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Il manifesto per la sostenibilità marina delle imprese balneari toscane

10 punti da rispettare per la gestione intelligente dei servizi e dei patrimoni marini
 |  Natura e biodiversità

Dopo una fase di studio e di analisi, l’associazione Donnedamare, il Cesab e Legambiente, che hanno dato vita al “Manifesto per lo sviluppo sostenibile della ricettività marina”, un decalogo che traccia i 10 punti fondamentali e inderogabili per svolgere il lavoro legato al turismo balneare sostenibile e di qualità,  per una gestione intelligente dei servizi e dei patrimoni marini, e  che non si rivolge solo agli operatori del settore balneare ma anche alle aziende che operano nell’ambito del sistema mare.

Ecco i 10 punti contenuti nel Manifesto:

1- Il libero accesso al mare: perché l’ambiente è di tutti e noi esseri umani ne siamo i custodi; 2- La gestione ecosostenibile degli spazi: perché manteniamo aree di tutti e le vogliamo rendere modelli di crescita; 3- Più formazione: il rispetto del mare passa attraverso una formazione nostra e dei cittadini; 4- Una accoglienza curata ma sostenibile: non solo l’uomo ha occhi, ma li ha l’intero ecosistema. Rispettiamo l’armonia della vista; 5- La salvaguardia della natura: i balneari sono le sentinelle del rispetto dell’ambiente delle riviere; 6- La comunicazione della cultura dei luoghi: noi siamo la nostra cultura e la nostra storia. Lavoriamo per farla conoscere; 7- L’energia è della natura: puntare alla sostenibilità energetica non è una proposta snob, ma necessità; 8- Una filiera verde che sappia far vivere in armonia: noi siamo l’ambiente. E dobbiamo rispettarlo e rispettarci in ogni azione; 9- Le onde di mari e laghi parlano con la musica: sostenibile è anche l’acustica e il rispetto degli altri contro il rumore; 10- Le nuove tecnologie gli alleati di uno sviluppo sostenibile: mai schiavi ma sostenitori dell’Ict come parte fondamentale della crescita.

Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana, e Angelo Gentili, responsabile nazionale Legambiente Turismo, spiegano che «Il lavoro svolto per dar vita al Manifesto per lo sviluppo sostenibile della ricettività marina è la dimostrazione di come sia possibile realizzare con grande qualità il mestiere di operatore del settore balneare e allo stesso tempo impegnarsi per la tutela dell’ecosistema marino e costiero. I dieci punti elencati nel documento evidenziano l’importanza dell’accessibilità, il rapporto con il territorio, la gestione ecosostenibile degli spazi, la salvaguardia dell’ecosistema marino e costiero e soprattutto la passione e la sensibilità rispetto alle tematiche ecologiche. La stessa sensibilità legata al ruolo di sentinelle ambientali della spiaggia e del mare che stabilimenti balneari che aderiscono al nostro Manifesto avranno».

I promotori sono convinti che il valore del progetto, della ricerca universitaria seguita dal Cesab, e sua caratteristica di innovazione e novità, «sta proprio nel perfezionarsi in itinere, nel prendere spunto e dialogare con i partecipanti per definire via via sia nuove strategie sia modalità di applicazioni innovative e più performanti. Obiettivo di questa ricerca è, dunque, ottenere una certificazione di qualità per le buone pratiche sostenibili».

Bettina Bolla, presidente associazione Donnedamare, sottolinea  che «Il progetto del Manifesto è fatto dai balneari per i balneari e vuole dimostrare, attraverso la creazione di un albo, che le attuali imprese balneari, per la maggior parte a conduzione familiare, sono presidi del territorio, tutelano l'ambiente e lo raccontano ai turisti che vogliono sempre più essere coinvolti in attività, incentivati a vedere nuove cose ed essere consigliati su esperienze e percorsi locali. Le  imprese balneari italiane infatti giocano da sempre, anche in modo inconsapevole, un ruolo fondamentale in quello che oggi viene definito turismo esperienziale, sempre più ricercato dai viaggiatori».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.