Il piombo delle munizioni da caccia avvelena e uccide le aquile reali delle Alpi
[26 Febbraio 2014]
Negli ultimi 10 anni nelle Alpi sono state ritrovate diverse aquile reali (Aquila chrysaetos) morte o malate alle quali è stato diagnosticato un avvelenamento da piombo. L’Ufficio per la caccia e la pesca del cantone svizzero dei Grigioni e della Stazione ornitologica di Sempach hanno chiesto agli istituti di medicina legale e di farmacologia e tossicologia veterinaria dell’Università di Zurigo di esaminare la presenza di piombo nell’organismo di aquile reali, gipeti (Gypaetus barbatus) e gufi reali (Bubo bubo).
Ne è venuto fuori lo studio “Proteggere l’aquila reale dall’avvelenamento da piombo” dal quale risulta che «Delle 41 aquile reali e dei 20 gufi reali analizzati, tre aquile presentavano valori molto elevati di piombo nel sangue, nei reni o nel fegato, ciò che indica un avvelenamento acuto. Ma anche le ossa di quasi tutte le aquile reali presentavano valori di piombo molto elevati, superiori a quelli constatati in studi effettuati all’estero».
Il piombo è un metallo pesante molto velenoso , ma da dove viene? Come giunge nell’ambiente alpino? Per rispondere a queste domande i ricercatori hanno confrontato le aquile reali, che si cibano soprattutto di carogne, con i gufi reali, che invece si cibano esclusivamente di animali vivi, ed hanno scoperto che «I gufi reali presentavano valori di piombo nelle ossa dieci volte inferiori, simili a quelli di stambecchi e marmotte, di cui si nutrono le aquile reali».
Secondo Hannes Jenny, dell’ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni, e Matthias Kestenholz, della stazione ornitologica Svizzera, «Le cause degli avvelenamenti acuti nelle aquile reali e di singoli valori molto elevati nelle ossa sono probabilmente da ricondurre all’ingestione di munizioni da caccia. Ne sono una conferma risultati simili scaturiti da ricerche effettuate sul condor californiano e sull’aquila di mare. Non è però da escludere che nell’arco alpino il piombo che si accumula nella catena alimentare possa provenire anche da fonti naturali e si depositi poi nelle ossa degli animali. Se ciò sia davvero il caso è oggetto di ulteriori studi, così come lo sono gli effetti che elevate concentrazioni di piombo hanno sulla vitalità dei grandi predatori».
Per prevenire futuri casi di avvelenamento, l’Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni e altre amministrazioni della caccia svizzera hanno avviato diverse misure: «Nel corso degli abbattimenti selettivi di animali, i guardiani della selvaggina utilizzano ora soltanto munizioni senza piombo. I cacciatori vengono esortati a sotterrare le parti delle interiora colpite da proiettili e pallini, affinché questi resti non siano più accessibili all’aquila reale e al gipeto barbuto. Va altresì migliorata la gestione degli scarti di caccia contaminati. Rimane da sperare che l’industria riesca a fabbricare per tutti i calibri munizioni senza piombo qualitativamente equivalenti alle munizioni contenenti piombo, oggi ampiamente diffuse. A quel momento sarebbe infatti possibile convertire l’intera attività venatoria all’uso di munizioni senza piombo».