«Così si crea anche confusione e allarme sulle fonti energetiche rinnovabili e si rischia di ostacolare la necessaria accelerazione sulla loro diffusione»
Il pasticcio degli avvisi pubblici per fotovoltaico galleggiante su tre laghi lucani protetti
Legambiente: «Sono un atto maldestro ed insensato». L’assessore regionale Latronico: «Presentazione istanza non è concessione»
[22 Dicembre 2023]
Il 7 dicembre, l’ufficio risorse idriche della Regione Basilicata ha pubblicato gli avvisi pubblici riguardanti 15 istanze per la «concessione per l’utilizzazione di beni del Demanio pubblico dello Stato-Ramo Idrico» di alcuni specchi d’acqua del demanio statale per l’istallazione di impianti fotovoltaici flottanti e a distanza di più di due settimane, il presidente di Legambiente Basilicata, Antonio Lanorte, evidenzia che «Ancora non riusciamo a capire come e perché tra i 15 avvisi si sia consentito di inserire quelli riguardanti tre invasi regionali i cui territori sono compresi in aree protette. Ci riferiamo, come è noto alle istanze relative al Lago di San Giuliano (Zona Ramsar di interesse internazionale, Zona di Protezione Speciale, Riserva regionale), al Lago di Monte Cotugno (Parco Nazionale del Pollino, Zona di Protezione Speciale) e al Lago della Camastra (Parco Regionale di Gallipoli-Cognato e piccole Dolomiti Lucane), oggetto appunto di tre avvisi per la concessione di parte consistente delle loro superfici, finalizzata all’installazione di pannelli fotovoltaici flottanti per potenze complessive pari rispettivamente a 60MW, 88MW e 10MW. Stentiamo a credere che un Ufficio regionale abbia potuto equiparare le procedure amministrative riguardanti questi tre siti protetti a quelle degli altri 12 riguardanti vasche di accumulo dell’acqua. Ulteriore confusione e sconcerto suscitano poi le precisazioni fornite dell’ assessore all’ambiente territorio ed energia Cosimo Latronico e dal direttore generale Roberto Tricomi».
Infatti, con una nota congiunta Latronico (Fratelli d’Italia, già democristiano, poi deputato di Forza Italia e poi nei Conservatori Riformisti e Direzione Italia) e Tricomi assicurano che «L’ambiente e le risorse naturali saranno salvaguardati; nessuna autorizzazione sarà concessa senza le valutazioni ambientali richieste dalla normativa vigente. Viene precisato che la pubblicazione delle citate istanze, in linea con i recenti indirizzi approvati con DGR 772 del 22/11/2023 “Definizione delle linee di indirizzo per l’aggiornamento del Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (PIEAR) della Regione Basilicata”, è resa obbligatoria dall’art 4, comma 4-bis, del decreto legge 39/2023, come convertito dalla legge 68/2023, che sostituisce l’art. 9-ter del D.L. 17/2022, convertito con legge 34/2022. Tale pubblicazione serve a consentire ad altri soggetti interessati di presentare nel termine di trenta giorni istanza di concessione da porre in concorrenza. Per la Regione è obbligatorio pubblicare l’istanza, altrimenti, se non lo facesse, violerebbe un obbligo di legge. Come da espressa previsione della disposizione sopra richiamata, l’eventuale concessione sarà priva di effetto fino al rilascio dell’abilitazione (nel caso di procedura abilitativa semplificata) o dell’autorizzazione unica dell’impianto ex art. 12 del D. Lgs. 387/2003, le quali potranno essere rilasciate solo ed esclusivamente dopo aver verificato il rispetto delle norme in materia di tutela dell’ambiente, delle risorse idriche, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. A tal fine serviranno tutte le autorizzazioni e le valutazioni necessarie, tra cui la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) per gli impianti ubicati all’interno di siti della Rete Natura 2000, come è per l’invaso di San Giuliano. Più precisamente, la pubblicazione dell’istanza è solo un atto iniziale della procedura, che non comporta necessariamente il rilascio della concessione dell’area richiesta e, neppure, il rilascio del titolo abilitativo o autorizzativo, per il quale è condizione imprescindibile il necessario rispetto della normativa diretta alla tutela dell’ambiente e degli altri interessi sopra indicati. Le concessioni, inoltre, potranno essere rilasciate solo dopo l’emanazione del decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, previsto dall’art. 9-ter del D.L. 17/2022, come convertito dalla legge 34/2023 – nel testo modificato dall’art. 4, comma 4-bis, del D.L. 39/2023, convertito in legge 68/2023 – diretto a stabilire “i criteri per l’inserimento e l’integrazione degli impianti sotto il profilo ambientale, anche al fine di assicurare un’adeguata superficie di soleggiamento dello specchio d’acqua e una corretta posizione dell’impianto rispetto alle sponde e alla profondità del bacino, nonché i criteri connessi alla sicurezza delle dighe e degli invasi di cui all’articolo 1 del decreto-legge 8 agosto 1994, n. 507, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 1994, n. 584”. Tanto al fine di garantire che siano rilasciate solo concessioni che rispettino i criteri stabiliti dal decreto ministeriale citato e che siano autorizzati solo impianti conformi alla normativa in materia di tutela dell’ambiente, delle risorse idriche, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico».
Ma Lanorte ribatte che «Il punto a nostro avviso non è questo: le procedure amministrative per i tre laghi, semplicemente, non andavano attivate, perché non ha nessun senso rispondere ad un avviso di manifestazione di interesse sapendo che gli impianti previsti dal progetto non potranno essere realizzati perché sono incompatibili con la conservazione dei siti secondo le norme vigenti. Non c’è obbligatorietà di pubblicazione che tenga se è evidente che si sta dando avvio ad una procedura a dir poco “fallace”: si tratta solo di esprimere un diniego alla manifestazione d’interesse o istanza di parte che dir si voglia semplicemente perchè tale istanza è irricevibile. In più gli atti riguardanti i tre siti citati non sono stati minimamente condivisi da altre strutture dello stesso Dipartimento Ambiente della Regione, come l’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura. Ciò rende chiaro il carattere del tutto maldestro dell’operazione».
Ma l’assessore Latronico, si intigna nella sua siegazione a posteriori e la butta in politica: « Capisco il momento pre-elettorale, ma sottolineo che le autorizzazioni potranno essere rilasciate solo ed esclusivamente dopo aver verificato il rispetto delle norme in materia di tutela dell’ambiente, delle risorse idriche, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, tra cui la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) per gli impianti ubicati all’interno di siti della Rete Natura 2000, come è per l’invaso di San Giuliano. La pubblicazione dell’istanza è dunque solo un atto iniziale della procedura, che non comporta necessariamente il rilascio della concessione dell’area richiesta e, neppure, il rilascio del titolo abilitativo o autorizzativo, per il quale è condizione imprescindibile il necessario rispetto della normativa diretta alla tutela dell’ambiente. Saranno rilasciate solo concessioni che rispettino i criteri stabiliti dall’apposito decreto ministeriale e saranno autorizzati solo impianti conformi alla normativa in materia di tutela dell’ambiente, delle risorse idriche, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico».
Lanorte non si impressiona e conclude: «Pertanto, sulla base di queste considerazioni, Legambiente Basilicata chiede l’annullamento delle procedure per manifesti vizi di legittimità, violazione di legge, eccesso di potere ed incompetenza. Sottolineiamo inoltre che provvedimenti e atti di questo tipo generano anche confusione e allarme sociale rispetto alle fonti rinnovabili di energia sulla cui diffusione bisogna assolutamente accelerare superando inutili ed ideologiche contrapposizioni, evitando, però, dall’altro lato, che vengano commessi errori grossolani come questi, perché la necessaria transizione ecologica ed energetica deve essere accompagnata da una progettazione di grande qualità, fatta di Comunità energetiche e grandi impianti, oltre che dal protagonismo delle comunità locali».