Il delfino gigante antenato dell’orca che rivela un’evoluzione parallela dei cetacei misticeti e odontoceti
Probabilmente l’Ankylorhiza tiedemani attaccava altri cetacei
[15 Luglio 2020]
Lo studio “Convergent evolution of swimming adaptations in modern whales revealed by a large macrophagous dolphin from the Oligocene of South Carolina”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori statunitensi, fornisce una descrizione dettagliata del primo scheletro quasi completo di un grande delfino estinto, l’Ankylorhiza tiedemani, scoperto in quella che oggi è la South Carolina, lungo quasi 5 metri e che visse durante l’Oligocene – circa 25 milioni di anni fa – che prima era e noto solo da un fossile parziale del rostro.
I ricercatori sono convinti che diverse caratteristiche dello scheletro – dall’anatomia del cranio ai denti, alla pinna e alla colonna vertebrale – «DImostrano che, nella comunità in cui viveva, questo grande delfino (un cetaceo dentato del gruppo degli Odontoceti) era un predatore» e sottolineano che «Molte caratteristiche dello scheletro postcranico del delfino implicano anche che le balene moderne e gli odontoceti moderni devono aver sviluppato caratteristiche simili in modo indipendente, guidate da un’evoluzione parallela negli habitat acquatici molto simili in cui vivevano».
Il principale autore dello studio, il paleontologo Robert Boessenecker del College of Charleston e delll’università della California – Berkley, evidenzia che «Il grado in cui misticeti e odontoceti sono arrivati indipendentemente agli stessi adattamenti generali al nuoto, piuttosto che evolvere questi tratti dall’antenato comune di entrambi i gruppi, ci ha sorpreso. Alcuni esempi includono il restringimento dell’attaccatura della coda, l’aumento del numero di vertebre della coda e l’accorciamento dell’omero (osso del braccio superiore) nella pinna. Questo, ad esempio, non è evidente nei diversi lignaggi di foche e leoni marini che hanno evoluto diversi modi di nuotare e hanno scheletri postcranici dall’aspetto molto diverso. E’ come se l’aggiunta di ossa extra delle dita nella pinna e il blocco dell’articolazione del gomito abbiano costretto entrambi i principali gruppi di cetacei lungo un percorso evolutivo simile in termini di locomozione».
Anche se è stato scoperto per la prima volta nel 1880 grazie a un frammento di un cranio durante il dragaggio dei fosfati nel fiume Wando, il primo scheletro di Ankylorhiza fu scoperto negli anni ’70 da Albert Sanders , l’allora curatore del Charleston Museum Natural History. Lo scheletro quasi completo descritto nel nuovo studio è stato trovato negli anni ’90 del paleontologo Mark Havenstein durante la costruzione di una lottizzazione edilizia nel South Carolina e successivamente è stato donato al Mace Brown Museum of Natural History per consentirne lo studio.
I ricercatori sono convinti che ci sia molto altro da imparare da questo esemplare fossile, ma intanto d spiegano che «I risultati attuali rivelano che Ankylorhiza era uno specialista ecologico. la specie predava chiaramente grandi prede come fa un’onorca».
Secondo gli scienziati statunitensi, un altro aspetto interessante e che l’Ankylorhiza sarebbe stato il primo cetaceo dotato di ecolocazione a diventare un predatore all’apice: «Quando Ankylorhiza si estinse di circa 23 milioni di anni fa, i capodogli killer e il delfino Squalodon dai denti di squalo si sono evoluti e hanno rioccupato la sua nicchia entro 5 milioni di anni. Dopo che l’ultimo capodoglio killer si è estinto circa 5 milioni di anni fa, la nicchia è rimasta libera fino all’era glaciale, con l’evoluzione delle orche circa 1 o 2 milioni di anni fa».
Boessenecker conclude: «Le balene e i delfini hanno una lunga e complessa storia evolutiva e, a prima vista, si potrebbe non avere quest’impressione dalle specie moderne. I reperti fossili hanno davvero dato uno spaccato di questo lungo e tortuoso percorso evolutivo e fossili come Ankylorhiza aiutano a chiarire come è avvenuto. Altri fossili di Ankylorhiza sono in attesa di studio, tra cui una seconda specie e fossili di giovani Ankylorhiza che possono fornire informazioni sulla crescita del delfino. C’è ancora molto da imparare dai delfini e dalle balene della South Carolina. Ci sono molti altri delfini e balene unici e strani provenienti dalle rocce dell’Oligocene a Charleston, nella South Carolina. Poiché l’epoca dell’Oligocene è il momento in cui si sono evolute per la prima volta l’alimentazione con i fanoni e l’ecolocalizzazione, e poiché i siti con mammiferi marini di quel tempo sono scarse in tutto il mondo, i fossili di Charleston offrono la finestra più completa sull’evoluzione precoce di questi gruppi, offrendo una visione evolutiva senza pari».