Il 45% delle piante da fiore potrebbe essere a rischio estinzione (VIDEO)

La pressione antropica sulla natura sta spingendo sempre più piante verso l’estinzione

[10 Ottobre 2023]

La World checklist of vascular plants (Wcvp) si basa sui dati nomenclaturali forniti dall’International plant names index (Ipni), che è il prodotto di una collaborazione tra The royal botanic gardens, Kew (Rbg Kew), The Harvard University Herbaria e Australian National Herbarium, combinati con i dati tassonomici forniti da un programma di collaborazione internazionale con un gran numero di contributori da tutto il mondo ed è una visione consensuale globale dell’attuale tassonomia di tutte le specie di piante vascolari conosciute (piante da fiore, conifere, felci, muschio e firmosse), riflettendo le ultime tassonomie pubblicate e incorporando al tempo stesso le opinioni dei tassonomi di tutto il mondo. Il nuovo rapporto pubblicato da Rbg Kew, che ha esaminato la ricerca di 200 scienziati in 30 Paesi, rivela che il 45% delle piante da fiore conosciute nel mondo potrebbe essere a rischio di estinzione e che tra quelle minacciate figurano le orchidee, varietà di ananas e molte importanti specie coltivate. Delle quasi 19.000 nuove specie di piante e funghi scoperte dal 2020, si ritiene che il 77% sia in pericolo.

Matilda Brown, specialista in conservazione al Rbg Kew, ricorda su BBC News che «le piante sono alla base di ogni aspetto dell’umanità, ma sono sempre più minacciati dal cambiamento climatico e dalla perdita di biodiversità. Se consideriamo che 9 farmaci su 10 provengono dalle nostre piante, quello che potenzialmente stiamo vedendo è la perdita della metà di tutti i nostri farmaci futuri. Ogni specie che perdiamo è una specie della quale non sappiamo quali opportunità stiamo perdendo… Potrebbe essere un farmaco contro il cancro, potrebbe essere la soluzione alla fame… E quindi perderla prima di avere la possibilità di studiare sarebbe una tragedia.».

I ricercatori hanno incrociato campioni di dati di grandi dimensioni provenienti dalla World Checklist of Vascular Plants, il database di piante più completo attualmente disponibile, con la Lista rossa delle specie minacciate dell’International union for conservation of nature (Iucn) e hanno elaborato una serie di previsioni sul rischio di estinzione dalle quali emerge che nel mondo potrebbero esserci 2,5 milioni di specie di funghi. Il  90% ancora da scoprire.

Attualmente ci sono circa almeno 100.000 nuove specie di piante scoperte dai botanici ma che devono ancora essere formalmente classificate e secondo il team Rbg Kew  «dovrebbero essere automaticamente descritte come minacciate, salvo prova contrariaz.

Tra le scoperte recenti figurano la ninfea gigante più grande del mondo (Victoriana boliviana) e il fungo riccio della regina (Hydnum reginae).

Il rapporto ha inoltre identificato più di 30 “darkspots” globali in Paesi ricchi di fauna selvatica che i botanici non hanno ancora esplorato e mappato. Molte di queste sinkhole  di dati si trovano nell’Asia-Pacifico tropicale, compresi Nuova Guinea e  Vietnam.

Samuel Pironon, del Rbg Kew e del Environment programme world conservation monitoring centre dell’Onu a Cambridge, evidenzia che «sapere dove si trova la maggior parte delle specie che rimangono senza nome e non mappate, molte delle quali sono probabilmente minacciate, è fondamentale. Potrebbe aiutarci a perfezionare la nostra stime delle aree prioritarie per la conservazione».

Il rapporto definisce il regno dei funghi «la prossima frontiera nella scienza della biodiversità». Gli scienziati hanno analizzato il DNA ambientale proveniente da campioni di terreno in tutto il mondo e hanno studiato le raccolte utilizzando la genomica e l’apprendimento automatico. Finora sono state nominate solo 155.000 specie di funghi e si  comincia solo ora a comprendere il loro potenziale, come la loro capacità di consumare la plastica e il loro “linguaggio” decodificato dai segnali elettrici.

Secondo la micologa di Rbg Kew Ester Gaya, «i funghi possono fare qualsiasi cosa. Hanno composti straordinari, sostanze chimiche che possono essere utilizzate per l’industria, per la scoperta di farmaci. Ma sappiamo molto poco perché ne conosciamo solo meno del 10%. Quindi cosa succede con il restante 90%? Potrebbero esserci risorse straordinarie che non lo abbiamo ancora scoperto».

Il rapporto punta alla realizzazione di quello che definisce «il sogno di Darwin» e gli scienziati affermano che ci riusciranno grazie alla Wcvp, che è il database di piante più completo mai prodotto, il risultato di 35 anni di meticolosa ricerca ed è in continua evoluzione, con circa 2.500 piante nominate ogni anno.

Il botanico senior di Rgb Kew, Rafael Govaerts, conclude: «Più di 160 anni fa, Charles Darwin sognava un elenco completo di specie vegetali provenienti da ogni angolo del globo. Questo è stato anche il mio sogno, spinto dalla dilagante distruzione delle foreste pluviali e della biodiversità in generale a cui ho assistito da studente in negli anni ’80, ed è esaltante vederlo finalmente prendere forma».

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