Il piccolo pesce trasparente che parla fortissimo

Percuotendo la vescica natatoria, emette un suono forte come quello di un martello pneumatico

[28 Febbraio 2024]

Ormai che i pesci non sono per niente muti – come asserisce un vecchio e ripetuto detto – è cosa ben nota, ma quello che ha scoperto lo studio “Ultrafast sound production mechanism in one of the smallest vertebrates”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da un team di ricercatori tedeschi guidato da Verity Cook dell’Einstein Center for Neuroscience della Charité Universitätsmedizin Berlin è qualcosa di inatteso: un piccolo pesce trasparente, la Danionella cerebrum,  emette un suono forte quanto quello di un martello pneumatico.

Gli scienziati tedeschi hanno cominciato a studiare i rumori emessi dal pesciolino dopo aver sentito misteriosi ticchettii provenienti dagli acquari del loro laboratorio e hanno presto scoperto che la  Danionella cerebrum utilizza la vescica natatoria per produrre  suoni che, vicino al punto di emissione, raggiungono i 140 decibel, forti quanto un colpo di pistola.

Secondo i ricercatori il pesciolino trasparente, lungo 12 millimetri, è il pesce più rumoroso mai scoperto per le sue dimensioni e sono convinti  che suonare questa batteria organica possa essere una forma di comunicazione sociale.

Tra gli animali terrestri, di solito più grande è la dimensione corporea, più forte è il rumore, ma sott’acqua è tutta un’altra storia e questa minuscola specie è ora una delle più rumorose mai scoperte. Altre creature marine, come gli alfeidi –  i gamberetti pistola – possono creare rumori molto forti – fino a circa 200 decibel – per stordire le loro prede.

La Danionella è utilizzata in molti laboratori perché la sua trasparenza consente di vedere il suo cervello in azione e permette ai ricercatori di studiarne da vicino il comportamento. Ma i ricercatori tedeschi hanno notato qualcosa di strano e la Cook racconta che «Le persone passavano davanti agli acquari e potevano sentire questi suoni e si chiedevano da dove venissero. Si è scoperto che provengono dai pesci stessi. Ed è straordinario, perché sono così piccoli e così rumorosi».

Utilizzando microfoni e videocamere, il team di ricerca ha presto capito quanto quel rumore fosse forte e in un’intervista a BBC News la Cook spiega che «A distanza di un corpo [di un pesce], l’ampiezza del suono è di circa 140 decibel, ovvero quanto crediamo che il suono venga percepito da altri pesci. Il suono si attenua con la distanza, quindi a un metro di distanza l’ampiezza è di circa 108 decibel», che ancora più o meno equivalente al rumore prodotto da un bulldozer.

Gran parte di questo suono viene riflesso nell’acqua, quindi quando gli esseri umani passano accanto agli acquari, sentono questi impulsi come un ronzio continuo.

Anche se anche altri pesci, come tra cui il guardiamarina plainfin (Porichthys notatus), il tamburo nero (Pogonias cromis), sono più rumorosi della danionella, sono anche tutti molto più grandi. La Cook fa notare che «In termini di segnali di comunicazione, non sono riuscita a trovare un altro animale di queste dimensioni che emetta suoni così forti».

I ricercatori tedeschi sostengono che il meccanismo di percussione utilizzato dai pesci è uno strumento molto sofisticato. Tutti i pesci ossei sono dotati di vescica natatoria, un organo pieno di gas che li aiuta a nuotare sott’acqua. Molte specie usano i muscoli per tamburellare su questa vescica per produrre suoni, ma la danionella fa molto di più: quando contrae i muscoli, tirano una costola, creando tensione con un pezzo di cartilagine che si trova all’interno del muscolo. Quando la cartilagine viene rilasciata colpisce la vescica natatoria. Solo i maschi della specie emettono questo suono, e lo fanno solo in compagnia. Alcuni sono più rumorosi di altri.

La Cook rivela: «Sappiamo che quando ci sono 8 maschi insieme in una grande vasca, tre di loro domineranno la produzione del suono e gli altri saranno silenziosi. Quindi pensiamo che ci sia una sorta di gerarchia”, ha detto

I ricercatori ritengono che l’evoluzione di questi pesciolini trasparenti nelle acque torbide dei fiumi del Myanmar abbia avuto un ruolo nello sviluppo di questa capacità di produrre un rumore così forte per comunicare e la Cook conclude: «L’evoluzione ha escogitato molti modi interessanti per risolvere molti problemi interessanti. E non dovremmo dare per scontato di sapere come funzionano le cose solo grazie a come funzionano in altre specie».