Il granchio blu ha invaso anche la grotta del Bue marino in Sardegna, biodiversità a rischio
Stoch: «È un predatore di grosse dimensioni e non ci aspettavamo si spingesse nelle grotte, siamo davanti a una grave e concreta minaccia per l’ecosistema»
[30 Ottobre 2023]
L’ormai nota Callinectes sapidus, ovvero la specie di granchio blu originaria delle coste atlantiche americane (che oggi sta arrecando profondi danni ecologici ed economici dall’Emilia-Romagna al Veneto, fino alla Toscana) è arrivata fino all’interno della grotta del Bue marino, uno scrigno di biodiversità – dove si riproduce anche la foca monaca – presente in Sardegna.
La notizia arriva direttamente dagli speleosub volontari dell’associazione Phreatic, che dall’anno scorso supportano i ricercatori della Società speleologica italiana (Ssi) nelle attività di monitoraggio ambientale di questo delicato ambiente sotterraneo.
«È il primo anno che osserviamo il granchio blu nei mari del Golfo di Orosei ma non avremmo mai pensato di trovare diversi esemplari anche in grotta, e per di più si sono addentrati ad oltre mezzo chilometro dall’ingresso e in due rami del sistema. Siamo rimasti stupiti e abbiamo immediatamente allertato i ricercatori», spiega Andrea Marassich, speleosub e presidente di Phreatic.
A preoccupare gli studiosi, che per la prima volta osservano questa specie aliena in una grotta, è che la presenza del granchio blu nel Bue marino non sembra occasionale o sporadica: gli esemplari sono stati infatti trovati a diverse distanze all’interno della grotta, a oltre 500 metri dall’ingresso, sia nel Ramo Nord che nel Ramo di Mezzo. Un dato che mette a rischio la presenza delle altre specie presenti nella grotta.
Prima dell’inizio dei monitoraggi da parte della Società speleologica italiana, nella grotta del Bue marino erano riportate ben 50 specie animali, di cui 28 considerate sotterranee, acquatiche o terrestri; questa analisi già poneva la cavità ai primi posti per biodiversità sotterranea in Italia e nel mondo: le grotte con 25 o più specie sono infatti considerate “hotspot di biodiversità” a livello mondiale (nel 2019 erano note solamente 24 di queste grotte in tutto il mondo, di cui 16 nella zona temperata).
Durante i più recenti monitoraggi della Ssi sono state complessivamente raccolte e identificate almeno altre 21 specie, prevalentemente marine (e in piccola parte legate ad acque anchialine) che non erano mai state rilevate prima e si aggiungono alla folta lista precedente.
«Siamo davanti a una grave e concreta minaccia per l’ecosistema perché il granchio blu è un predatore di grosse dimensioni e non ci aspettavamo si spingesse nelle grotte, che sono ambienti hanno scarse risorse alimentari – commenta Fabio Stoch, ricercatore alla Libera Università di Brux1elles e biospeleologo di fama internazionale, ora coinvolto nel progetto di monitoraggio del Bue marino – Invece il granchio blu c’è e si adatta, e averlo trovato così distante dall’ingresso ci fa capire quanto questa specie aliena possa essere invasiva».
Il granchio blu è infatti noto come un predatore eclettico che si nutre di una vasta gamma di prede e sostanzialmente di tutto ciò che trova sul suo cammino, la sua presenza in grotta potrebbe rappresentare una minaccia per gli organismi adattati alla vita sotterranea, che spesso sono poco numerosi e vulnerabili. Inoltre, la popolazione di granchi blu potrebbe crescere rapidamente in assenza di predatori naturali.