Il genio è selvatico. Al visone americano rinselvatichito ricrescere il cervello
Una rara inversione del processo di addomesticamento nei visoni scappati dagli allevamenti
[18 Luglio 2023]
Gli animali da allevamento hanno un aspetto diverso dalle loro simili selvatici che riguarda diverse caratteristiche fisiche, ma una differenza è coerente: i loro cervelli sono più piccoli di quelli dei loro antenati. Dalle pecore ai maiali alle mucche, gli animali domestici hanno dimensioni del cervello più piccole rispetto ai loro simili – spesso co-specifici – selvatici: è l’effetto addomesticamento. Ora, lo studio “Domestication effect of reduced brain size is reverted when mink become feral”, pubblicato recentemente su Royal Society Open Science da un team di ricercatori tedeschi e polacchi ha scoperto una rara inversione dell’effetto addomesticamento: «Durante l’allevamento in cattività, il visone americano (Neogale vison) ha subito una riduzione delle dimensioni relative del cervello, ma le popolazioni fuggite dalle gabbie sono state in grado di riguadagnare quasi la piena dimensione del cervello ancestrale entro 50 generazioni».
La principale autrice dello studio, Ann-Kathrin Pohle del Max-Planck-Instituts für Verhaltensbiologie (MPI-AB), spiega che «I nostri risultati dimostrano che la perdita di dimensioni del cervello negli animali domestici non è permanente. Questa scoperta approfondisce la nostra comprensione di come l’addomesticamento abbia cambiato il cervello degli animali e di come questi cambiamenti potrebbero influenzare gli animali quando tornano allo stato selvatico.
Finora, la perdita di dimensione del cervello nel corso dell’addomesticamento era per lo più considerata una strada a senso unico: gli animali non sembrano quasi mai riguadagnare le dimensioni cerebrali delle loro forme ancestrali, anche nelle popolazioni selvatiche che vivono allo stato brado da generazioni. Dina Dechmann, autrice senior dello studio e leader del team del MPI-AB, ricorda che «Una volta che gli animali perdono parti del loro corpo, come alcune regioni del cervello, nel corso dell’evoluzione, se ne sono andate e, semplicemente, non possono essere recuperate. Anche studiare se gli animali selvatici possono riguadagnare o meno le dimensioni cerebrali relative delle loro controparti selvatiche è metodologicamente difficile. Per farlo correttamente si dovrebbe trovare un animale con popolazioni selvatiche separate da quelle selvatiche per ridurre la possibilità che i gruppi si siano mescolati. E ci sarebbe bisogno di trovare un animale che possa essere studiato attraverso misurazioni sufficienti del cervello e del cranio. Ci vorrebbe un animale, in altre parole, come il visone americano».
Originario del Nord America, il visone americano è stato addomesticato da oltre un secolo per il commercio di pellicce. Dopo essere stati allevati in Europa, diversi visoni americani sono scappati – o sono stati fatti scappare – dalle gabbie è hanno formato popolazioni rinselvatichite che si sono diffuse in tutta Europa. E qusta storia di evasioni dagli allevamenti che ha fornito le popolazioni separate delle quali la Dechmann e il suo team avevano bisogno: visoni selvatici del Nord America, visoni addomesticati provenienti da allevamenti di animali da pelliccia europei e visoni selvatici europei.
Per capire quali siano stati i cambiamenti nelle dimensioni del cervello, il team ha utilizzato un proxy: i teschi. La Pohle spiega ancora: «La dimensione della scatola cranica è un buon proxy per la dimensione del cervello nel visone, e questo ci consente di effettuare misurazioni dalle collezioni di teschi esistenti senza la necessità di animali vivi».
Per studiare i teschi di visone americano selvatico è stata utilizzata una collezione museale della Cornell University, mentre gli allevamenti di animali da pelliccia europei hanno fornito teschi di animali domestici. Per la popolazione selvatica, Dechmann e Pohle hanno collaborato con Andrzej Zalewski dell’Instytut Biologii Ssaków Polskiej Akademii Nauk che aveva una collezione di crani provenienti da un programma di eradicazione di visoni americani rinselvatichiti. La Dechmann fa notare che «Di solito, la difficoltà con gli studi sul cranio è trovare collezioni abbastanza grandi con cui lavorare. Siamo stati incredibilmente fortunati a lavorare con più organizzazioni per ottenere i campioni di popolazioni dei quali avevamo bisogno».
Per calcolare la dimensione relativa del cervello degli animali, i ricercatori ha preso le misure dai teschi e hanno scoperto che, «Secondo il ben documentato processo di addomesticamento, il cervello dei visoni allevati in cattività si era ridotto del 25% rispetto ai loro antenati selvatici. Ma, contrariamente alle aspettative, i cervelli dei visoni rinselvatichiti sono quasi tornati alle dimensioni selvatiche entro 50 generazioni».
La Dechmann pensa di sapere perché questo animale, in particolare, è riuscito a fare quel che si pensava fosse improbabile: «I visoni americani appartengono a una famiglia di piccoli mammiferi con una notevole capacità di cambiare stagionalmente le dimensioni del loro cervello in un processo noto come fenomeno di Dehnel». La Dechmann, un’esperta di questo processo, ha documentato il Dehnel in toporagni, talpe e donnole e dice che «Mentre altri animali domestici sembrano perdere le dimensioni del cervello in modo permanente, è possibile che i visoni possano riguadagnare le loro dimensioni cerebrali ancestrali perché hanno dimensioni cerebrali flessibili integrate nel loro sistema. Questa flessibilità avrebbe potuto offrire vantaggi al visone che rientra in natura. Se scappi dalla prigionia e torni alla natura, vorresti un cervello pienamente capace di affrontare le sfide della vita in natura. Gli animali con cervelli flessibili, come il visone, potrebbero ripristinare il proprio cervello anche se lo avevano rimpicciolito in passato».
I risultati però non rivelano se i cervelli dei visoni rinselvatichiti funzionino allo stesso modo dei visoni selvatici. Per scoprirlo, il team dovrebbe esaminare il cervello degli animali, che è quel che intendono fare con uno studio futuro.