Il Congresso brasiliano rigetta il veto di Lula sulla legge anti-indios. Riesumato il Marco Temporal
Apib: è un genicidio legislativo. Survival international: fatte a pezzi molte delle protezioni legali sulle terre indigene garantite dalla Costituzione
[15 Dicembre 2023]
Con 321 deputati contrari e 137 favorevoli e 53 senatori contrari e 19 favorevoli. ieri il Congresso Nacional del Brasile ha bocciato parte dei veti del presidente Lula sul disegno di legge 2903, ora legge 14.701/2023, trasformando così in legge la famigerata proposta di Marco Temporal della destra riunita nella Bancada ruralista e approvando quelli che l’Articulação dos Povos Indígenas do Brasil (Apib) definisce «Altri crimini contro le popolazioni indigene».
L’Apib ribadisce che «I diritti non sono negoziabili» e annuncia che presenterà un’ Ação Direta de Inconstitucionalidade (ADI) al Supremo Tribunal Federal (STF) per chiedere l’annullamento di questa legge, che considera la legge del genocidio indigeno. All’Adi promossa s dall’organizzazione degli indios si uniranno anche i deputati dei Partiti di sinistra PT, REDE, PSOL e PSB.
Dinamam Tuxá, coordinatrice esecutiva di Apib, ha detto che «Questa legge è incostituzionale e deve essere analizzata dallo STF. Tuttavia, mentre l’ADI non viene giudicata dai ministri della Corte Suprema, i parenti si trovano ad affrontare invasioni dei loro territori, omicidi e la devastazione dell’ambiente. Questo è il motivo per cui chiediamo che vengano concessi i primi aiuti di emergenza! Non possiamo aspettare che le comunità muoiano».
Per la Direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce, «Questa legge fa a pezzi molte delle protezioni legali sulle terre indigene garantite dalla Costituzione, e le butta nella spazzatura. Dà a grandi aziende e bande criminali che stanno dietro la maggior parte della deforestazione e delle attività minerarie in Brasile ancora più libertà di invadere i territori indigeni e di farvi ciò che vogliono. Segna la rovina di gran parte dell’Amazzonia e di tutte le foreste del Brasile. Questa legge è assolutamente disastrosa per le tribù incontattate del Brasile – che, quando le loro terre vengono invase, sono tra i popoli più vulnerabili del pianeta – e per tutti i popoli indigeni del paese. Questi popoli continueranno a resistere con la stessa determinazione che hanno dimostrato durante il regime genocida di Bolsonaro. E i loro alleati in tutto il mondo, come Survival, continueranno a restare con forza al loro fianco. Permettere che tutto questo passi incontrastato annullerebbe decenni di graduali progressi nel riconoscimento dei diritti indigeni».
Intanto, l’Apib giovedì pomeriggio ha presentato allo STF una richiesta di udienza in tribunale per affrontare le minacce ai diritti degli indigeni e alla Costituzione federale, presenti in questa nuova legge. Apib e le sue sette organizzazioni regionali di base (Apoinme, ArpinSudeste, ArpinSul, Aty Guasu, Conselho Terena, Coaib e Comissão Guarani Yvyrupa) sottolineano che «La lotta continua e il movimento indigeno continua a mobilitarsi a livello nazionale e internazionale».
Il coordinatore esecutivo di Apib, Kleber Karipuna, ha detto che «Il futuro dell’umanità dipende dalle persone e dalla delimitazione delle Terras Indígenas. La principale Conferenza che si occupa di cambiamento climatico, la COP 28, si è conclusa questa settimana e il Congresso Nacional ancora una volta ha rafforzato il suo impegno a favore della morte. Il Marco Temporal è una proposta creata dall’agrobusiness ed è già stata annullato dalla STF»
Gli unici punti del veto di Lula che sono stati mantenuti nella nuova versione della Lei do Genocídio sono: le minacce alle popolazioni indigene isolate: la proposta che intendeva autorizzare l’uso di coltivazioni transgeniche nelle terre indigene: la proposta razzista sul cambiamento dei tratti culturali
L’Apib ricorda che «Oltre al Marco Temporal, sono già in vigore altre incostituzionalità legislative che violano gli articoli della Costituzione Federale, nonché i Trattati Internazionali sui Diritti Umani firmati dallo Stato brasiliano».
I punti evidenziati dall’Apib come incostituzionali sono la mancanza di un’effettiva partecipazione degli Stati e delle comunità a tutte le fasi del processo di demarcazione delle Terras Indígenas e la mancata regolamentazione della cooperazione tra popolazioni indigene e non indigene per esplorare le attività economiche. Secondo l’Apib, «Questi punti della legge possono rendere le demarcazioni irrealizzabili e aumentare le molestie da parte di persone non indigene nei confronti delle Terras Indígenas.
Inoltre, la nuova legge stabilisce che il diritto di usufrutto esclusivo non può prevalere sugli interessi della politica di difesa nazionale e di sovranità. I leader indigeni di Apib sottolineano che questo «Potrebbe aprire la porta alla violazione del godimento esclusivo dei popoli indigeni con il pretesto dell’“interesse della politica di difesa”».
Nell’Adi, l’ufficio legale di Apib chiede che del ricorso sia relatore il ministro Edson Fachin che è stato relatore anche del Recurso Extraordinário grazie al quale l’STF ha respinto il Marco Temporal, cioè la possibilità di adottare la data di promulgazione della Costituzione federale come punto di riferimento per definire l’occupazione tradizionale della terra da parte di comunità indigene. L’STF ha sentenziato che «La tutela costituzionale dei diritti originari sulle terre che tradizionalmente occupano non dipende dall’esistenza di un marco temporal a partire dal 5 ottobre 1988 o dalla configurazione dell’esproprio persistente, come il conflitto fisico o la controversia giudiziaria persistente alla data di promulgazione della Costituzione».
Una delegazione di organizzazioni e leader dell’Apib ha partecipato alla COP28 Unfccc di Dubai, dove ha denunciato una serie di violazioni dei diritti e di attacchi politici nazionali e internazionali. A Dubai l’Apib ha ribadito che «Non è possibile combattere la crisi climatica senza demarcazioni ed è necessario fermare la violenza finanziata dall’agrobusiness contro le vite indigene. La deforestazione e la distruzione della biodiversità nelle terre indigene rappresentano una minaccia internazionale per l’equilibrio climatico globale. Negli ultimi 30 anni il Brasile ha perso 69 milioni di ettari di vegetazione autoctona. Tuttavia, solo l’1,6% di questa deforestazione è stata registrata nelle terre indigene. Inoltre, i territori indigeni contengono l’80% della biodiversità del pianeta, ma sono minacciati dall’avanzata dell’agrobusiness e delle industrie estrattive, dall’urbanizzazione e dal turismo», come avverte il rapporto lo “State of the World’s Indigenous Peoples” pubblicato dall’Onu nel 2021.
Maurício Terena, coordinatore del dipartimento giuridico dell’Apib, ha evidenziato lo scontro istituzionale in atto: «La legge n. 14.701/2023 presenta difetti di incostituzionalità e di revanscismo parlamentare, il Senato ha mandato avanti il progetto di legge lo stesso giorno del processo sul Marco Temporal nello STF. Uno dei ruoli della Corte Suprema è quello di garantire i diritti fondamentali dei gruppi sociali minoritari e mi aspetta che ciò venga realizzato attraverso l’ADI. Viviamo in un sistema di pesi e contrappesi e il limite imposto al Potere Legislativo è di non approvare leggi che violino clausole essenziali stabilite nella Costituzione federale. I diritti dei popoli indigeni sono originari e sono stati riconosciuti nel 1988 e vanno rispettati».
Per tutto il 2023, la PL 2903 ha rappresentato una delle maggiori minacce ai diritti delle popolazioni indigene in Brasile. difende gli interessi dei proprietari terrieri a scapito dei diritti degli indigeni ed è stato approvato d’urgenza dal Senato federale il 27 settembre, la stessa data in cui la STF ha concluso il processo sul Marco Temporal.
Non accogliendo la richiesta del movimento indigeno di un veto totale, il 20 ottobre Lula ha annunciato suo veto parziale su alcuni aspetti della proposta di legge e l’Apib ora denuncia che «L’approvazione di progetti che interessano l’Esecutivo, come la Riforma Fiscale dell’8 novembre, rientrano in questo dare e avere e riaffermiamo che I diritti non possono essere negoziati! Queste azioni non fanno altro che perpetuare l’impero degli interessi di capitale rappresentato principalmente dalla bancada ruralista ed evangelica, tra gli altri, che fanno leva sulla sopravvivenza dell’estrema destra che negli ultimi anni ha reso la vita del popolo brasiliano un inferno. La negoziazione dei nostri diritti per approvare la riforma fiscale ha portato il governo federale a dare il via libera ai parlamentari per ribaltare i veti del presidente Lula sul disegno di legge 2903, che intende trasformare in legge il Marco Temporal e altri crimini contro le popolazioni indigene».
La votazione sui veti sulla PL 2903 era prevista per il 9 novembre, ma è stata rinviata più volte, fino alla votazione del 14 dicembre.
Apib conclude: «Gli atteggiamenti del Congresso Nacional sono il risultato del collegamento diretto dei politici brasiliani all’invasione delle terras indígenas, come dimostrato nel dossier “Os invasores” cdel sito giornalistico De olho nos ruralistas. Secondo lo studio, i rappresentanti del Congresso e dell’Esecutivo possiedono circa 96mila ettari di terra che si sovrappongono a terras indígenas. Inoltre, molti di essi sono stati finanziati dai fazendeiros che hanno invaso le terras indígenas, che hanno donato 3,6 milioni di real alla campagna elettorale dei ruralisti. Questo gruppo di invasori ha finanziato 29 campagne politiche nel 2022, per un totale di 5.313.843,44 real. Di questo totale, 1.163.385,00 real sono stati assegnati al candidato sconfitto, Jair Bolsonaro».