di entrare nella Northern Sea Route, nonostante la nave ambientalista abbia tutti i requisiti di sicurezza richiesti per navigare nell’area. Secondo Greenpeace International «il divieto di ingresso è stato un chiaro tentativo del governo russo di soffocare le voci di coloro che criticano l’industria petrolifera» , così il 24 agosto l’Arctic Sunrise è entrata nel mar Kara sfidando il divieto russo.
Un portavoce del ministro degli esteri olandese ha dichiarato che «il diritto di Greenpeace ad una manifestazione pacifica è incontestabile».
L’Arctic Sunrise sta lasciando la Northern Sea Route ma Greenpeace International annuncia che «farà pressioni sul governo olandese perché protesti formalmente con la controparte russa per questa evidente violazione non solo del diritto internazionale della navigazione ma anche di quello di espressione» e Ferguson conclude: «Siamo una nave pacifica e non abbiamo fatto nulla che meriti la minaccia dell’uso della forza contro di noi. Lasciamo la rotta per evitare di far correre rischi al nostro equipaggio ma continueremo a testimoniare e a fare luce sulle attività delle compagnie petrolifere nella Russia artica. Non ci lasceremo ridurre al silenzio».